Prova a ripartire Piazza Affari dopo la tempesta di ieri. Niente vendite allo scoperto su decisione della Consob. Leonardo +11% con il vento in poppa grazie ai conti. Spread a 250
Non resta che il rimbalzo, a Piazza Affari. Magari debole. Magari che parte forte e poi rallenta. Ma dopo il -16,9% e l’arretramento sotto i 15.000 punti, e soprattutto l’intervento della Consob che ha vietato, per la seduta odierna, le vendite allo scoperto, non c’è che attendersi una ripresa, di qualunque tipo, per l’indice milanese reduce dalla peggior performance di sempre dopo le parole maldestre di Christine Lagarde e il suo pacchetto di aiuti all’economia giudicato, per il momento, poco efficace. La partenza è quella prevista: oltre sei punti percentuali di guadagno. Poi rallenta, attestandosi su un +3% dopo un’ora di contrattazioni per poi ripartire a +4,7%. Anche le altre piazze rialzano la testa, ci provano quantomeno, anche perché Francoforte, dopo il +2,5% iniziale, arretra a +0,8% e poi allunga nuovamente a +1,7%. La direzione è la stessa anche per i futures di Wall Street, che alla vigilia ha segnato la seconda seduta peggiore di tutti i tempi (-9,99%) dopo quella del 19 ottobre 1987. Tira il fiato il Dollaro dopo essersi riportato a quota 97 nel proprio indice di riferimento. Risalgono anche il petrolio, a 32,7 dollari al barile, e l’oro, che tuttavia rimane sotto i 1.590 dollari l’oncia.
TITOLI MIGLIORI
Leonardo +11,2%
Forti guadagni dopo gli ottimi risultati presentati ieri. Per il secondo anno consecutivo Leonardo è riuscita a ottenere numeri in linea o superiori alla propria guidance. Il 2019 si è infatti chiuso con un risultato netto di 822 milioni di euro (+61%) e con ricavi per 13,8 miliardi di euro, anche questi ultimi in significativo aumento rispetto all’anno precedente grazie in particolare all’Elettronica per la Difesa e Sicurezza e all’Aeronautica. Ebita: 1,3 miliardi di euro (+12%). Ordini: 14,1 miliardi di euro. Indebitamento netto: 2,8 miliardi
Hera +5,6%
Tra i titoli più in difficoltà alla vigilia, (-17,4%), Hera è tra i migliori nel paniere principale, anche se ovviamente si tratta di un rimbalzo nei valori della seduta precedente. Nei giorni scorsi è emerso che si avvia a una conferma degli attuali vertici, con il il presidente esecutivo Tomaso Tommasi di Vignano e l’amministratore delegato Stefano Venier. I tempi del rinnovo (l’assemblea dei soci sarebbe fissata per il 29 aprile) restano tuttavia un’incognita vista la diffusione del coronavirus e i possibili provvedimenti da parte del governo per la proroga dei Cda delle quotate in scadenza a primavera.
ANALISI FTSE MIB
Non scendeva sotto i 14.894 dal 16 novembre 2012, Piazza Affari. Otto anni fa, lo spread galleggiava tra i 400 e i 500 punti, con il governo Monti che si avvicinava al proprio capolinea (l’allora primo ministro diede le dimissioni a dicembre). Quello segnato ieri dista il 40% circa dai massimi segnati il 19 febbraio scorso.

Grafico Ftse Mib by TradingView
SPREAD
La fiammata di ieri è stata sostanzialmente archiviata. Oggi lo spread è in netto calo dopo i 270 della vigilia. Con il rendimento del titolo decennale ancora in area 1,8%, il differenziale Btp Bund parte da 236 per poi crescere fino a 250. Decennale tedesco in lieve rialzo, a -0,6%.