Le azioni di Saudi Aramco viaggiano poco sopra la parità alla Borsa di Riyadh dopo che la società ha presentato conti per il 2022 da record, aumentando il dividendo trimestrale agli azionisti a quasi 20 miliardi di dollari. Il colosso energetico dell’Arabia Saudita ha capitalizzato un anno di grandi rialzi dei prezzi del petrolio che hanno portato a un’impennata dei margini di raffinazione e degli utili. Questo è “probabilmente il più alto profitto netto mai riportato nel mondo aziendale” ha commentato l’amministratore delegato Amin Nasser.
Con i risultati di Saudi Aramco si chiude un ciclo di guadagni record da parte delle major petrolifere e del gas in tutto il mondo, alimentati dalla guerra Russia-Ucraina. Ad esempio, Shell ha registrato lo scorso anno utili per quasi 40 miliardi di dollari, come mai era successo nei suoi 115 anni di storia. Mentre ExxonMobil ha riportato guadagni per 55,7 miliardi di dollari, anche questo un livello record.
Saudi Aramco: i numeri del 2022
Nell’anno trascorso Saudi Aramco ha dichiarato un utile di 161 miliardi di dollari, in rialzo del 47% dai 110 miliardi di dollari del 2021 e record assoluto da quando l’azienda è stata quotata nel 2019. Il free cash flow è stato di 148,5 miliardi, in netta crescita rispetto ai 107,5 miliardi dell’anno precedente. Il gigante petrolifero saudita ha accresciuto gli investimenti per aumentare la sua capacità produttiva. Nel 2022 le spese in conto capitale sono ammontate a 37,6 miliardi di dollari, segnando un incremento del 18% su base annua. La cifra è destinata a crescere anche nel 2023, con la società che stima una spesa tra 45 e 55 miliardi di dollari. Riyadh ha prodotto lo scorso anno circa 11,5 milioni di barili al giorno, costituenti il 10% dell’offerta mondiale di greggio.
Nasser sottolinea i rischi per il futuro legati al calo degli investimenti nel settore. “Abbiamo continuato a concentrarci sulla nostra strategia a lungo termine, costruire capacità lungo tutta la catena del valore con l’obiettivo di affrontare la sicurezza energetica e la sostenibilità. Dato che prevediamo che petrolio e gas rimarranno essenziali per il prossimo futuro, i rischi di investimenti insufficienti nel nostro settore sono reali, incluso il contributo all’aumento dei prezzi dell’energia”, ha affermato l’amministratore delegato.
Cresce il dividendo
Il più grande produttore mondiale di greggio ha deciso di incrementare i dividendi del 4% a 19,5 miliardi di dollari. La cedola verrà pagata entro la fine di marzo. Questa rappresenta una fonte di entrata molto importante per il governo dell’Arabia Saudita, il quale controlla la società con un pacchetto azionario del 94%. Per quest’anno però le attese sono di un equilibrio del mercato petrolifero, dopo l’exploit del 2022. A tenere alta l’asticella, secondo la società, sarà l’aumento della domanda dalla Cina dopo la riapertura e quella globale di carburante per aerei in vista di maggiori viaggi. Nasser puntualizza che “sarà difficile bilanciare tutto questo considerando che non ci sono abbastanza investimenti sul mercato ora”.