Botta e risposta Washington-Teheran sull’attacco all’Arabia Saudita. Borse europee giù
Clima d’incertezza per le borse europee, negative a causa delle tensioni geopolitiche che tornano al centro delle preoccupazioni degli investitori dopo l’attacco yemenita che ha bloccato metà della produzione del petrolio in Arabia Saudita. Il presidente Donald Trump ha dato la propria autorizzazione all’utilizzo delle scorte americane strategiche per tenere sotto controllo i prezzi del greggio. Il timore che ce ne sia meno però rimane, e infatti il Wti guadagna l’8% a 59 dollari al barile. Sempre il presidente americano ha puntato l’indice contro l’Iran, alleato dei ribelli Houthi che hanno rivendicato l’attacco. Il paese islamico, oltre ad allontanare ogni accusa, ha dichiarato di essere pronto a sostenere una battaglia militare.
Based on the attack on Saudi Arabia, which may have an impact on oil prices, I have authorized the release of oil from the Strategic Petroleum Reserve, if needed, in a to-be-determined amount….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) September 15, 2019
Già detto del greggio, vicino ai 60 dollari al barile anche se Saudi Aramco, la compagnia petrolifera colpita, ha fatto sapere che sarà già in grado di ripristinare un terzo della produzione entro sera. Mercato valutario per il momento stabile aspettando l’incontro di oggi tra il premier inglese Boris Johnson e il presidente della Commissione Ue uscente Jean Claude Juncker. Nei valori della vigilia anche l’oro mentre il Bund si mantiene sopra l’area -0,5%.
EQUITY
Dax 12.387 (-0,65%)
Giornata priva di dati macro per la Germania, prima seduta negativa dopo otto sedute di guadagni consecutive che innesca un impulso ribassista. Il trend rimane positivo nel breve termine ma si attende l’indice Zew sul sentimento dell’economia tedesca, previsto per domani.

Grafico Dax by Trading View
Ftse Mib 21.917 (-1,2%)
Impulso ribassista avviato venerdì per Milano, che si allinea alle altre borse europee in territorio negativo sulla scia delle tensioni geopolitiche e le ipotesi di scontro tra Usa e Iran dopo gli attacchi ai centri di produzione di petrolio saudita. Venerdì scorso toccati i massimi dal 25 luglio a 22.229 punti, vicino al record del 2019 a quota 22.357. I valori nella seduta di oggi rimangono in linea con quelli di giovedì e trend che rimane positivo, uno spunto ribassista potrebbe innescarsi in caso di rottura della resistenza a 21.800 punti. Intanto sono stati pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio: +0,4% sia su base mensile che annuale, valori che deludono le attese dello 0,5% e rimangono inferiori ai dati di luglio (+0,4%).
Cac 40 5.625 (-0,53%)
Aste in programma nel pomeriggio dei Btf con scadenza a 3, 6 e 12 mesi. Anche Parigi registra un impulso ribassista dopo aver pareggiato i massimi dell’anno a 5.672 punti.
Ibex 9.063 (-0,81%)
Venerdì i massimi dal 30 luglio, oggi perfettamente allineato con le borse europee. Impulso ribassista e valori in linea con quelli del 12 settembre scorso.
VALUTE
A fronte di un andamento sostanzialmente stabile, la sterlina perde qualcosa sia contro l’euro e il dollaro, nel giorno in cui il primo ministro britannico è in visita in Lussemburgo per colloqui con i leader dell’UE. Il pound ha ottenuto guadagni per 5 settimane di fila, il miglior recupero dal 2016 ma non è ancora fuori dai guai, fino a quando ovviamente non vi sarà chiarezza sull’esito del processo Brexit. I piani di Johnson sono ancora per uscire dall’Ue entro il 31 ottobre, ma ha lasciato aperto uno spiraglio su nuovi accordi possibili con Bruxelles.
Euro / Dollaro 1,1065 (-0,05%). Euro / Sterlina 0,8896 (+0,4%). Euro / Franco Svizzero 1,094 (-0,17%)

Grafico Sterlina / Euro by Trading View
MATERIE PRIME
Il prezzo del petrolio dipenderà molto dal tempo che servirà per ripristinare completamente la produzione saudita, al momento dimezzata. E soprattutto quanto le scorte strategiche Usa, ma anche arabe e dell’Opec potranno sopperire al crac della produzione. Al momento il Wti è ai massimi dal 15 luglio scorso a 59,7 dollari al barile, un rialzo dell’8,7% che non si verificava, in una sola seduta, dal 26 dicembre 2018, quando il petrolio andò a guadagnare più del 9% (ma dopo aver perso il 6% alla vigilia di Natale).

Grafico Wti by Trading View
L’oro guadagna lo 0,9% ma si mantiene appena sopra i 1.500 dollari l’oncia, per un trend, quello del metallo giallo, ancora positivo ma non così forte come nelle scorse settimane in scia a una tendenza da parte degli investitori che ora li porta a investire nei titoli con una certa percentuale di rischio. Ribassi per il rame, -1,22 %, dopo i massimi dal 30 luglio scorso a 2,69 dollari per libbra.
TASSI D’INTERESSE
-0,47% il rendimento del Bund tedesco, in lieve ribasso ma in linea con i valori della vigilia. Stesso discorso vale per il +0,88% dei Btp decennali italiani.