Wall Street ha ruggito nell’ultima seduta con i principali indici americani in deciso rialzo dopo la seduta negativa di venerdì 3 dicembre. L’indice S&P 500 ha chiuso con un +1,17%, ancora meglio ha fatto il Dow Jones che ha terminato la sessione a +1,87%, mentre il NASDAQ è rimasto più indietro aumentando dello 0,93%.
L’indice tecnologico USA in particolare risente del timore che la Federal Reserve incrementi anticipatamente i tassi d’interesse, spingendo così al rialzo i rendimenti obbligazionari. Questo sarebbe uno scenario poco piacevole per le società tech che investono a lungo termine, in quanto vedono accrescere il costo del finanziamento.
Wall Street: 2 fattori che tengono in apprensione il mercato
La Borsa americana è stata per diversi giorni imbavagliata da 2 fattori che stanno trasferendo molta incertezza e preoccupazione a Wall Street. Uno è la variante Omicron del Covid-19, che continua a diffondersi in moltissimi Paesi gettando le basi per rimpiazzare nell’arco di poco tempo la Delta che ha dominato la scena in questa quarta ondata di infezioni.
Tuttavia, dagli scienziati sono arrivate le prime rassicurazioni che i mercati aspettavano, ossia che il nuovo ceppo è più contagioso ma forse meno pericoloso. Ovviamente bisognerà ancora attendere qualche giorno o settimana per capirne di più, però è probabile che almeno in parte l’allarme sia rientrato.
Un secondo fattore di disturbo riguarda il cambiamento di approccio della Fed al cospetto dell’inflazione. I mercati sono stati turbati profondamente la settimana scorsa quando Jerome Powell ha riferito di fronte al Congresso USA che il termine “transitoria” non andrebbe più associato alla crescita dei prezzi.
Questo ha instillato negli operatori il dubbio che il Governatore possa davvero mantenere fede all’impegno dichiarato di non curarsi troppo dell’inflazione e di alzare il costo del denaro solo nel 2023. Anzi sono aumentate decisamente le scommesse che Powell possa già nella prima parte del prossimo anno ritoccare di un quarto di punto il tasso ufficiale di sconto.
Questi 2 fattori sono stati brillantemente assorbiti dal mercato con i rialzi di ieri, facendo pensare che forse il trend rialzista è pronto nuovamente a riprendere la corsa che dura ormai da marzo 2020 e che ha avuto poche vere battute d’arresto.
Adesso nell’attesa del meeting ufficiale della Banca Centrale del mese di dicembre, gli occhi sono puntati sul rilascio dei dati sull’inflazione di venerdì prossimo. Nel mese scorso le rilevazioni sono state inquietanti, con l’indice dei prezzi al consumo che è volato al 6,2%, livello più alto mai registrato da oltre 30 anni. Per il mese di novembre le attese sono per una crescita del 6,7%; qualsiasi risultato che disattende le stime del consensus potrà generare parecchio movimento nelle quotazioni azionarie.
Borsa USA: un segnale allarmante dall’indice VIX
L’attenzione però deve essere mantenuta ancora molto alta, perché qualche indicatore desta più di una preoccupazione. L’indice di volatilità CBOE, che esprime le oscillazioni sul mercato delle opzioni ed è segnaletico della paura degli investitori, è tornato sotto il livello psicologico di 30, ma ancora si trova a 23,85, ovvero al di sopra della media annuale. Questo significa che gli operatori prevedono di fatto che almeno nel breve termine le turbolenze persistano.
Secondo Nicholas Colas, analista di DataTrek Research, la volatilità continuerà ad aumentare, per questo raccomanda di acquistare azioni soltanto quando il VIX raggiungerà almeno 36, anche se l’ideale sarebbe un livello di 44. L’esperto precisa che la view sui mercati azionari rimane rialzista nel lungo termine, ma fino alla fine dell’anno la corsa sarà accidentata sia per via della politica della Fed che per l’incertezza degli investitori sugli utili a breve termine delle società.
Anche Mark Sebastian, fondatore di Option Pit LLC, raccomanda di essere vigili, perché l’indice della paura ancora segnala agitazione nei mercati, i quali stanno affrontando in questo momento una certa pressione che potrà dare adito a ulteriori ribassi del i prezzi delle azioni.