Prima della Fed, la Reserve Bank of Australia e la People’s Bank of China. La Bce sarà la prossima. A cura di Irene Lauro, Economista, Schroders
Le aspettative per la Fed erano per un taglio dei tassi dall’1,75% all’1,25%, mossa che è effettivamente stata annunciata. Probabilmente prima del previsto, due settimane prima della riunione programmata, un’anticipazione che per molti suona come un campanello d’allarme, come a dire: i rischi di un impatto significativo globale da parte del coronavirus sulla crescita esistono. Lo stesso governatore Jerome Powell ha ribadito la solidità dell’economia americana, ma ha anche espresso preoccupazione nei confronti del settore dei viaggi e degli alberghi. Inoltre, Powell ha anche aggiunto che un intervento congiunto delle altre banche centrali sarebbe la scelta giusta.
“Credevamo di assistere a più conferme prima di un intervento della Fed”
“Le indagini sulle aziende segnalano certamente un rallentamento dell’attività dovuto alla domanda più debole da parte della Cina e alle problematiche legate alla catena di approvvigionamento -è il commento di Keith Wade, Chief Economist and Strategist di Schroders-. Anche se non si è verificato un collasso nell’attività statunitense. Allo stesso tempo, il numero dei casi resta basso. Di certo la situazione può peggiorare e ci aspettiamo che l’attività risulti stagnante nel primo trimestre, ma credevamo che avremmo dovuto assistere a più conferme su questo fronte prima di vedere la Fed in azione. Muovendosi ora la Fed ha segnalato che offrirà supporto all’economia qualunque cosa accada”.
Australia e Cina prima della Fed. La prossima? La Bce
Secondo Irene Lauro, economista di Schroders, la Bce sarà la prossima tra le banche centrali a effettuare il taglio dei tassi. La previsione è un intervento da -0,5% a -0,8% prima della fine del 2020, scadenza entro cui diversi analisti prevedono ulteriori interventi della Federal Reserve, per un totale di 100 punti base entro l’anno. Ma la prima tra le banche centrali a tagliare i tassi di interesse esplicitamente in risposta al peggioramento della diffusione del coronavirus è stata la Reserve Bank of Australia (RBA). Un taglio da 25 punti base, per l’esattezza, portati allo 0,5%, per “supportare l’economia mentre questa reagisce alla diffusione globale del coronavirus”. A dire la verità, ad anticipare un po’ tutti quanti era stata la Banca Centrale cinese, che però non ha mai citato in modo esplicito il coronavirus.
La risposta della Rba al coronavirus
La decisione della banca centrale australiana rappresenta un cambiamento significativo rispetto allo statement del mese scorso, in cui aveva lasciato la politica monetaria invariata, dichiarando che i tassi erano già stati portati a livelli molto bassi e che sarebbero stati possibili “ritardi lunghi e variabili nella trasmissione della politica monetaria”.
Lo statement di oggi evidenzia che “il Covid-19 ha oscurato le previsioni di breve termine per l’economia globale e ciò significa che la crescita nella prima metà del 2020 sarà inferiore alle aspettative precedenti” quando l’economia si muoveva verso un miglioramento.
L’Rba inoltre sottolinea quanto sia difficile prevedere l’ampiezza e la durata degli effetti del virus. I settori dell’istruzione e del turismo in Australia, fortemente dipendenti dalla Cina, hanno già iniziato a vedere gli effetti del coronavirus. L’economia potrebbe indebolirsi ulteriormente, dato che “l’incertezza che si sta generando probabilmente impatterà anche sulla spesa domestica”, confermando che il coronavirus rappresenti uno shock non solo per l’offerta, ma anche per la domanda.
La forward guidance è rimasta leggermente accomodante e la Banca continuerà a monitorare gli sviluppi con attenzione. Lo statement si conclude con la frase: “il board è pronto ad allentare ulteriormente la politica monetaria per supportare l’economia australiana”.
La previsione di Schroders
Ciò significa che un ulteriore taglio nei prossimi mesi non è garantito. Ci aspettiamo che la Rba resti ferma nel 2020, in quanto l’economia australiana dovrebbe intraprendere un trend di miglioramento una volta che il coronavirus verrà contenuto.
Detto questo, nell’eventualità di una pandemia – scenario nel quale il virus continuerà a diffondersi e non sarà più limitato a Cina ed Europa, e in cui le Americhe e il resto dell’Asia assisteranno a un aumento notevole dei casi – saranno possibili ulteriori mosse di allenamento monetario.
Se ciò si verificherà, la RBA probabilmente attuerà un altro taglio quest’anno, coerente con l’attesa per maggiori stimoli monetari a livello globale.