Cina, accordo sui punti chiave con gli Usa. Brexit, contatto Farage-Johnson. Sos nazismo a Dresda
Trade War, tregua sempre più vicina
La Cina afferma di aver raggiunto un consenso sui punti chiave con gli Stati Uniti durante i colloqui commerciali di questa settimana. Il ministero del Commercio cinese ha dichiarato che il vice premier Liu ha ricevuto una telefonata dal rappresentante commerciale americano Robert Lighthizer e dal segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Pechino ha affermato inoltre che le due parti hanno condotto discussioni “serie e costruttive” sui punti commerciali “core”. Discussi anche gli accordi da perfezionare nella prossima consultazione. L’obiettivo resta sempre quello di siglare la pace commerciale in occasione dell’Apec di metà novembre.
Brexit, Farage tenta Johnson
Il leader del Brexit Party ha proposto al premier britannico di lasciare perdere l’accordo firmato con l’Unione Europea e ancora da approvare in Parlamento. In cambio, Nigel Farage mette sul tavolo centinaia di seggi in Galles, Scozia e Irlanda del Nord a cui potrebbe rinunciare alle elezioni del 12 dicembre, per quello che di fatto sarebbe un patto di non belligeranza. La posizione di Boris Johnson diventa sempre più delicata: da una parte non può rinunciare all’ala conservatrice del partito, che lo abbandonerebbe in caso di accordo con Farage. D’altra parte, il rischio è di perdere voti dai Brexiteers più accaniti, che potrebbero sposare la causa di Farage e del suo partito.
Emergenza nazismo a Dresda
In Germania, il Consiglio Comunale di Dresda ha dichiarato “lo Stato d’emergenza nazismo” attraverso una delibera approvata a maggioranza. Una risoluzione, quella della città capoluogo della Sassonia, motivata da “atteggiamenti e atti antidemocratici, antipluralisti, contrari all’umanità e di estrema destra che arrivano fino alla violenza, vengono apertamente alla luce a Dresda in maniera sempre più forte”. La delibera è stata votata da Verdi, post-comunisti (Linke), Liberali (Fdp) e socialdemocratici (Spd). Spicca il no della Cdu, il partito della cancelliera Angela Merkel, che non ha votato la risoluzione criticandolo come “Un provvedimento puramente simbolico e lessicalmente sbagliato”. Recentemente, alle elezioni in Turingia, il partito dell’Ultradestra ha raddoppiato i consensi, dopo i risultati sorprendenti già ottenuti nel Brandeburgo e, appunto, in Sassonia. Un clima di incertezza politica che potrebbe pesare anche a livello economico e finanziario, con il paese che si appresta a registrare il suo terzo trimestre di fila in recessione tecnica.