Oro: 5 ragioni per puntare sulle azioni delle società aurifere - Borsa&Finanza

Oro: 5 ragioni per puntare sulle azioni delle società aurifere

Oro: 5 ragioni per puntare sulle società aurifere

Nelle ultime due settimane gli investitori hanno mostrato un certo ritorno di fiamma nei confronti dell’oro. Le quotazioni del metallo giallo infatti sono passate da un minimo del 21 luglio a 1.678 dollari l’oncia a un valore attuale di 1.775 dollari, segnando un rialzo quasi del 6%. Da inizio anno il prezzo dell’oro è calato di circa 3 punti percentuali, ma le azioni aurifere hanno fatto molto peggio. L’indice NYSE Arca Gold Miners ad esempio ha perso il 14%, mentre l’MVIS Global Juniors Gold Miners è scivolato del 23%. Ad influire pesantemente su tale passivo sono stati i risultati trimestrali delle società inferiori alle aspettative per via dell’inflazione elevata e delle interruzioni alla catena di approvvigionamenti.

 

Oro: perché puntare sulle aziende aurifere

La domanda che molti si pongono è se in questo momento valga la pena di puntare sulle società aurifere. Secondo Joe Foster, portfolio manager di VanEck, vi sono almeno cinque ragioni che in un’ottica di lungo termine spingono a prestare attenzione a questa tipologia di azioni.

La prima consiste nella correlazione esistente tra inflazione e oro. Da sempre il metallo prezioso è stato considerato un bene che protegge dalla crescita dei prezzi, in quanto mantiene inalterato il suo valore intrinseco. Di conseguenza, un’inflazione alta comporta anche un aumento delle quotazioni dell’oro, che vanno a compensare i maggiori costi sostenuti dalle aziende.

La seconda ragione riguarda la trasformazione del settore aurifero negli anni attraverso un processo che permette di elevarsi in qualsiasi ciclo di mercato. Al riguardo vi è stato un cambio nelle strategie, passato anche attraverso una mutazione a livello dirigenziale.

La terza motivazione fa riferimento al razionamento dei costi, per rispondere alle aspettative degli azionisti. Questo ha determinato un settore dove vi è uno scarso indebitamento, alti cash flow, dividendi e programmi di buyback interessanti e un’attenzione disciplinata alla crescita.

In quarto luogo le aziende aurifere offrono ottime premialità agli azionisti, in quanto sono finanziariamente solide e in grado di sostenere i piani di crescita pluriennali. Negli ultimi 10 anni le società hanno utilizzato la liquidità in maniera più oculata, evitando di sperperarla con acquisizioni costose che in passato non hanno fruttato e che sono sempre poco apprezzate dal mercato. Viceversa hanno concentrato le risorse sulla redditività, sui margini e sul ritorno per gli azionisti.

Infine, una ragione importante per puntare sulle azioni delle società che operano nel business dell’oro consiste nella capacità delle aziende di creare valore investendo sulla crescita di lungo periodo. La scoperta e lo sviluppo di un deposito di oro per renderlo produttivo richiedono almeno 10 anni, ma le società hanno la struttura per farlo mantenendo alta la redditività, che alla lunga verrà premiata nella quotazione delle azioni.

 

Piazza Affari: Confinvest unica società aurifera quotata

In Italia, l’unica società nazionale quotata operativa nel business dell’oro è Confinvest. Da quando è stata quotata nell’agosto 2019, le azioni hanno guadagnato il 56%, mentre quest’anno risultano in calo del 17%. In realtà bisogna distinguere due periodi: prima e dopo lo scoppio della guerra Russia-Ucraina. Da inizio anno e fino al 23 febbraio il titolo in Borsa è precipitato del 15,8%. Dal 24 febbraio, le azioni hanno perso appena l’1,3%, ma la performance è condizionata da un rialzo poderoso del 21% proprio nel giorno in cui le truppe di Vladimir Putin hanno oltrepassato il confine ucraino. Nei momenti di altissima incertezza e tensione, l’oro viene considerato un asset rifugio e le società aurifere ovviamente ne traggono beneficio. Confinvest ha attualmente una capitalizzazione che si aggira intorno ai 16,2 milioni di euro e presenta multipli ribassati rispetto alla fine dello scorso anno, come ad esempio il rapporto Price/Sales che è passato da 0,64 a 0,53. Tra gli analisti l’unico che copre la società è Mattia Petracca. L’analista di Integrae SIM ha espresso una raccomandazione Hold con target price di 2,40 euro, circa il 6,7% in più rispetto al prezzo della chiusura di ieri a Piazza Affari a 2,25 euro.

 

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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