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Tesla non è più unica, ecco perché l’azione si “normalizzerà”

Un autosalone di vendita di autovetture Tesla

L’azione Tesla ha perso il 6% capitalizzazione di mercato in una sola seduta, quella di lunedì 3 aprile. La causa? La pubblicazione dei dati sulle consegne nei primi tre mesi del 2023 che hanno superato le attese positive degli analisti ma non i numeri che si attendeva e aveva pronosticato il suo amministratore delegato Elon Musk. Si può ben dire che il numero uno di Tesla si è dato la zappa sui piedi ma i problemi per Tesla potrebbero aumentare nel prossimo futuro e portare a una “normalizzazione” dell’azione. La pensa così Sandepp Rao, responsabile della ricerca di Leverage Shares.

 

Tesla da produttore di innovazione a produttore di auto

Il sunto del pensiero di Sandeep Rao è che Tesla non rappresenta più un unicum. Anche se mantiene un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti, nel frattempo diventati molto numerosi, questo è destinato a ridursi in valore. Lo stesso destino avrebbero le azioni che perderebbero parte di quel surplus di valutazione che le ha caratterizzate finora come titolo growth.

Per Rao “è semplicemente inconcepibile che Tesla rimanga l’unica scelta possibile per i consumatori negli Usa o altrove. Pertanto, non ci si può aspettare che il titolo dell’azienda mantenga l’elevato PE Ratio che continua ad avere, dato che il PE Ratio medio dell’industria automobilistica si aggira intorno al valore di 11-12X. Non si può quindi escludere un’ulteriore razionalizzazione del prezzo delle azioni di Tesla”.

 

Margini e quota di mercato sotto la lente

Nei primi tre mesi del 2023 Tesla ha consegnato 422.875 auto contro le 421.000 circa prevista dal consensus degli analisti. Rispetto all’ultimo trimestre del 2022 l’incremento è stato del 4% e del 35% se confrontato nello stesso periodo dell’anno precedente. L’obiettivo che lo stesso fabbricante si è posto si attesta però al 50% di crescita.

La domanda per le auto del produttore di Austin è salita anche grazie alla riduzione dei prezzi decisa in più fasi dai manager del gruppo. L’effetto si vedrà sui margini che, secondo le previsioni degli analisti, potrebbero attestarsi poco sopra il 20% rispetto al 29% dello stesso periodo del 2022. Probabilmente in futuro sarà ancora più difficile difendere questi margini visto che i concorrenti si stanno muovendo nella stessa direzione. Per esempio, Volkswagen, oltre ad aver annunciato investimento per 180 miliardi di dollari nell’elettrificazione, ha presentato il modello ID.2 che avrà un prezzo inferiore ai 25.000 euro e la cui uscita è prevista per il 2025.

“L’avvento di un numero sempre più ampio di nuovi concorrenti – riprende Rao – alcuni forti di uno status consolidato come Mercedes-Benz, BMW, Ford, Cadillac, Hyundai, Kia e Nissan intaccato la quota di mercato di Tesla che è scesa dal 72% nel 2021 al 65% nel 2022. La Cina presenta un panorama simile, ma molto più vasto: oltre 94 marchi offrono collettivamente più di 300 modelli, che vanno da soli 5.000 dollari a oltre 90.000 dollari, con i marchi locali che controllano l’81% del mercato degli EV. Tesla deteneva una quota di mercato del 14% circa nel 2021, che è scesa all’8,8% nel 2022”.

 

Il grafico con l'andamento dell'azione Tesla negli ultimi due anni
Andamento di Tesla negli ultimi due anni – Fonte: Bloomberg

AUTORE

Alessandro Piu

Alessandro Piu

Giornalista, scrive di economia, finanza e risparmio dal 2004. Laureato in economia, ha lavorato dapprima per il sito Spystocks.com, poi per i portali del gruppo Brown Editore (finanza.com; finanzaonline.com; borse.it e wallstreetitalia.com). È stato caporedattore del mensile Wall Street Italia. Da giugno 2022 è entrato a far parte della redazione di Borsa&Finanza.

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