Social network: ecco tutti quelli quotati in Borsa - Borsa&Finanza

Social network: ecco tutti quelli quotati in Borsa

Un telefono con app di social newtork

L’universo dei social network cambia pelle con estrema velocità ed è sempre in pieno fermento, specie quando si tratta di quelle realtà che hanno deciso di quotarsi in Borsa. L’approdo dei social sui mercati finanziari è un viaggio avventuroso e controverso. Mentre le piattaforme storiche, da Facebook a Twitter, sembrano giunte ad un punto di non ritorno, altre realtà emergenti con potenziali di crescita impressionanti si affacciano sui mercati dove le azioni di società capaci di lanciare strumenti di comunicazione visionari e innovativi, sono spesso e volentieri oggetto dei desideri dei grandi investitori internazionali. Ecco quali sono tutti i social network quotati in Borsa, come sono andati dal debutto ad oggi e quali sono le prospettive per il futuro.

 

Facebook e Instagram: Meta Platforms

Facebook, il colosso di Mark Zuckerberg e social network più popolare al mondo, entra a Wall Street il 12 maggio 2012, vendendo 16 miliardi di azioni (al prezzo di 38 dollari ad azione) e diventando la società esordiente con la valutazione più alta di sempre: 104 miliardi. Alla fine della giornata, però, Facebook chiude appena sopra il prezzo di collocamento a 38,23 dollari con uno scarso +0,61%. Dall’ottobre del 2021 Facebook Inc. cambia nome e diventa Meta Platforms Inc., l’ecosistema che ingloba i brand Instagram, Messenger, WhatsApp, Oculus, Mapillary, Workplace, Portal e Diem.

La crescita del gigante di Menlo Park incappa in una brusca battuta d’arresto nel luglio del 2018 con lo scandalo di Cambridge Analytica e l’impatto delle nuove leggi sulla privacy. Il titolo perde fino al 24%: vengono bruciati 126 miliardi di dollari di capitalizzazione. La più grande distruzione di valore da parte di una società quotata nella storia azionaria statunitense arriva nel febbraio del 2022, quando si arriva a bruciare oltre 220 miliardi di dollari in un solo giorno. Da allora, complici il calo di utili, ricavi e utenti giornalieri di Facebook e Instagram, la flessione della domanda di annunci pubblicitari e la difficoltà nella raccolta dei dati degli iscritti, Meta continua ad annaspare. Le azioni hanno perso il 40% circa del proprio valore. Meta è quotata sul NASDAQ con la sigla META e su numerosi altri indici.

 

  • NASDAQ: META
  • NEO: Meta Platforms DRC (MVRS)
  • Messico: META
  • Milano: MVRS
  • TradeGate: META
  • Xetra: FB2A
  • Francoforte: FB2A
  • Santiago: METACL
  • Santiago: META
  • Buenos Aires: META
  • BM&FBOVESPA: M1TA34
  • Vienna: METAP
  • Ucraina: FB
  • KASE: FB_KZ
  • Lima: META

Twitter

È il 7 novembre 2013, dopo un anno da 230 milioni di utenti attivi, 500.000 tweet al giorno e 1.330 milioni di dollari di fatturato pubblicitario, il giorno in cui Twitter Inc. sbanca in Borsa. La società del social dall’uccellino azzurro, fondata da Jack Dorsey, debutta a Wall Street fissando il prezzo delle azioni a 26 dollari con l’IPO più atteso da quello dell’anno precedente di Facebook. I primi tempi sono burrascosi: arrivano soltanto dati in negativo. Bisogna aspettare il novembre del 2018 perché la piattaforma di microblogging chiuda il suo primo trimestre in utile senza scrivere perdite.

La fatica di produrre utili in maniera continuativa è il destino di molti social, di Twitter in particolare: come guardare al futuro, rinnovandosi (e quindi snaturandosi) o proseguendo sull’identità distintiva dei tweet brevi e dell’approccio da blog? Il 2022 è l’anno della difficoltà più grossa mai attraversata dalla compagnia: Elon Musk si ritira dall’accordo che prevedeva l’acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari e il titolo del social crolla in Borsa. E insieme a Twitter si schianta anche il titolo Tesla. L’azienda porta il CEO di Tesla e SpaceX in tribunale: una diatriba legale che aumenta ulteriormente i rischi dal punto di vista finanziario. Twitter è quotato sul NYSE (e non sul NASDAQ come Facebook) con il ticker TWTR e su questi altri indici.

