Dopo sette anni di presenza in Italia con i suoi ETF, VanEck ha deciso di aprire una sede nel Belpaese, a Milano. Una mossa che è in parte un premio per i successi raggiunti e in parte un trampolino di lancio per costruirne altri. Sempre all’insegna della filosofia dell’asset manager fondato nel 1955 da John van Eck: essere pionieri e anticipare i trend di investimento. A guidare il nuovo ufficio ci sarà il responsabile per l’Italia, Salvatore Catalano, con il suo team composto da Alessandro Rollo, che ricoprirà il ruolo di Sales associate, e Daniela Romano, che si occuperà di Client service e Sales support. “Sono passati 7 anni da quando siamo sbarcati a Milano portando nello zaino un brand allora praticamente sconosciuto, con 4 prodotti e 200 milioni di dollari circa di masse in gestione – ricorda Catalano, intervistato da Borsa&Finanza -. Da allora siamo cresciuti tantissimo e oggi gestire solo da fuori Italia non sarebbe più stato possibile”.
Strategia sartoriale
L’apertura della sede in Italia risponde alle necessità di seguire da vicino l’espansione del mercato, l’evoluzione del prodotto e i clienti. Riprende Catalano: “Il mercato degli ETF e i suoi canali di distribuzione sono in forte movimento, basti pensare al canale della consulenza Fee on top e Fee only. Un mercato ancora in gran parte da esplorare. A ciò si aggiunga che l’ETF é un prodotto che non è rimasto fermo. Dalla semplice replica degli indici delle origini, oggi si è arrivati a un grado di sofisticazione elevato. E poi ci sono i clienti, che sono la cosa più importante. Vogliamo continuare a crescere con loro perché è così che si instaura il solido rapporto di fiducia che porta a grandi risultati”.
Oggi VanEck gestisce 120 miliardi di dollari di masse a livello globale ma si considera e opera ancora come una boutique d’investimento: “Siamo dei sarti e vogliamo offrire un servizio su misura. Anche per questo è arrivata Daniela Romano, che ha una lunga esperienza nel private banking e supporterà la clientela con tutti i servizi che siamo in grado di offrire”. Alessandro Rollo si concentrerà invece sul mondo delle reti e dei consulenti autonomi mentre Salvatore Catalano continuerà a seguire i clienti istituzionali, i fondi di fondi, le sgr, i family office e le banche.
Gli obiettivi di VanEck in Italia
“La nostra ambizione è di far crescere i nostri clienti con noi” ribadisce Catalano. È questo l’obiettivo principale che VanEck si propone di raggiungere in Italia. Perseguendo questo obiettivo potremo salire nella classifica degli ETF provider del Belpaese. VanEck è tra i primi quindici in Europa e in Italia ma si propone di entrare nella top ten, così come già fatto negli Stati Uniti.
Sempre seguendo la filosofia pionieristica delle origini. Come nel 1968, quando il fondatore, John van Eck, decise di investire in azioni di società minerarie aurifere in un’epoca in cui il prezzo dell’oro era legato a quello del dollaro USA (convertibilità di Bretton Woods n.d.r.). Per van Eck si trattava di una situazione insostenibile. Nel 1971 il presidente statunitense Richard Nixon mise fine alla convertibilità e le quotazioni dell’oro iniziarono a salire. “Come conseguenza VanEck diventò leader nel comparto, avendo visto prima degli altri ciò che sarebbe accaduto in seguito”. Una situazione che si è ripetuta più volte. Catalano cita il boom del gaming, settore su cui Van Eck anticipò tutti lanciando un ETF nel 2019 “avendo capito in anticipo sugli altri che esisteva un mercato importante e che era in atto il trend degli e-sport”.
Un anno dopo toccò al primo prodotto UCITS sul settore dei semiconduttori. “Sembra impossibile pensare che fino al 2020 non esisteva un prodotto UCITS per investire nei semiconduttori – è la riflessione del responsabile per l’Italia di VanEck -. Oggi quel prodotto è nella top ten, in Borsa Italiana, sia in termini di scambi che di volumi, con masse intorno ai 2,6 miliardi di USD”.
Anticipare i trend di investimento che un domani possono diventare solidi e aggiungere valore a un portafoglio. Ma anche offrire un approccio “pure play”. Sono i due pilastri della produzione di ETF di VanEck. “Con l’approccio pure play possiamo offrire un’esposizione mirata e concentrata su un tema specifico e riusciamo a restituire all’investitore il beta del settore” precisa Catalano.
Le prospettive degli ETF
Il responsabile di VanEck in Italia conclude l’intervista con uno sguardo sul segmento degli ETF e sulle strategie di prodotto che seguirà l’asset manager. “In generale – spiega – vedremo dal settore un’accelerazione delle emissioni di ETF attivi, un trend che proviene, come spesso accade, dagli Stati Uniti. Noi rimarremo fedeli alla nostra filosofia e quindi non ci imponiamo di seguire pedissequamente il trend. Per questo – precisa – non mi aspetto che seguiremo il ritmo di emissioni viste nel settore negli anni passati, ma saremo molto selettivi sui temi di investimento che proporremo. Quando arriverà un nuovo ETF sul mercato sarà il risultato di un’elaborazione e una ricerca approfondita”.
Tra gli ultimi lanci di VanEck, peraltro, ci sono due prodotti che confermano la propensione a seguire temi innovativi. Si tratta di due ETN con sottostanti cripto.
“Per noi non è una novità parlare di cripto asset – spiega Catalano – visto che Jan van Eck, l’amministratore delegato del gruppo, già nel 2017 aveva intravisto l’evoluzione dell’investimento in criptovalute, un po’ come fece suo padre con l’oro nel 1968. Oggi vantiamo un’esperienza molto ampia nel comparto delle valute digitali e disponiamo di team di ricerca e di analisti molto ampi sia negli USA come anche in Europa. Nonostante gli asset cripto rappresentino una piccola parte della nostra attività, siamo in grado di sostenere la clientela anche in questo ambito”.