Riprendono le trattative commerciali tra Usa e Cina. E mercoledì c’è la Fed
Bank of Japan domani. Fed mercoledì e Bank of England giovedì. Le banche centrali restano al centro dell’attenzione degli investitori nella settimana in cui riprendono le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina. Prevale un certo scetticismo, e infatti le borse asiatiche hanno chiuso deboli, -0,19% Tokyo mentre Shanghai perde lo -0,12% anche in scia alle nuove proteste di Hong Kong.
Ancora debole l’Euro nei confronti del Dollaro anche se riguadagna terreno con la Sterlina, complice l’aumento delle probabilità di una Brexit No Deal con Boris Johnson nuovo premier inglese.
Petrolio ancora poco mosso, stabile l’Oro sempre ben al di sopra dei 1.400 dollari l’oncia. Non si schioda dai minimi storici il Bund decennale tedesco.
EQUITY
Dax 12.424 (+0,13%)
Non ci sono dati macroeconomici di rilievo, anche se domani sono in arrivo nuovi dati sulla fiducia dei consumatori tedeschi attraverso GfK. L’indice è ancora intrappolato in una lateralità avviata a metà giugno, supporto 12.190 punti, resistenza a 12.600.
Ftse Mib
Aspetta le nuove trimestrali e si allinea con le altre borse europee. Così il listino milanese, il peggiore della scorsa settimana, apre a -0,2% sotto i 22.000 punti. Quella di oggi potrebbe essere un’altra seduta interlocutoria in cui riprendere fiato, dopo il massimo dell’anno raggiunto giovedì 25 luglio a 22.357 punti, in attesa di riprendere forza negli acquisti in scia alle decisioni della Fed e proseguire il trend positivo di breve periodo avviato a inizio giugno. Per farlo però non deve scendere al di sotto del supporto fissato a 21.616 punti. Delude le attese l’indice dei prezzi alla produzione su base mensile: -0,3% rispetto al -0,1% delle previsioni. In linea con le stime invece il dato su base annuale: 0,9%.
Cac 40
Apertura piatta per Parigi, che sconta ancora il massimo dell’anno raggiunto il 25 luglio scorso a 5.672 punti, aspettando alle 15 l’asta di Btf con scadenza a 3, 6 e 12 mesi.
Ibex
E’ l’unico listino europeo ad aprire sopra la parità. Cattive notizie dai dati macroeconomici: l’inflazione è ben al di sotto delle attese: -0,6% il dato preliminare del mese di luglio a fronte del +0,2% stimato dagli analisti. Anche l’indice dei prezzi alla produzione è minore delle previsioni: 0,5% a fronte dello 0,6% previsto. Giù anche le vendite al dettaglio a giugno, su base annuale: 2,4% (a maggio 2,6%).
VALUTE
Cambio Euro Dollaro sostanzialmente stabile ma prevale ancora la debolezza della moneta unica nei confronti del biglietto verde dopo la pubblicazione del Pil Usa superiore alle attese. Perde terreno la Sterlina dopo la pubblicazione di ieri sul Sunday Times di un report a firma Michael Gove, responsabile dei preparativi per la Brexit No Deal: “La prospettiva, con la nomina di Boris Johnson nuovo Prime Minister, è molto reale”.
Euro / Dollaro 1,1124 (0%) Euro / Sterlina 0,9017 (+0,37%) Euro / Franco Svizzero 1,1032 (-0,21%)
COMMODITY
Quotazioni del petrolio in lieve calo ma in generale prevale ancora l’immobilità per il greggio, ancora bloccato tra i 55 e i 56 dollari al barile. Oro stabile in area 1.420 dollari l’oncia dopo i 1.452 raggiunti la settimana scorsa, record degli ultimi sei anni, a conferma che i timori per un rallentamento dell’economia globale a fronte delle tensioni commerciali e geopolitiche sono ancora forti. Rame sotto la soglia dei 2,7 dollari per libbra a quota 2,68.
TASSI D’INTERESSE
L’ulteriore indizio sui timori degli investitori arriva dal rendimento dei Bund tedeschi, che rimangono appena al di sotto del -0,4% dopo aver aggiornato il minimo storico a -0,417% il 25 luglio scorso. A metà mattinata tratta a -0,397%, mentre il Btp decennale è stabile a 1,51%.