La tremenda crisi energetica che ha investito l’Europa quest’anno ha fatto emergere l’importanza del gasdotto russo Nord Stream 1, da cui fluisce il gas che dalla Russia arriva in tutto il Continente. L’applicazione delle sanzioni occidentali alla Russia per l’invasione dell’Ucraina ha innescato una dura reazione di Mosca, che ha sempre più ridotto le forniture attraverso l’infrastruttura. In questo modo ha costretto l’Europa a una carenza di approvvigionamento che ha fatto lievitare il prezzo del gas a livelli record. Tra l’altro, il gasdotto è stato ripetutamente chiuso dietro fantomatiche questioni di manutenzione, mettendo ancora di più in difficoltà la Regione, che ha dovuto attuare provvedimenti di emergenza.
Oggi la Russia fornisce appena il 20% della capacità produttiva di Nord Stream 1 e questo, unitamente al ricorso dell’Europa ad altre fonti, ha fatto ridurre la dipendenza di quest’ultima dal gas russo dal 40% al 9%. Ma entriamo nel dettaglio per scoprire di più su questo importante gasdotto, da come è nato alla sua capacità produttiva e all’importanza effettiva che oggi ancora riveste per l’Europa.
Nord Stream 1: cos’è e caratteristiche
Nord Stream 1 è il gasdotto che parte dalla città russa di Vyborg e arriva a Greifwald in Germania percorrendo 1.220 chilometri attraverso il Mar Baltico. Dalla rete onshore tedesca, poi giunge al sistema continentale europeo attraverso il progetto OPAL, gasdotto vicino a Weißenborn, Sassonia, partecipato per l’80% da Wingas e per il 20% da E.On. Il tubo è composto da linee parallele con un diametro interno di 1.153 mm ed è in grado di trasportare fino a 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno, ossia una quantità sufficiente per soddisfare il fabbisogno energetico di 25 milioni di abitazioni.
La principale fonte di alimentazione è il maxi-giacimento nella penisola di Yamal, in Siberia occidentale. Si tratta di un’area di oltre mille chilometri quadrati, che dispone di riserve di gas stimate in quasi 5 miliardi di metri cubi. La gestione del gasdotto è affidata alla società Nord Stream AG, con sede a Zugo, Svizzera, che è costituita da: Gazprom con una quota del 51%; Ruhrgas, facente parte del gruppo E.ON. con il 15,5%; Wintershall, controllata dal gigante della chimica BASF con il 15,5%; NV Nederlandse Gasunie con il 9% e Gaz de France-Suez con il 9%.
Nord Stream 1: storia
Il progetto Nord Stream 1 è partito nel 1997 grazie al colosso energico statale russo Gazprom e all’azienda petrolifera finlandese Neste, che insieme hanno creato North Transgas Oy, società che si è posta come fine proprio la costruzione di un gasdotto che attraverso il Mar Baltico avrebbe unito la Russia alla Germania. L’accordo tra le due società implicava che l’infrastruttura non attraversasse la Polonia, la Bielorussia, l’Ucraina e nemmeno gli Stati baltici. In questo modo tali Paesi non avrebbero potuto sfruttare il loro naturale diritto di transito del gas, perdendo potere contrattuale nei confronti della Russia.
Chiarito questo aspetto, nell’aprile del 2021, Gazprom e Neste, diventato nel frattempo Fortum, hanno firmato insieme a Ruhrgas e Wintershall un memorandum d’intesa per studiare la fattibilità della conduttura. Nel 2005 Gazprom ha acquistato la quota di Fortum e quindi è diventato unico proprietario di North Transgas. Pochi mesi dopo Gasprom ha firmato insieme a BASF e E.ON. un accordo per la costruzione del gasdotto, il che ha fatto nascere la società North European Gas Pipeline Company con sede a Zugo, grazie a cui sono potuti iniziare finalmente i lavori sulla terraferma russa.
Nel 2006 North Transgas ha cessato di esistere in quanto la società è stata ridenominata Nord Stream AG. Nel 2011 è terminata la posa della prima conduttura, appena un mese prima della fine dei lavori nei fondali marini. L’Italia ha partecipato attivamente con Saipem, che ha posato i tubi in mare, Snamprogetti per quel che riguarda il progetto ingegneristico e PetrolValves che, insieme ad altri, ha fornito le valvole necessarie per la costruzione.
Il 6 settembre del 2011 il gas ha iniziato a fluire per la prima volta. Il gasdotto però è stato inaugurato l’8 novembre 2011 a Lubmin con la presenza della Cancelliera Angela Merkel, del Presidente russo Dmitrij Medvedev e del Primo Ministro francese François Fillon. In base ai dati rilasciati da Gazprom, Nord Stream 1 è costato circa 6 miliardi di euro nella tratta onshore in Russia e in Germania, e 8,8 miliardi relativamente alla tratta offshore.
Le pressioni degli Stati Uniti
La costruzione di Nord Stream 1 non è stata mai vista di buon occhio da parte degli Stati Uniti, che hanno esercitato pressioni sull’Europa anche nella certificazione, mai avvenuta del resto, del gasdotto gemello Nord Stream 2. La paura di Washington era che il legame tra la Germania e la Russia si solidificasse sempre di più, fino a portare la prima economia europea e tutto il Continente a seguito a essere dipendenti dal punto di vista energetico dal gas russo. In effetti, attraverso Nord Stream 1, tutta la Regione ha soddisfatto gran parte del fabbisogno energetico della propria popolazione.
La guerra Russia-Ucraina ha involontariamente messo tutti d’accordo, nel senso che l’Europa si è staccata sempre più dal Paese governato da Vladimir Putin, fino a programmare per i prossimi anni un totale sganciamento. Gli Stati Uniti sono venuti in soccorso per rimpiazzare Nord Stream 1 attraverso un contratto di fornitura di gas naturale liquefatto che fa arrivare all’Europa quest’anno 15 miliardi di metri cubi in più del combustibile, con il proposito di incrementare l’approvvigionamento a partire dal 2023. Questo riconduce in maniera più robusta l’Europa all’interno del patto Atlantico, dove gli Stati Uniti controllano da vicino le dinamiche degli Stati membri.