La lunga corsa al rialzo del mercato delle obbligazioni è giunta al termine. Lo sostiene Scott Minerd, Chief Investment Officer di Guggenheim Partners, in un’intervista alla carta stampata. A suo avviso la ragione sarà determinata dalla Federal Reserve che, continuando ad alzare i tassi d’interesse, spingerà l’economia statunitense in recessione. Lo scorso anno Minerd aveva affermato di aspettarsi un calo dei tassi fino ad arrivare addirittura in territorio negativo, adesso ha invertito rotta stimando un livello molto alto, magari non da subito ma gradualmente.
L’esperto sottolinea come la Fed dovrà dare dimostrazione di credibilità sull’inflazione aumentando il costo del denaro e riducendo il bilancio, piuttosto che seguire una politica sana. La preoccupazione è che si rischia di non riconoscere dove si trovi il tasso neutro, ossia il livello dei tassi di interesse in cui si contiene l’inflazione e si mantiene allo stesso tempo la piena occupazione. Minerd avverte che non è mai stata ridotta l’inflazione di oltre 2,5 punti percentuali senza portare a una recessione, quindi non ci potrà essere un atterraggio morbido come viene profetizzato da più parti. Questo comporterebbe un incidente finanziario, con una svendita nel mercato azionario USA da 46.000 miliardi di dollari.
Obbligazioni: la Fed alzerà i tassi
Questa settimana i titoli di Stato USA hanno superato la soglia psicologica di rendimenti del 3%, per la prima volta dal 2018. Ciò è avvenuto dopo un sell-off su un mercato americano delle obbligazioni che vale 23.000 miliardi di dollari. Questa sera la Fed sarà chiamata a una decisione importante, al termine dei 2 giorni del meeting di maggio, ossia elevare il tasso ufficiale di sconto di 50 punti base come non accadeva dal 2000, portandolo all’1%.
L’aggressività dell’istituto guidato da Jerome Powell sul versante tassi con ogni probabilità proseguirà lungo tutto il corso dell’anno per cercare di abbattere l’inflazione, con almeno 7 strette complessive previste. In più, la Banca Centrale ritirerà gran parte delle obbligazioni pubbliche e private, acquistate dall’inizio della pandemia nel tentativo di rilanciare l’economia americana che era finita in ginocchio.
Alla fine, il bilancio da 9.000 miliardi di dollari sarà decisamente ridimensionato e questo preannuncia uno scenario poco incoraggiante visti i trascorsi passati, quando l’istituto centrale a stelle e strisce si è mostrato rigido nell’attuazione della sua politica monetaria. Tutto ciò per Minerd segnerà un colpo non da poco per il mercato rialzista obbligazionario, con delle implicazioni significative per le aziende che si vedrebbero aumentare i costi di finanziamento e per le famiglie che dovrebbero pagare tassi ipotecari più alti.