Negli Stati Uniti ha rivestito negli anni una grande importanza il tema dei crediti verdi, nell’ambito della transizione dalle auto a combustione a quelle elettriche. Il Governo americano ha introdotto diverse forme di incentivo affinché i produttori di auto immettessero nel mercato veicoli che rispettassero sempre di più l’ambiente. In questo si inseriscono i regulatory credits assegnati alle case automobilistiche, che hanno la possibilità di scambiare in un mercato perfettamente lecito senza incorrere in sanzioni, diversamente da quanto invece avviene nell’area dell’Unione Europea. Vediamo quindi di cosa si tratta e qual è il loro funzionamento.
Crediti verdi: definizione e funzionamento
Per chi opera nel mercato americano dell’automotive è richiesto che i costruttori di auto producano ogni anno un certo numero di veicoli di nuova energia, ovvero elettriche o ibride plug-in. Le aziende che riescono a raggiungere l’obiettivo delineato dal Governo ricevono delle premialità rappresentate dai crediti verdi. Questi quindi non sono altro che dei particolari certificati assegnati ai produttori di auto che servono a monitorare le emissioni generate dai loro veicoli.
L’incentivo sta nel fatto che tali certificati possono essere venduti ad altri incassando del denaro. In altri termini, le aziende più virtuose dal punto di vista delle emissioni riceveranno una quantità maggiore di crediti verdi, che hanno l’occasione di cedere a coloro che invece sono più indietro rispetto ai target governativi e che quindi necessitano di rientrare nella norma.
Crediti verdi: una miniera d’oro per aziende come Tesla
Negli anni i crediti verdi hanno rappresentato una delle principali fonti di guadagno per l’azienda guidata da Elon Musk, dal momento che essa produce esclusivamente auto elettriche e quindi risulta addirittura in eccesso rispetto ai limiti imposti dalla normativa. Nell’arco di 10 anni Tesla ha incassato oltre 2 miliardi di dollari solo dalla vendita di questi certificati, al punto che molti analisti hanno messo in dubbio la capacità reale della società di generare profitto senza la dipendenza da questa importante risorsa. A farne richiesta sono state compagnie come Fiat Chrysler, ora Stellantis, e ultimamente Volkswagen. Altre aziende che hanno incassato molto con i green credits sono state le cinesi BYD e Saic-Gm Wuling Automobile.
Adesso però le cose stanno cominciando a cambiare, perché sono sempre più le società che hanno attuato e iniziato piani per sganciarsi definitivamente dalle auto a combustione per mettere in circolo solamente vetture a bassa o nulla emissione di CO2. Per tale ragione il business dei crediti verdi è in deciso calo. Lo confermano i risultati finanziari dell’ultimo trimestre di Tesla, dove rispetto a un anno fa vi è stata una riduzione del 50% dei crediti verdi ceduti ad altre aziende, con introiti da questa fonte appena di 344 milioni di dollari.