Le obbligazioni USA hanno vissuto una terribile prima metà del 2022, con i prezzi che sono andati a picco via via che aumentavano i rendimenti dei Treasury Bond sul mercato. Vi è una relazione inversa tra prezzi dei titoli di credito e tassi d’interesse. Quando questi ultimi si alzano, gli investitori tendono a vendere le obbligazioni quotate sul mercato facendone abbassare il prezzo.
La ragione è che non si ha convenienza a mantenere un investimento meno redditizio rispetto a titoli di nuova emissione che offrono rendimenti superiori. In questo contesto sono scesi i prezzi sia dei bond non investment grade, sia quelli dei titoli di alta qualità. Tutto questo ha comportato che i rendimenti sul mercato sono saliti a un livello che non si vedeva da anni.
Obbligazioni USA: ecco perché comprarle
Quindi bisogna comprare le obbligazioni USA ora o è meglio stare alla larga? Bisogna sicuramente tenere in considerazione il fatto che la Federal Reserve aumenterà ancora i tassi d’interesse e questo verosimilmente porterà ulteriormente a un incremento dei rendimenti sul mercato obbligazionario, con i prezzi che saranno sotto pressione.
Tuttavia, vi sono buone ragioni per puntare sulle obbligazioni USA investment grade, ma anche sui titoli ad alto rischio denominati junk bond. Nel primo caso ci sono molti emittenti che, a prezzi così scontati, stanno pensando di riacquistare le loro obbligazioni. Gli strateghi di Bank of America stimano che sul mercato vi sono oltre 300 miliardi di dollari di obbligazioni societarie di qualità scambiati al 75% o meno del loro valore nominale.
I nomi sono altisonanti, perché si tratta di aziende come Apple, Alphabet, Amazon, Microsoft, Berkshire Hathaway, JP Morgan Chase, Merck e Verizon Communications. Queste società si sono finanziate quando il costo del capitale era bassissimo e ora per loro riacquistare quelle obbligazioni sarebbe una manna, perché ciò produrrebbe un ritorno sul capitale altissimo.
Nel caso dei titoli speculativi, i rendimenti sono raddoppiati all’8,4%, secondo uno studio condotto da Rachna Ramachandran ricercatrice in prodotti strutturati e strategie ad alto rendimento presso GMO. E negli ultimi 30 anni, una risalita così rapida si è vista solamente durante la grande crisi del 2008 e il cigno nero della pandemia del 2020.
Rendimenti di questa portata producono due effetti: il primo che gli investitori otterrebbero un ritorno che consente di compensare gli effetti dell’inflazione; il secondo che una tale resa potrebbe compensare potenziali inadempienze. Sull’inflazione il vantaggio è palese, perché l’indice dei prezzi al consumo si appresta a raggiungere il picco e si presume che nei prossimi mesi sarà destinato a scendere. Quanto alla compensazione di possibili default, si stima che un rendimento dell’8% sia in grado di coprire un tasso di default del 12%, con un tasso di recupero sul default del 30%. Nell’ultimo anno il tasso di default è stato solo dell’1%. E questo basta per rendere l’idea dell’opportunità.