Valute: con l'inflazione USA alle stelle gli investitori comprano dollari
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Valute: con l’inflazione USA alle stelle gli investitori comprano dollari

Valute: con l'inflazione USA alle stelle gli investitori comprano dollari

È tornato il superdollaro sul mercato delle valute. Il biglietto verde nelle ultime ore ha guadagnato terreno contro Euro e Sterlina in scia ai dati sull’inflazione statunitense largamente al di sopra delle aspettative degli analisti. Mercoledì l’Ufficio di Statistica statunitense ha rilasciato un indice dei prezzi al consumo in crescita del 6,2% su base annuale per il mese di ottobre, quando il consensus si aspettava un incremento del 5,8%.

Era dal 1990 che non si vedeva un ritmo così rapido del tasso d’inflazione negli Stati Uniti e questo probabilmente non lascerà la Federal Reserve indifferente. La conseguenza è stata intanto la più grande svendita dei titoli del Tesoro a breve termine dall’inizio della pandemia e poi un rafforzamento del Dollaro USA. Inevitabili infatti le ricadute sul mercato delle valute. A questo proposito, il cambio EUR/USD è precipitato da 1,16 di ieri a 1,1450, livello che non vedeva da 16 mesi, mentre il cross GBP/USD da 1,356 a 1,34, il punto più basso da dicembre 2020 .

 

Dollaro USA: la Fed alzerà i tassi con questa inflazione?

Ciò che ha spinto gli investitori a puntare sul biglietto verde riguarda le aspettative sull’aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale americana. Nell’ultimo meeting di novembre il Governatore Jerome Powell ha ribadito calma e prudenza, perché gli effetti inflazionistici sono dettati dalla riapertura delle attività economiche dopo le chiusure del 2020 e dalla crisi degli approvvigionamenti. Per questo saranno transitori e destinati ad affievolirsi nel 2022 quando certi fenomeni scemeranno e il mercato troverà un suo equilibrio. Gli investitori però non si fidano troppo con questi numeri sull’inflazione e cominciano a scontare il primo ritocco del costo del denaro nella riunione della Fed di luglio 2022, a detta dello strategist di Deutsche Bank, Jim Reid.

La Banca Centrale Europea manterrà dal canto suo un certo accomodamento monetario, stando alle parole di Christine Lagarde, la quale ritiene che in Europa l’inflazione scenderà al di sotto del target del 2% entro il 2023. Negli ultimi giorni anche il membro del Board dell’istituto monetario, Isabel Schnabel, ha ribadito che il tasso di deposito principale rimarrà sotto lo zero almeno fino a quando la BCE non terminerà il suo programma di acquisto di obbligazioni.

La Bank of England sembrava quella più proattiva in un’ottica di aumento del costo del denaro, visto che in Gran Bretagna l’inflazione inizia a mordere l’economia molto più che in Europa. L’ultima riunione ufficiale della Banca però ha smentito le attese di una stretta già da quest’anno, giustificando la prudenza con un’economia che ancora risente della pandemia e che presenta diversi rischi dettati dal riemergere del virus. In questo quadro gli investitori percepiscono che alla fine sarà la Fed a muoversi prima degli altri sul fronte tassi e di conseguenza prediligono il biglietto verde rispetto alle altre 2 divise.

 

Valute: le opinioni degli analisti

Gli analisti prevedono tempi duri per Euro e Sterlina, al cospetto del Dollaro americano. Secondo Neil Jones, capo delle vendite in valuta estera presso Mizuho Bank Ltd., l’impennata dell’inflazione USA finirà per pesare sulla moneta unica e su quella britannica. A suo avviso, anche se la carenza degli approvvigionamenti e i limiti all’offerta si allenteranno, i prezzi in USA si riveleranno più vischiosi del previsto e quindi questa situazione durerà ancora per un pò.

Per Jeremy Stretch, capo della strategia di cambio del G-10 presso la Canadian Imperial Bank of Commerce, oltre all’inflazione vi è un altro driver che indebolirà Sterlina ed Euro, ovvero la questione Brexit. Le tensioni si stanno facendo più fitte con la vicenda dell’Irlanda del Nord e dall’Unione Europea potrebbero arrivare ritorsioni se la Gran Bretagna alla fine non rispetterà gli accordi commerciali post-Brexit.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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