55 giorni alla data fissata per l’uscita dall’Ue. Produzione industriale tedesca in contrazione
L’incertezza fin qui legata alle tensioni commerciali tra Usa e Cina inizia a spostarsi sul fronte Brexit, a 55 giorni dal 31 ottobre, giorno fissato dal premier Boris Johnson per l’uscita dall’Unione. Le borse europee partono prudenti, tirando il fiato dopo i rally di mercoledì e giovedì: “Piuttosto che rinviare, morirei fino alla fine combattendo” ha detto ieri il primo ministro, in riferimento al disegno di legge proposto dall’opposizione (e a cui manca solo il via libera definitivo del Parlamento) per prorogare di tre mesi l’uscita. I mercati però, al momento, stanno scommettendo sul rinvio, ipotizzato al 31 gennaio 2020: la sterlina ieri ha recuperato la soglia dell’1,23 dollari, ai massimi delle ultime 5 settimane.
La debolezza europea è anche dettata dal nuovo dato negativo dalla Germania: -0,6% a luglio la produzione industriale, a fronte di uno 0,4% previsto dagli analisti, in attesa dei dati preliminari dell’Eurozona del Pil del II trimestre. Nel pomeriggio i riflettori sono puntati sul tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, dove le previsioni di una possibile recessione nei prossimi 12 mesi è salita, secondo la Fed di Ny, al 39%, il livello più alto dalla grande recessione terminata a metà 2009.
EQUITY
Dax 12.144 (+0,15%)
Nonostante i dati deludenti sulla produzione industriale Francoforte apre sopra la parità ed è la migliore tra le borse europee. Aggiorna i massimi dal primo agosto scorso superando la resistenza a 12.100 punti. Nuovo ostacolo a 12.250.
Ftse Mib 21.900 (-0,25%)
I dati sulle vendite al dettaglio su base mensile di luglio sono inferiori alle attese e in contrazione (-0,5%) ma aumentano su base annuale del 2,6%, valore superiore a quello di giugno 2018 (+1,3%). Si attende il giudizio di Moody’s sul rating dell’Italia a mercati chiusi dopo la formazione del nuovo governo che tra lunedì e martedì prossimi si presenterà in Parlamento, con Paolo Gentiloni candidato a prendere il posto di Pierre Moscovici come Commissario degli affari Economici nella nuova squadra di Ursula Von der Leyen. Dopo aver aggiornato i massimi dal 25 luglio, Piazza Affari vira sotto la parità.
Cac40 5.590 (-0,05%)
Dati secondo le attese su import ed export, rimane sui livelli della vigilia l’indice parigino per un avvio piatto, al di sotto della soglia dei 5.600 punti.
Ibex 8.968 (-0,27%)
9.011 è il nuovo massimo dal primo agosto scorso, poi però Madrid ritraccia e arretra in territorio negativo, per quella che è la piazza più in difficoltà tra le borse europee.
VALUTE
Stabile l’Euro/Dollaro a 1.1054, nessun sussulto al ribasso dopo i dati industriali tedeschi mentre la Sterlina, come detto, ha guadagnato terreno riportandosi sotto lo 0,9 nei confronti della moneta unica raggiungendo i massimi dal 26 luglio scorso a 0,8942 e a 1,2353 nel cambio con il biglietto verde, anche in questo caso record delle ultime 5 settimane. Secondo gli analisti di Ubs, il pound potrebbe segnare un rally fino a 1,3$ se la Brexit venisse posticipata a gennaio 2020 con ritorno alle urne dopo ottobre.


Dopo i massimi raggiunti ieri a -0,57%, non ci arrivava da prima di Ferragosto, il rendimento del Bund tedesco torna in area -0,6%. Stabile anche il Btp decennale italiano a 0,9%.