 

  • NYSE: TWTR
  • Messico: TWTR
  • TradeGate: TWTR
  • Xetra: TWTR
  • Francoforte: TWTR
  • Vienna: TWTR

LinkedIn

È il social network più utilizzato per trovare lavoro, discutere di opportunità professionali, promuovere l’identità delle imprese e dei professionisti. Lanciato nel 2003, LinkedIn debutta il 19 maggio 2011 alla Borsa di New York con il ticker LNKD. Nel momento in cui inizia la quotazione, con il prezzo fissato a 45 dollari, il social apre a 83 dollari: il titolo schizza subito a 120 per poi stabilizzarsi intorno a 95, oltre il 109% del suo prezzo di offerta IPO.

Nel giugno del 2016 Microsoft annuncia l’acquisizione di LinkedIn: l’azienda di Redmond compra il network lavorativo al prezzo di 196 dollari per azione cash per una transazione totale di 26,2 miliardi di dollari. Cifre impressionanti, se si pensa che Facebook ha acquistato Instagram per 1 miliardo e WhatsApp per 19 miliardi e la stessa Microsoft tirò fuori 8,5 miliardi per Skype. Dal 19 dicembre 2016 LinkedIn e il ticker LNKD lasciano NYSE con il suo delisting: la società è sul mercato con Microsoft Corporation (MSFT).

 

Un utente su Pinterest
Pinterest Inc. (PINS) è nelle retrovie dei social quotati in Borsa, eppure c’è sempre (foto: Szabo Viktor su Unsplash)

Pinterest

Il social di foto che racconta le tendenze del momento (e si avvicina sempre più all’e-commerce facendo da vetrina per mettere in mostra i propri prodotti tramite i pin) conta 430 milioni di utenti attivi ogni mese in tutto il mondo, ma a differenza di Facebook, Twitter e Instagram, rimane un network più di nicchia. Ad utilizzarlo sono soprattutto le donne, il 76,7% degli iscritti internazionali rivela Statista.

Lanciata nel 2009, la piattaforma ha vissuto un boom nel valore delle azioni nel biennio 2020-2021 (milioni di persone si sono iscritte e riversate sul sito durante i confinamenti domestici dovuti alla pandemia e tanti hanno continuato ad usarlo anche quando la restrizioni si sono allentate) per poi cominciare a frenare alla ripresa come tutti gli altri social media.

Dal 18 aprile 2019 Pinterest Inc. è quotato sul NYSE con la sigla PINS e nel giugno del 2022 è stato aggiunto al Russell 1000 (l’indice delle 1.000 più grandi società quotate in Borsa negli Stati Uniti) insieme a Meta, Netflix, PayPal, GameStop e Zoom. Negli ultimi tempi PayPal Holdings (NASDAQ:PYPL) avrebbe espresso interesse ad acquisire la piattaforma.

 

Tencent: QQ, WeChat e Qzone

La holding cinese è un conglomerato multimediale attivo soprattutto nei settori videogame, messaggistica ed e-commerce. Divisa in Tencent Games, Tencent Music e Tencent Pictures, la multinazionale di Shenzhen ha svariate sussidiarie (Fatshark, Funcom, Grinding Gear Games, Iflix, Klei Entertainment, Leyou, Miniclip, Riot Games, Sharkmob, Sixjoy, Supercell, Turtle Rock Studios, Yager Development) e vanta i marchi fiore all’occhiello QQ e WeChat.

QQ è il portale di chat, social games, musica, shopping e microblogging che conta quasi 800 milioni di utenti attivi, WeChat è il social mobile più diffuso in Cina con circa un miliardo e mezzo di iscritti, nonostante le accuse di spionaggio e videosorveglianza al servizio del governo di Pechino come quelle della giornalista Lulu Yilun Chen, reporter di Bloomberg dall’Asia, nel libro Influence Empire: The Story of Tencent and China’s Tech Ambition.

L’altro social made in Tencent è Qzone, definito da più parti l’alternativa cinese a Facebook insieme a Weibo. Quasi sconosciuto in Occidente, Qzone fa registrare 600 milioni di utenti attivi ogni mese ed è secondo in patria a soltanto a WeChat, Kuaishou e TikTok per numero di users. La piattaforma è inoltre al decimo posto nella classifica generale dei social con più iscritti al mondo stilata da Visual Capitalist.

Il 16 giugno 2004, dopo un anno di preparazione e con la collaborazione di Goldman Sachs, Tencent Holdings Ltd. è quotata nel listino Hong Kong Stock Exchange (HKSE). Quattro anni dopo, nell’estate del 2008, le azioni Tencent entrano a far parte dell’indice Hang Seng – HK. Negli Stati Uniti il titolo è presente sul mercato OTC con il ticker TCEHY.

