Cosa farà la PBoC nelle prossime settimane? Cosa attendersi dalla politica monetaria della Banca centrale cinese? In un momento storico in cui la crisi immobiliare procura più di una preoccupazione, vediamo insieme le attese di Nomura sullo Yuan.
Uno dei temi maggiormente oggetto di discussione nel 2022 sarà quello che riguarda il rallentamento dell’economia cinese. Al riguardo, in questo momento Pechino deve combattere su 2 fronti: quello che si rifà al grande obiettivo di prosperità comune voluto dalle alte cariche dello Stato e quello che concerne il rilancio del Paese, ammaccato anche dalla politica repressiva del Governo. L’azione in un fronte potrebbe andare a contrastare quella nell’altro e in questo si inseriscono le vicende degli sviluppatori immobiliari, nonché la lotta strenua al Covid-19 attraverso il target zero contagi. Il default nelle scorse settimane di Evergrande ha mandato un segnale preoccupante al mercato che non può essere ignorato. Molti si aspettano che il giro di vite nel settore possa avere quantomeno una tregua, se proprio non verrà attuato alcun piano di salvataggio. Lo Stato centrale però non demorde sul fatto che i progetti sulle case debbano essere completati e i fornitori regolarmente pagati, prima ancora che gli obbligazionisti vedano indietro i loro soldi investiti. Quanto all’obiettivo di sradicare totalmente il Covid-19 dal Paese, la sfida lanciata di Xi Jinping sembra fin troppo audace, considerato l’alto tasso di infettività della variante Omicron.
Banca centrale Cina: per Nomura venderà yuan per aumentare la liquidità
Tutto quanto non può prescindere dal ruolo cruciale esercitato dalla People’s Bank of China che, ispirata dal Governo, dovrà decidere se rafforzare la liquidità nel sistema economico della Nazione oppure tenere un atteggiamento meno accomodante. Nelle ultime settimane la PBoC si è fatta sentire dapprima riducendo la riserva obbligatoria delle banche e poi abbassando da 3,85% a 3,80% i tassi di finanziamento. Il banco di prova però sarà il prossimo anno quando la PBoC sarà chiamata a uno sforzo ulteriore di fronte al possibile naufragare del sistema immobiliare che già fa acqua da tutte le parti.
Nel discorso entra anche il rafforzamento dello Yuan, le cui quotazioni sono salite al massimo di 6 anni nei confronti di un paniere delle principali valute estere. Nomura ha affermato che la Banca Centrale potrebbe cominciare a vendere yuan per rafforzare la liquidità nel sistema bancario, aiutando a ridurre i costi del prestito e limitare il rally della divisa.
In una nota, la banca d’affari giapponese ha scritto che la Banca Centrale cinese potrebbe tra l’altro aumentare le riserve valutarie in un momento di crescente paura del mercato per il default delle obbligazioni in dollari delle società del Paese. Le riserve valutarie sono aumentate a novembre di 35,4 miliardi di yuan, pari a 5,6 miliardi di dollari, più di quanto è stato fatto negli ultimi 5 mesi messi insieme e al ritmo più alto da ottobre 2015. Le banche cinesi detengono una quantità di valuta estera a livelli record, quindi l’istituto centrale potrebbe iniziare a vendere loro yuan come fa di solito quando deve compensare flussi di denaro che creano squilibri sui mercati valutari.