Gas naturale: per Goldman Sachs quotazioni a 180 euro nel 2022
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Gas naturale: per Goldman Sachs quotazioni a 180 euro nel 2022

Gas naturale: per Goldman Sachs quotazioni a 180 euro nel 2022

I prezzi del gas naturale europeo sono destinati a salire fino a 180 euro quest’anno. E’ questa la previsione di Goldman Sachs sulla base dello scenario che si sta configurando nel mercato delle materie prime. Attualmente le quotazioni ad Amsterdam si aggirano intorno agli 85 euro. La banca d’affari americana attribuisce la possibile risalita del valore del combustibile alle tensioni che si stanno intensificando tra la Russia e l’Ucraina, con un conflitto armato ormai alle porte. Se ciò dovesse avvenire come sembra scontato, scatterebbero automaticamente le sanzioni dall’Europa, il che farebbe ridurre il flusso di gas da Mosca verso il Vecchio Continente.

 

Nord Stream 2: in funzione solo nel 2023?

La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe avere un altro effetto deleterio per le quotazioni del gas naturale, ovvero lo slittamento dell’entrata in funzione del gasdotto Nord Stream 2 dal secondo trimestre dell’anno alla fine del 2022, se non addirittura al 2023 in caso di escalation nella guerra tra i 2 popoli dell’ex Unione Sovietica. Tutto ciò ha come conseguenza una riduzione delle forniture, con relativo aumento dei prezzi del gas.

Nord Stream 2 è il più lungo collegamento al mondo con i suoi 1.230 chilometri che si estendono sotto il Mar Baltico e arrivano fino alle coste tedesche, per poi confluire in tutta l’Europa del Nord e mediterranea. La crisi energetica sarebbe destinata a durare almeno per altri 3 anni, a giudizio degli analisti di Goldman Sachs, perché i flussi di gas più ridotti potrebbero prolungarsi anche fino a questa estate. Nella migliore delle ipotesi, cioè che tutto dovesse tornare alla normalità nel periodo della bella stagione, l’invio della materia prima da parte della Russia viaggerebbe ai minimi degli ultimi 5 anni, sottolinea la banca.

 

Gas-naturale: tra Russia e Ucraina situazione sul filo del rasoio

Intanto la situazione al confine ucraino sembra sull’orlo del precipizio. Gli Stati Uniti temono che Vladmir Putin attacchi Kiev da un momento all’altro, dal momento che ha già inviato 100.000 soldati nei paraggi. Infatti Washington ha ordinato alle famiglie del personale presso l’ambasciata in Ucraina di lasciare il Paese e inoltre sta programmando di inviare navi da guerra, aerei e truppe statunitensi nei Balcani, dove alcuni Paesi come la Svezia hanno radunato le loro milizie per tenersi pronti a un’eventuale invasione di Mosca.

Steve Barrow, capo strategist del G-10 di Standard Bank, fa un parallelo con quanto successe nel 2014 in Crimea, quando i mercati reagirono sommessamente all’invasione russa. Adesso secondo l’analista nulla garantisce che la volatilità sia la stessa di allora, ancor più che le condizioni generali dei mercati sono diverse. A suo giudizio i prezzi dell’energia salirebbero rapidamente, con gli investitori innervositi da un clima di totale incertezza che si verrebbe a creare.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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