Meta Platforms non intende mancare al banchetto miliardario dell’intelligenza artificiale e lancerà “personas”, una serie di chatbot per rendere le sue piattaforme social più coinvolgenti. In sostanza, il gigante di Menlo Park ha progettato alcuni prototipi che consentono ai chatbot di avere discussioni del tutto simili a quelle umane. Questi strumenti assumono la fisionomia di diversi personaggi famosi, con lo scopo di garantire ai 4 miliardi di utenti che popolano le piattaforme di Meta una funzione di ricerca e un servizio informazioni più efficaci ma anche più divertenti.
Tra l’altro, personas potrebbero essere molto utili alla società per raccogliere dati sugli interessi degli utenti e quindi servire per un migliore indirizzamento di contenuti e pubblicità. Questo però potrebbe accendere delle discussioni sul tema della privacy e della protezione dei dati. “Una volta che gli utenti interagiscono con un chatbot, risultano molto esposti e l’azienda può fare tutto ciò che vuole con i dati che raccoglie, il che solleva preoccupazioni sulla privacy e sulla potenziale manipolazione” ha affermato Ravit Dotan, consulente etico AI e co-fondatore del laboratorio Collaborative AI Responsibility presso l’Università di Pittsburgh. Il lancio di personas dovrebbe avvenire già nel mese di settembre.
Meta Platforms: i passi compiuti sull’intelligenza artificiale
La mossa di Meta Platforms rientra negli sforzi dell’azienda di resistere alla concorrenza attuata da rivali come TikTok, che sta cannibalizzando gli utenti di altre piattaforme. E il colosso guidato da Mark Zuckerberg cerca di attirare e trattenere più pubblico proprio puntando sull’intelligenza artificiale.
Durante il rilascio dei dati trimestrali della scorsa settimana, Zuckerberg ha parlato di “agenti di intelligenza artificiale che agiscono come assistenti, trainer o che possono aiutare a interagire con aziende e creatori”, precisando che potrebbe non esserci una singola intelligenza artificiale con cui le persone si relazionano. Inoltre, l’amministratore delegato di Meta ha riferito che la società stava progettando strumenti AI (Artificial Intelligence) per fornire un supporto alle aziende nel servizio ai clienti, oltre a un assistente di produttività interno per il personale. Tra l’altro ha fatto riferimento anche a un chatbot avatar nel metaverso nel lungo termine.
Finora Meta ha investito nell’AI generativa, con il rilascio lo scorso mese di Llama 2, una versione commerciale di un modello linguistico di grandi dimensioni utile per alimentare i chatbot. Questi sono già stati lanciati negli ultimi anni su scala ridotta, come BlenderBot 2 nel 2021 e BlenderBot 3 nel 2022, ma hanno manifestato parecchi problemi in quanto generavano informazioni false e argomenti di odio. Al riguardo, la società sta lavorando intensamente per costruire una tecnologia di controlli sull’output dei suoi chatbot, in modo che venga garantito che quanto esce dalle conversazioni non violi determinate regole.
Altre aziende hanno lanciato chatbot come personas
Al momento anche altri gruppi tecnologici hanno lanciato chatbot sullo stile personas di Meta. Ad esempio, la start-up Character.ai ha introdotto modelli linguistici di grandi dimensioni per generare discorsi riproducendo lo stile ad esempio dell’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk. Anche Snap si è cimentato nei chatbot divertenti lanciando My AI a febbraio, che ha coinvolto circa 150 milioni dei suoi utenti.