L’anno 2021 è stato esplosivo per Saudi Aramco, che ha più che raddoppiato i profitti grazie al rally del petrolio. L’azienda ha citato anche gli alti margini di raffinazione e il consolidamento della sua attività chimica come fattori che hanno determinato i risultati eccezionali. L’Amministratore Delegato Amin Nasser ha dichiarato che tutto ciò esprime la disciplina finanziaria dell’azienda, la flessibilità di fronte all’evoluzione delle condizioni di mercato e la costante attenzione alla strategia nel lungo termine orientata ad accrescere il valore per gli azionisti.
Ovviamente l’impennata dei prezzi del petrolio ha giocato un ruolo decisivo, con le quotazioni che sono aumentate del 55% l’anno scorso. Nasser tuttavia avverte che le prospettive rimangono incerte a causa dei fattori macroeconomici e geopolitici, sebbene le condizioni siano notevolmente migliorate. Il CEO vede una sana domanda di greggio, che si accompagna però a una riduzione della capacità inutilizzata globale, scorte basse e mancanza di investimenti. Le azioni di Saudi Aramco sono in calo dello 0,8% nella Borsa saudita Tadawul.
Saudi Aramco: i numeri del bilancio annuale
Il gigante petrolifero dell’Arabia Saudita ha aumentato l’utile netto del 124% a 110 miliardi di dollari nel 2021, rispetto ai 49 miliardi di dollari dell’anno precedente. Gli analisti si aspettavano un guadagno di 109,7 miliardi per l’intero anno, quindi il responso è in linea con il consensus. C’è da dire che il paragone con il 2020 non è molto indicativo, in quanto quello è stato l’anno contrassegnato dalla pandemia, dove il greggio subì uno shock mai visto, aggravato dallo scontro fratricida all’interno dell’OPEC+ tra Riad e la Russia sulla riduzione dell’output.
Nel 2021 la produzione media di petrolio di Saudi Aramco è stata di 9,2 milioni di barili al giorno, sostituendo il taglio dell’offerta dell’anno prima. La spesa in conto capitale è arrivata a 31,9 miliardi di dollari ed è prevista in crescita a 40-50 miliardi nel 2022.
La società ha dichiarato che il dividendo nel quarto trimestre 2021 ammonta a 18,8 miliardi di dollari, da distribuire agli azionisti nel primo trimestre 2022. Tale cifra è una miniera d’oro per il Governo Saudita che controlla l’azienda con una partecipazione del 98%, mentre il rimanente 2% rappresenta il flottante scambiato in Borsa. L’azienda riesce a coprire il dividendo grazie a un aumento del free cash flow a 107,5 miliardi di dollari, in netto rialzo rispetto ai 49,1 miliardi di dollari del 2020.
Inoltre la società ha comunicato una capitalizzazione di 4 miliardi di utili non distribuiti e un’assegnazione di azioni bonus agli azionisti nella misura di 1 quota per ogni 10 azioni possedute. Quindi per il 2021 la remunerazione per gli azionisti è rappresentata dal maxi dividendo di 75 miliardi di dollari, più le azioni bonus.
Saudi Aramco: i progetti futuri sul petrolio
Saudi Aramco espanderà la capacità di produzione di oro nero da 12 a 13 milioni di barili al giorno entro il 2027, oltre a quella di gas di oltre il 50% entro il 2030. Nasser ha detto senza mezzi termini come i piani per una rapida transizione del mondo distante dai combustibili fossili fossero assolutamente irrealistici, aggiungendo che i sottoinvestimenti nell’industria petrolifera stavano per minacciare la sicurezza energetica globale.
Al riguardo Riad aumenterà la spesa per la produzione di petrolio per soddisfare una domanda di energia in continua crescita. Quanto al discorso della transizione energetica, Saudi Aramco ha asserito di voler arrivare a zero emissioni entro il 2050 attraverso Scope 1, che riguarda le emissioni da fonti possedute o controllate dalla società, e Scope 2, che si riferisce alle emissioni dalla generazione di energia acquistata e consumata dall’azienda.