Carbone: consumi a livelli record, ecco perché i prezzi volano - Borsa&Finanza

Carbone: consumi a livelli record, ecco perché i prezzi volano

Carbone: il mondo torna a comprarlo e i prezzi si impennano, ecco perché

Nel mondo si sta registrando un preoccupante ritorno di fiamma per il carbone, dopo essere stato messo al bando da tutti i Paesi per combattere il cambiamento climatico e favorire la transizione energetica. La situazione attuale dal punto di vista energetico però non lascia molte alternative e la domanda di carbone e il suo prezzo sono destinati a raggiungere i livelli record del 2013.

Un report recente dell’Agenzia Internazionale per l’Energia ha avvertito che quest’anno il consumo globale del combustibile fossile crescerà dello 0,7% eguagliando il record di 9 anni fa. Inoltre, è possibile che, con la ripresa della domanda della Cina, nel 2023 la richiesta complessiva aumenterà ancora tracciando un nuovo massimo storico. La conseguenza di tutto questo sarà il più grande incremento annuale delle emissioni globali di CO2, raggiungendo il livello più alto della storia, sottolinea l’agenzia.

 

Carbone: perché vi è stato un boom della domanda

Cosa stia determinando una continua crescita di carbone è da ricondurre essenzialmente alla carenza di gas dovuto alla guerra Russia-Ucraina, precisa l’AIE. Da quando è scoppiato il conflitto, l’Europa ha sempre più cercato di sganciarsi dalle risorse energetiche provenienti da Mosca, in armonia con le sanzioni occidentali inflitte al Paese guidato da Vladimir Putin. In merito, è stato imposto l’embargo sul carbone e su circa il 90% del petrolio importato, ma sul gas ancora no perché la dipendenza da questo combustibile è troppo forte. Tuttavia, è stata la Russia a limitare le esportazioni, come ritorsione alle misure punitive occidentali. Così, dal principale gasdotto Nord Stream 1, i flussi sono drasticamente diminuiti fino ad arrivare ad appena il 20% della capacità produttiva.

Tutto ciò ha indotto l’Europa a tornare a fare affidamento al carbone, con l’UE che secondo l’AIE dovrebbe aumentare quest’anno del 7% il consumo totale, che si aggiunge al 14% del 2021. “Diversi paesi dell’UE stanno estendendo la vita delle centrali a carbone previste per la chiusura, riaprendo impianti chiusi o alzando limiti alle loro ore di funzionamento per ridurre il consumo di gas”, riporta il report dell’agenzia.

 

Cosa ne sarà dei prezzi?

Il prezzo del carbone termico dalla fine dell’anno scorso è balzato del 170%, accelerando dopo l’inizio della guerra Russia-Ucraina. Basti pensare che la scorsa settimana, la società giapponese Nippon Steel Corporation ha siglato un contratto commerciale con Glencore per la fornitura di carbone termico a 375 dollari a tonnellata, ovvero al prezzo più alto che un’azienda giapponese abbia mai pagato per la materia prima.

Le prospettive secondo gli analisti non sono molto incoraggianti, in quando molte cose vertono a favore di ulteriori rialzi nei prossimi mesi. Peter O’Connor, analista senior di Shaw and Partners, ritiene che con l’arrivo dell’inverno e con la disponibilità del gas più limitata e dell’offerta di carbone più ristretta, vi sarà maggiore pressione sui prezzi di quest’ultimo. Di conseguenza, “il mercato rimarrà più alto a lungo, probabilmente fino a tutto il 2023”, osserva l’esperto.

Anche Danile Hynes e Soni Kumari, analisti di ANZ Research, condividono le stesse preoccupazioni scrivendo in una nota che, dopo il taglio dei flussi di gas russo da Nord Stream verso l’Europa al 20% della capacità, le scorte di gas potrebbero non essere abbastanza per superare l’inverno.

 

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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