Nel pomeriggio Powell spiegherà l’impatto del coronavirus sulla crescita globale. Dollaro vicino a quota 99 sul Dollar Index, petrolio ancora debole
Le borse europee hanno aperto al rialzo dopo che una ripresa della propensione al rischio ha inviato gli indici statunitensi ai massimi storici prima della chiusura di ieri. Il bilancio delle vittime del coronavirus ha superato quota 1000, ma gli investitori sono stati rassicurati dal rallentamento del numero di nuovi casi, oltre ai progressi sul vaccino che gli esperti stanno studiando al Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie: secondo gli analisti, tali progressi potrebbero mantenere alto l’umore degli investitori per tutta la settimana. E a proposito di coronavirus, c’è attesa per il discorso di Jerome Powell nel pomeriggio: il Presidente della Fed dovrebbe dare la sua opinione sull’impatto che il virus cinese ha avuto sulla crescita globale. Improbabile, da parte sua, una riduzione dei tassi come una politica di aggiustamento a breve termine. Le case automobilistiche e il settore minerario stanno contribuito a spingere lo Stoxx-600 al rialzo mentre il Dax sta flirtando con i suoi massimi storici, vicino ai 13.600 punti.

Grafico Dax by TradingView
VALUTE
Settima sessione consecutiva di guadagni per il dollaro, con l’indice di riferimento comodamente sopra quota 98,7 ai massimi da ottobre 2019. Il biglietto verde si conferma così bene rifugio ideale agli occhi degli operatori turbati dai rischi posti dal coronavirus alla crescita dell’economia globale. Un’incertezza che genera bassa volatilità nei mercati valutari. Secondo gli analisti i trader cercano di detenere valute con rendimenti più elevati, proprio come il dollaro.

Grafico Dollar Index by TradingView
PETROLIO
Modesto il rimbalzo di questa mattina del Wti, a fronte di una tendenza che rimane comunque ribassista. Il petrolio sta costruendo un interessante livello di supporto a $ 50 al barile. Gli investitori evidentemente sono ancora cauti nel prendere qualsiasi posizione lunga sul greggio. Pesa, anche in questo caso, l’impatto del coronavirus che potrebbe colpire con ancora più forza la domanda di petrolio, che ha già perso parecchio terreno dall’inizio del contagio. Secondo gli analisti, un primo segnale positivo potrebbe arrivare se il prezzo salisse almeno a quota 52,20 dollari.