“Fed con tassi vicini allo zero e stimoli fiscali da Europa e Cina. Così si torna a crescere”
La Fed effettuerà altri due tagli ai tassi di interesse ma sarà un allentamento moderato. Troppo poco per far ripartire la crescita globale. Ne è convinto Ken Orchard, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Diversified Income Bond. “Solo un ciclo di allentamento più significativo potrebbe dare nuova linfa all’economia mondiale -aggiunge-. E quindi tassi vicino allo zero sommati a uno stimolo fiscale contenuto in Europa e in Cina”.
Il tira e molla tra Usa e Cina
Questa è la ricetta dunque secondo il top analist di T. Rowe Price, alla vigilia dell’annuncio della Federal Reserve: il consensus prevede un taglio di 25 punti base domani e altri 25 entro la fine dell’anno. Non sono pochi gli analisti che sostengono non sia abbastanza. Di sicuro, forte e chiaro lo dice, da tempo, anche Donald Trump. D’altronde, la fase delicata in cui si trova l’economia globale è chiara a tutti. I due player maggiori, gli Usa e la Cina, sono impegnati in una guerra commerciale ‘tira-e-molla’ che, insieme all’impatto residuo delle politiche restrittive passate, sta facendo rallentare entrambe le economie. Vero che gli Usa godono di una disoccupazione ai minimi storici, ma è altrettanto vero che i dati più recenti dell’indice Pmi statunitense sono stati i peggiori in un decennio, per non parlare della crescita nell’Eurozona, stagnante da 18 mesi. Prosegue Orchard: “Stiamo assistendo alla formazione di un circolo vizioso tra la crescita minore e una fiducia più debole. In questi casi, il mix che ne deriva finisce per amplificare entrambi gli aspetti”.
…The United States, because of the Federal Reserve, is paying a MUCH higher Interest Rate than other competing countries. They can’t believe how lucky they are that Jay Powell & the Fed don’t have a clue. And now, on top of it all, the Oil hit. Big Interest Rate Drop, Stimulus!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) September 16, 2019
Nessun’altra banca centrale come la Fed
Il taglio arriverà. Ma, spiega l’analista, non sarà sufficiente: e a dirlo non ci sono soltanto alcuni analisti e il presidente Trump. Lo dicono i mercati stessi: “Con grande enfasi, per giunta: un ciclo breve e limitato di tagli dei tassi non è sufficiente a far ripartire la crescita”. Orchard ricorda la curva dei rendimenti americani che si è letteralmente appiattita, in alcuni punti addirittura invertita: “Vedi lo spread negativo tra Treasury a tre mesi e a sette anni, per non parlare degli spread sul credito high yield che si sono allargati e le deboli performance dell’azionario. Il problema -continua il top analist di T. Row Price- è che quando occorre dare una spinta alla crescita globale, tutte le strade riportano alla Fed: non esiste nessun’altra istituzione che abbia la disponibilità e la capacità di stimolare l’economia globale. La Cina sta implementando alcuni stimoli ma volti a stabilizzare solo la crescita domestica. La BoJ è già andata in ‘all in’ tre anni fa. Infine, la Bce ha un margine molto limitato per uno stimolo ulteriore, in quanto i principali governi dell’Eurozona sono poco propensi ad un aumento del debito”.
Policymakers, tocca a voi
La crescita e l’inflazione rimarranno basse. Un profondo rallentamento, o perché no, anche una piccola recessione appaiono inevitabili secondo l’analisi di Ken Orchard: “Non sarà particolarmente lunga o profonda, non ci sono squilibri economici tali da ipotizzare tali scenari. Tutto questo però si potrebbe evitare se i policymaker prenderanno finalmente l’iniziativa”. Lo faranno? Probabilmente sì, la storia suggerisce che la Fed, complici le pressioni di Donald Trump, che ormai ha identificato il governatore Jay Powell come suo acerrimo nemico, più del premier cinese Xi Jinping, farà ciò che deve fare. Subito? Probabilmente no. “E’ possibile si aspetti che la situazione peggiori ulteriormente. Magari, proprio una volta entrati in recessione” aggiunge Orchard, che conclude: “Per questo, ha senso mantenere posizioni lunghe sulla duration di alta qualità e coperture sul rischio. E quando la Fed interverrà per davvero, allora vi saranno interessanti opportunità di acquisto per credito corporate”.