Rame, le proteste in Cile fanno lievitare i prezzi del metallo
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RAME, LE PROTESTE IN CILE FANNO LIEVITARE PREZZI

produzione industriale

Quotazioni in netto rialzo per il rame dopo gli scioperi nelle miniere cilene

 

Il rame ritorna in focus con la salita dei prezzi, iniziata lo scorso giovedì 17 ottobre, giunta oggi ai massimi dell’ultimo mese. Il future sul rame quota 2,647 dollari (+0,43 per cento), mentre il contratto a tre mesi sul London Metal Exchange (LME) ha guadagnato l’1,2 per cento a 5.806 dollari la tonnellata. L’impennata è sostenuta sia dall’impostazione grafica rialzista, con un impulso partito a 2,569 dollari, sia dalle proteste cilene e dai dati cinesi sugli investimenti in infrastrutture e immobiliare.

 

Grafico Rame by TradingView

 

Il peso specifico della Cina

Dopo i dati negativi sul Pil cinese, fermo al 6 per cento nel terzo trimestre, venerdì sono stati pubblicati quelli relativi agli investimenti immobiliari e infrastrutturali, cresciuti rispettivamente del 10,5 per cento nei primi nove mesi del 2019 e del 4,5 per cento. Anche la produzione industriale cinese ha superato le previsioni del 5,8 per cento a settembre. Questi segnali positivi hanno permesso agli investitori di guardare con rinnovato interesse ai metalli industriali, proprio come il rame.

 

Gli scioperi nelle miniere in Cile e le proteste a Santiago

Gli acquisti sono, inoltre, sostenuti dal proseguire degli scioperi in alcune miniere del Cile, principale produttore mondiale di rame, come quella di Antofagasta Minerals ad Antucoya e quella di proprietà di Teck Resources a Carmen de Andacollo, a causa di un mancato accordo sindacale sul rinnovo del contratto dei lavoratori. La sola miniera di Carmen de Andacollo ha prodotto 15 mila tonnellate di rame nel secondo trimestre. Ai disordini sindacali si aggiungono alle violente proteste a Santiago, scattate dopo la decisione di aumentare il prezzo del biglietto della metropolitana, ultimo di una serie di rincari che avevano fatto aumentare il malcontento tra la popolazione. Ieri il presidente del Cile, Sebastan Pinera, ha dichiarato di aver “ascoltato con umiltà la voce della gente” e di aver deciso “di sospendere l’aumento del metro, che richiederà la rapida approvazione di una legge, affinché venga concordato un sistema per proteggere meglio i nostri compatrioti”. Il discorso di Pinera è stato pronunciato con le proteste ancora in atto nonostante lo stato di emergenza e i soldati e i carri armati dispiegati per le vie della capitale. “Tutti hanno diritto di manifestare pacificamente e solidarizzo con le ragioni che hanno per farlo – ha aggiunto Pinera – . Ma nessuno può minacciare la sicurezza di nessun compatriota. Solo uniti potremo salvare e conservare la nostra democrazia”.

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Redazione

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