Un’opportunità di investimento interessante in un periodo storico in cui la Federal Reserve sta alzando i tassi d’interesse è quella di costruire le scale obbligazionarie. Di cosa si tratta? Parliamo di una strategia di portafoglio che protegge contro la volatilità dei tassi d’interesse e mira a sfruttare i rendimenti più elevati. In pratica il meccanismo è il seguente: si acquistano obbligazioni o fondi obbligazionari a breve scadenza e, quando giungono a maturazione, il capitale lo si reinveste in bond a scadenza più lunga. In questo modo la duration di portafoglio, che esprime la sensibilità delle obbligazioni alla variazione dei tassi d’interesse ed è minore per le scadenze brevi, viene mantenuta bassa e il reinvestimento comporta un rendimento maggiore se i tassi continuano a salire.
Scale obbligazionarie: le possibili strategie
In questo momento, vi sono diverse possibilità per sfruttare la strategia delle scale obbligazionarie. Una semplicissima riguarda i titoli di Stato USA. Attualmente, i rendimenti dei Treasury a sei mesi (4,7%) rendono molto di più rispetto a quelli a 10 anni (3,7%), perché gli investitori si stanno posizionando nella parte alta della curva vendendo i titoli a breve termine. Quando avviene questo è perché nel lungo periodo il mercato si aspetta che la Fed diventerà più accomodante con l’arrivo di una contrazione economica. Gli operatori di mercato potrebbero acquistare T-Note a breve e, alla maturazione, reinvestire il capitale a più lungo termine.
Un’altra possibilità è quella di utilizzare ETF BulletShares obbligazionari di società investment grade a scadenza 2023, 2024, 2025, creando quindi una scala triennale. La combinazione di questi tre fondi avrebbe un rendimento superiore al 5%, con una duration di 1,45 anni. Se i tassi rimanessero costanti o continuassero a salire, si potrebbe mantenere la scala triennale, reinvestendo a scadenza 2026 i proventi dell’ETF che giunge a maturazione nel 2023, ad esempio.
Due tipologie di rischi
Le scale obbligazionarie si prestano a due tipologie di rischi. La prima riguarda la discesa dei rendimenti sul mercato obbligazionario, ad esempio perché la Fed smette di alzare il costo del denaro. In tal caso, i prezzi salirebbero e il reinvestimento dei proventi sarebbe in titoli che rendono di meno. Tuttavia, le obbligazioni in essere potrebbero generare un apprezzamento del capitale se i rendimenti dovessero continuare a diminuire, compensando il minor rendimento atteso.
La seconda tipologia di rischio si riferisce al possibile richiamo da parte degli emittenti per rimborsare i titoli prima della scadenza, se i tassi scendono. In questo caso, gli emittenti infatti troverebbero conveniente chiudere con le obbligazioni emesse per rifinanziarsi a condizioni migliori. Se dovesse configurarsi una circostanza del genere, il piano degli investitori potrebbe essere compromesso, dal momento che sarebbero costretti a reinvestire a rendimenti più bassi. Non sono molte le obbligazioni richiamabili, e solitamente riguardano i bond high yield, ma per evitare questo rischio si potrebbero attuare le strategie delle scale obbligazionarie con i Treasury. Questi ultimi non presentano alcun pericolo di questo tipo, sebbene siano molto sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse.