Nonostante la guerra Russia-Ucraina l’Opec+, l’alleanza dei 23 Stati produttori di petrolio guidata da Arabia Saudita e Russia, ha riconfermato la scorsa settimana il graduale aumento della produzione. A maggio saranno estratti 432mila barili al giorno. Come previsto dagli analisti di settore, prosegue il piano mensile deciso lo scorso luglio per ricompensare i tagli record introdotti ad aprile 2020 in piena pandemia.
I ministri degli Stati membri dell’organizzazione hanno rilevato che “il persistere dei fondamentali del mercato petrolifero e il consenso sull’outlook indicano una situazione ben bilanciata e che l’attuale volatilità non è causata dai fondamentali, ma dagli sviluppi geopolitici in corso”. Il prossimo incontro dell’Opec+ è previsto il 5 maggio. “Quando guardi alla struttura delle curve forward, si evince che questo non è un mercato ben fornito e che c’è un notevole shock di offerta da qui in avanti nel corso del 2022”, ha commentato Edward Bell, direttore senior del gruppo bancario Emirates Nbd. “Non credo però che questo spingerà davvero l’Opec+ a cercare di aumentare la loro scala di produzione a un ritmo più veloce”, ha aggiunto l’esperto, viste anche le disponibilità dormienti nei pozzi statunitensi.
Nonostante l’ulteriore shock energetico, sono rimaste ancora una volta inascoltate le richieste dell’Aie e del G-7 di pompare di più negli oleodotti per raffreddare un mercato troppo stretto e supportare la ripresa economica. In questo contesto non hanno aiutato le sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, terzo produttore mondiale e primo esportatore di petrolio. Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, i due membri dell’Opec che hanno grandi capacità inutilizzate, hanno dichiarato pubblicamente che il cartello lascerà fuori le vicende politiche dal suo processo decisionale.
Petrolio WTI: quotazioni faticano sopra supporto area 100 dollari al barile
Il petrolio (WTI Crude Oil) sembra essere impostato al ribasso nel breve termine, anche grazie alla performance leggermente negativa registrata nella seduta di ieri. Dopo un’apertura in linea con la chiusura precedente, infatti, le quotazioni hanno dapprima intrapreso un andamento fortemente rialzista che le ha portate a realizzare un massimo sul livello 104,02, per poi invertire drasticamente la rotta fino a raggiungere un minimo intraday al di sotto della soglia dei 100 dollari al barile, violando anche il minimo della giornata di martedì.
Quest’ultima è di un’area di prezzi molto importante che fa da spartiacque tra positività e negatività del mercato. Sono già diverse sedute che le quotazioni tentano di violare tale supporto, ma al momento senza mai riuscirci con una decisa chiusura daily inferiore. L’impressione, comunque, è che prima o poi capiterà, con un obiettivo ribassista individuabile a quota 95, dove è presente il successivo supporto rappresentato da una configurazione di triplo minimo realizzato a metà marzo.
L’impostazione grafica, infatti, vede i corsi stazionare al di sotto sia dell’indicatore Supertrend che della media mobile a 25, mentre l’indicatore Parabolic Sar rimane rialzista da alcune settimane. Anche l’indicatore Macd ha appena incrociato il proprio Signal. Inoltre, è da segnalare come l’indicatore RSI sia posizionato nell’area di “neutralità” vicino al livello 46. Dal punto di vista operativo, pertanto, l’ingresso in posizioni long è consigliabile solo al superamento del livello 104,02 con target nell’intorno dei 108,75 euro, mentre le posizioni ribassiste potranno essere aperte solo alla violazione di quota 97,78 con obiettivo molto vicino al livello 95.
L’andamento di breve termine del WTI Crude Oil