Il crollo della Silicon Valley Bank (SVB) ha lasciato il segno anche nell’ambito della regolamentazione delle banche USA. La Federal Reserve ora valuta di stringere sulle regole relativamente alle banche di medie dimensioni, per evitare che quanto accaduto in questi giorni possa ripetersi. In particolare, gli istituti di credito che hanno attività comprese tra 100 e 250 miliardi di dollari saranno oggetto di revisione in tema dei requisiti di capitale e liquidità. In aggiunta a questo, la Fed valuterebbe con maggiore rigore gli stress test annuali, per verificare la resilienza delle banche di fronte a scenari economi e finanziari avversi.
“Dobbiamo avere umiltà e condurre una revisione attenta e approfondita di come abbiamo supervisionato e regolamentato questa azienda e cosa dovremmo imparare da questa esperienza”, ha dichiarato Michael Barr, vicepresidente della Fed per la supervisione che sta guidando la revisione. Mentre il governatore della Fed, Jerome Powell, ha aggiunto che “gli eventi che circondano la Silicon Valley Bank richiedono una revisione approfondita, trasparente e rapida da parte della Federal Reserve”. Tale revisione sarà pubblicata entro il 1° maggio.
Qualcosa si muove nel Congresso USA
Tutto ciò giunge a seguito di pressioni che la Banca centrale americana ha ricevuto dopo il crack di SVB in merito alla vigilanza. Alcuni critici sono stati molto severi sull’autorità regolamentare, in quanto hanno ritenuto che la situazione in cui versava la banca delle startup tecnologiche fosse evidente. Sotto accusa è in particolare la decisione da parte dei legislatori e dei regolatori di allentare le regole per i piccoli istituti di credito negli ultimi anni.
Nel 2018 il Congresso ha esentato alcune banche con attività fino a 250 miliardi di dollari dalle misure di vigilanza più strette da parte della Fed, inclusi gli stress test e i requisiti di capitale e liquidità. Mentre l’anno successivo, l’istituto monetario ha approvato regolamenti più morbidi per le banche che non superavano una certa dimensione. SVB è rientrata nell’ambito di una regolamentazione più leggera, dal momento che al 31 dicembre 2022 le sue attività complessive ammontavano a 212 miliardi di dollari.
Adesso il Parlamento statunitense si sta adoperando affinché le cose cambino. Nella giornata di ieri alcuni senatori democratici guidati da Elizabeth Warren si sono riuniti per presentare un disegno di legge abrogativo della legge del 2018. “Nel 2018, ho suonato il campanello d’allarme su cosa sarebbe successo se il Congresso avesse ritirato le protezioni critiche Dodd-Frank: le banche avrebbero caricato il rischio per aumentare i loro profitti e collassare, minacciando la nostra intera economia – ed è esattamente quello che è successo”, ha scritto Warren in una nota.
Banche USA: è tornata davvero la normalità?
Le autorità di regolamentazione statunitensi si sono prontamente attivate dopo il fallimento di SVB, mettendo in campo un piano di sostegno per permettere ai depositanti di ritirare tutto il loro denaro e alle altre banche USA di accedere, in caso di necessità, a una linea di credito a condizioni vantaggiose aperta presso la Federal Reserve. Questo ha permesso di ristabilire una certa calma nei mercati, che si erano agitati a seguito del crack, nonostante la fuga dei depositi dalle banche di minori dimensioni.
Tuttavia, c’è da chiedersi se questa stabilità sia una cosa duratura o sia destinata a finire presto. Secondo Laurence Fink, amministratore delegato di BlackRock, il settore bancario regionale americano rimane a rischio, sebbene non sia chiaro se “la crisi bancaria determinata dall’aumento dei tassi d’interesse possa mietere più vittime”. Anche John Briggs, responsabile globale dell’economia e della strategia dei mercati di NatWest Markets, esprime una certa preoccupazione. “Nel breve termine abbiamo instillato una certa stabilità, ma onestamente non so se sia la stabilità o l’apparenza di stabilità, perché certamente non so cosa stia accadendo dietro le quinte della base di depositi di diverse migliaia di banche di piccole e medie dimensioni negli Stati Uniti”, ha detto. Mentre Alvin Tan, responsabile della strategia Asia FX di RBC Capital Markets, osserva come “la propensione al rischio sembra normalizzarsi dal panico indotto da SVB”.