Wall Street: ecco perché il secondo semestre può essere come il primo - Borsa&Finanza

Wall Street: ecco perché il secondo semestre può essere come il primo

Wall Street: ecco perché il secondo semestre può essere come il primo

Wall Street ha terminato la sua prima metà del 2022 con un bilancio disastroso. L’indice S&P 500 ha infatti realizzato nel periodo il più grande calo dal 1970, con la sua performance negativa del 20,6%. Sono stati molti i fattori a inficiare i mercati azionari e che tutti insieme si sono rivelati un tornado a cui era difficile porre argine in qualunque modo. La Federal Reserve ha condotto le danze, con l’inasprimento della politica monetaria, ma la tragedia che si è abbattuta sul contesto geopolitico con la guerra Russia-Ucraina è stata una cosa assolutamente inattesa e che ha finora provocato danni rilevanti soprattutto sul fronte delle materie prime. A corredo di questi due eventi rovinosi, la crisi degli approvvigionamenti che ancora sta condizionando fortemente molti settori industriali e il ritorno del Covid-19 in Cina che ha portato le Autorità governative a imporre lockdown e chiusure, frenando enormemente l’attività produttiva e la crescita nel Paese.

 

Wall Street: per gli analisti le prospettive non sono buone

Tutti quanti ora sperano che il secondo semestre dell’anno conduca a un’inversione di tendenza e gli investitori tornino a comprare a Wall Street. Gli strategist però non sembrano molto ottimisti e vedono ancora una situazione globale a tinte fosche. HSBC Asset Management in un rapporto ha scritto che il regime economico sembra mutare volto perché persistono gli shock dell’offerta, la globalizzazione rallenta e i prezzi delle materie prime rimangono alti. Tutto questo in un contesto in cui i Governi stanno tentando di gestire i rischi di transizione relativi alla politica sull’ambiente.

Joe Little, Global Chief Strategist di HSBC ha parlato di fine di una stagnazione secolare, determinata da inflazione bassa e tassi d’interesse a zero. L’esperto adesso vede un ciclo economico che si inverte, dove i prezzi dei beni al consumo rimangono più elevati e i tassi d’interesse si alzano. Questo implica una fase di turbolenza del mercato, con gli investitori che dovranno puntare sulla diversificazione di portafoglio per renderlo più resiliente. Little ha suggerito che c’è spazio per una migliore performance più avanti nel 2022 se l’inflazione si raffredda e le Banche centrali saranno in grado di adottare una posizione più equilibrata.

David Pierce, direttore di Strategic Initiatives, ha affermato che l’inflazione non ha raggiunto ancora il picco e al momento non c’è alcun catalizzatore perché i prezzi del petrolio possano scendere. Le pressioni quindi rimarranno alte, a suo avviso, a meno che non vi sia una risoluzione alla guerra Russia-Ucraina e le compagnie petrolifere non siano in grado di aumentare l’offerta, il che richiederebbe almeno 6 mesi di tempo.

Pierce ha riconosciuto che le azioni a Wall Street sono più allentanti di quanto fossero alcuni mesi fa, grazie alla discesa delle quotazioni in questi mesi, ma ritiene che ancora ci sia parecchia strada per altri movimenti al ribasso. L’esperto considera il settore delle materie prime e quello dei beni di prima necessità come cibo, sanità e abbigliamento da preferire in questo momento storico, nell’ambito degli investimenti azionari.

 

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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