Il 2022 non è cominciato con i migliori auspici per Wall Street. Sono molte le turbolenze che si stanno registrando sui mercati azionari e sono sempre più le sedute in cui gli indici si colorano di rosso. Questo risalta maggiormente se si rapporta tutto a come gli investitori erano abituati fino ad oggi, con le Banche centrali che inondavano il mercato di liquidità, mantenendo vive le quotazioni. In queste
Wall Street: 7 segnali d’allarme, inversione agli inizi?
Adesso dunque la sensazione generale è che il quadro sia cambiato, soprattutto che si sia modificato in peggio. Ancora in molti tuttavia si stanno chiedendo se i frequenti sell-off siano figli di una sana correzione dopo gli imponenti rialzi di lungo termine oppure rappresentino l’inizio di un’inversione di tendenza più pronunciata. Osservando il contesto vi sono alcuni indicatori che fanno propendere per la seconda ipotesi, vediamoli di seguito.
NASDAQ sofferente
La chiusura di mercoledì 19 dicembre dell’indice tecnologico americano ha detto 2 cose importanti: la prima è che il ritracciamento ha superato la fatidica soglia del 10%, che separa una normale correzione da un’inversione di trend; la seconda è che i prezzi si sono collocati al di sotto della media mobile a 200 giorni. Quest’ultimo indicatore potrebbe essere un segnale d’allarme molto serio se si pensa che il NASDAQ-100 è rimasto sempre sopra la media durante la sua cavalcata rialzista.
Crollo dei titoli dei semiconduttori
I produttori di semiconduttori sono stati per lungo tempo tra quelli che hanno accompagnato i rialzi degli indici, nell’ambito di un certo appetito che gli investitori nutrivano per le aziende tecnologiche. L’indice iShares Semiconductor ETF SOXX, che raggruppa i titoli del settore, ha perso circa l’8% quest’anno, sottoperformando il mercato e violando i minimi da novembre 2021.
L’incrocio della morte del Russell 2000
L’indice Russell 2000, che comprende le aziende a piccola capitalizzazione, sta sperimentando l’incrocio della morte, situazione che si ha quando la media mobile breve (a 50 giorni) incrocia al di sotto della media mobile lunga (a 200 osservazioni). Questo significa che i trader stanno aumentando le posizioni ribassiste e sono probabili discese di prezzo dell’indice se non entrano nuovi compratori per riequilibrare il mercato.
Violazione della media mobile a 100 dell’indice S&P 500
La media mobile a 100 giorni del principale indice di Wall Street è stata violata al ribasso nella chiusura di mercoledì per la prima volta da ottobre 2021. Questo potrebbe aprire la strada a una discesa sotto la media a 200 giorni, che rappresenta la tendenza di lungo periodo, quindi con chiaro segnale di inversione.
L’indicatore della paura sale
L’indice VIX, che esprime la volatilità implicita delle opzioni sui titoli dell’S&P 500 ed è una misura della paura degli investitori, è arrivato a circa 24, al di sopra della media di lungo periodo che si assesta a 20. Questo vuol dire che il mercato in questo periodo è nervoso e incerto; in queste condizioni normalmente gli operatori vendono con molta più facilità rispetto agli acquisti.
Rendimenti Bund tedeschi positivi
Per la prima volta da oltre 2 anni i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi decennali sono finiti in territorio positivo e questo non è un bel segnale per le azioni, perché vorrebbe dire che gli investitori si stanno preparando a un inasprimento della politica monetaria della Banca Centrale Europea. Ciò infatti potrebbe spingere la Fed ad essere ancora più aggressiva sul fronte tassi nel 2022.
Vendite settoriali
La gran parte dei settori dell’S&P 500 sono in perdita in questo inizio anno. Gli unici 2 settori che stanno avendo un andamento positivo sono i finanziari e gli energetici. I primi riflettono le aspettative di aumento dei rendimenti sul mercato, mentre i secondi gli aumenti dei costi delle materie prime. Non proprio 2 elementi benefici per i mercati azionari.