L’economia europea sarà scossa quest’anno dalle recessioni di Germania e Italia. È quanto sostiene l’agenzia di rating Fitch, secondo cui nel complesso l’area dell’Eurozona sarà in grado di evitare una contrazione economica mentre combatte l’inflazione. James McCormack, managing director di Fitch, ritiene che le flessioni economiche dei due paesi non saranno gravi.
La produzione tedesca si è contratta più del previsto alla fine del 2022, con il PIL che è sceso dello 0,4% nel quarto trimestre mentre il consensus si attendeva un calo dello 0,2%. Secondo l’ufficio di statistica della Germania, ciò è stato determinato dalla riduzione degli investimenti di capitale e dei consumi privati. Il PMI manifatturiero si è nuovamente ridimensionato a febbraio, con i produttori che hanno evidenziato una continua flessione dei nuovi ordini, guidata da un calo sostenuto delle vendite all’esportazione. Alcuni dati positivi che infondono maggiore ottimismo tuttavia ci sono. Ad esempio, gli indicatori delle aspettative Ifo e ZEW sono cresciuti più del previsto, mentre le indagini dei responsabili degli acquisti hanno segnalato che l’attività privata è tornata a crescere dopo più di sei mesi in cui ha registrato un andamento negativo. Gli analisti però ancora prevedono un altro risultato negativo del PIL nel trimestre in corso, il che significherebbe tecnicamente recessione.
Quanto all’Italia, nel 2022 il Paese ha sorpreso per l’ottima tenuta dell’economia. Nel quarto trimestre il PIL ha chiuso in segno negativo (-0,1%), ma meno rispetto a quanto si attendevano gli analisti (-0,2%). A sostenere l’economia italiana è il turismo, che ha compensato lo shock delle materie prime e che lascia buoni propositi per il 2023. Tuttavia, bisogna fare i conti con l’aumento dei tassi d’interesse della Banca Centrale Europea per contenere l’inflazione ancora alta nell’eurozona, il che per un Paese fortemente indebitato come l’Italia apre le porte quantomeno a un rallentamento della crescita.
Economia: in USA una recessione più lieve per Fitch
Fitch considera invece gli Stati Uniti a rischio di recessione modesta dell’economia alla fine di quest’anno. McCormack ha affermato che la Federal Reserve dovrà probabilmente aumentare i tassi al 5,5% e il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha aggiunto un tetto del debito a gennaio, con i legislatori che stanno discutendo per l’innalzamento. L’economia a stelle e strisce sta mostrando al momento un eccellente stato di forma, con il mercato del lavoro in ottima salute e l’attività produttiva ancora molto forte.
Per il resto, secondo Fitch, il Pakistan rischia il default alle prese con un’inflazione superiore al 30% e allo sforzo per soddisfare le condizioni imposte dal Fondo Monetario Internazionale al fine di garantire un salvataggio da 6,5 miliardi di dollari. “Questo è il caso più critico da tenere d’occhio”, ha osservato McCormack.
Un altro Paese sotto stretta osservazione è l’Egitto, sottolinea l’agenzia americana, in quanto versa in una crisi economica profonda. Le prospettive dello Stato dell’Africa settentrionale derivano “dalla capacità di ottenere finanziamenti esterni, molto probabilmente dagli alleati tradizionali nella regione del Golfo”, ha detto McCormack.
Secondo l’analisi di Fitch, un Paese virtuoso invece è l’Arabia Saudita, che mostra la più alta crescita economica del G20, grazie ai grandi profitti ottenuti dal petrolio con l’aumento dei prezzi, e in procinto di diversificare le risorse energetiche aprendosi al mondo esterno.