 

  • Hong Kong: 0700
  • OTC Markets: TCEHY
  • OTC Markets: TCTZF
  • Messico: TCEHYN
  • Francoforte: NNN1y
  • TradeGate: NNND
  • Francoforte: NNND

 

Snapchat: Snap Inc

Fare una valutazione di una società che opera sul web, in particolare i social network, è un compito molto arduo, specie se è il caso della piattaforma degli snap (e del sexting), gli innovatori della messaggistica e delle chat (e anche delle Stories) ben prima di WhatsApp e Telegram. Nata nel settembre del 2011, l’applicazione ha passato alti e bassi come l’hackeraggio del 2013 e l’accordo di stretta sorveglianza del 2014 emesso dalla Federal Trade Commission, la causa del 2017 intentata da Anthony Pompliano (l’ex impiegato ha accusato i vertici dell’azienda di falsificare le metriche di crescita per ingannare gli investitori) e il flop del 2018 della nuova veste grafica “rigettata” dagli utenti.

Dopo il rebrand del 2016, il 3 marzo 2017 Snap Inc. decide di quotarsi in Borsa con una valutazione per azione di 17 dollari. Alla fine della giornata, il titolo chiude a 25 dollari, con un guadagno che sfiora il 50% e una capitalizzazione di mercato pari a 33 miliardi. Nelle settimane successive, la società attraversa non poche oscillazioni (e controversie) con una discesa molto forte delle azioni, che a luglio arrivano sotto i 17 dollari per una perdita nel valore di mercato di 10 miliardi. Dopo il boom del periodo 2020-2021, con il titolo che raggiunge il record storico di 83 dollari, le azioni sono tornate ai livelli pre-pandemia. Snap Inc. è quotato sul NYSE con il ticker SNAP.

 

Match Group

È la internet & technology company di Dallas che possiede i marchi Tinder, OkCupid, Meetic e Hinge, ovvero quattro tra i principali social network di dating online e incontri tra persone. In particolare, Tinder domina il settore degli “swipe”, rimanendo l’app di appuntamenti più scaricata in tutto il mondo. Rispetto agli altri social media, i cavalli di battaglia di Match hanno un modello di business unico: derivano la maggior parte delle entrate dagli abbonamenti pagati direttamente dagli utenti piuttosto che dalla pubblicità.

Con un portfolio che include 45 brand, tra cui PlentyOfFish e Ship, Match Group produce da anni una crescita dei ricavi a doppia cifra e ha risentito molto meno di altre realtà della mazzata Covid e della ripresa post-pandemica. La società debutta in Borsa il 19 novembre 2015 con una valutazione per azione di 12 dollari. Alla fine della giornata, il titolo chiude a 14,74 dollari, con un guadagno che raggiunge il 23%.

Match Group è quotato sul NASDAQ con la sigla MTCH, sugli indici NASDAQ-100 e S&P 500 e a Francoforte con il ticker 4MGN. Con gli appuntamenti online che stanno diventando sempre più comuni, specialmente nelle economie emergenti, Match prevede una forte crescita delle entrate nell’immediato futuro. Inoltre, nell’estate del 2021 ha chiuso l’acquisizione della piattaforma social e video sudcoreana Hyperconnect per 1,725 miliardi di dollari.

 

Bumble

È la società che controlla anche Badoo e Fruitz, le popolari app di dating inglobate dall’azienda madre per sfidare Match Group e il dominio di Tinder nel mercato degli appuntamenti online. Fondata nel 2014 dalla CEO Whitney Wolfe Herd subito dopo aver lasciato Tinder e aver fatto causa alla sua ex azienda per discriminazioni sessuali e molestie, ricevendo un risarcimento per poco più di 1 milione di dollari, Bumble è una delle piattaforma di questo settore in più rapida crescita.

La “feminist dating app” (così la chiama Wolfe Herd perché la prima mossa è lasciata alle donne) conta più di 100 milioni di users in tutto il mondo e strappa il supporto di investitrici prestigiose come l’attrice indiana Priyanka Chopra e la tennista Serena Williams. L’11 febbraio 2021, a pochi giorni da San Valentino, l’azienda fa il suo esordio alla Borsa di New York, raggiungendo una valutazione di oltre 13 miliardi di dollari.

Gli investitori si sono subito innamorati: dopo aver raccolto 2,2 miliardi di dollari nell’IPO, il titolo ha aperto a 76 dollari ad azione, +80% rispetto ai 43 dollari dell’offerta pubblica iniziale. Bumble è quotato sul NASDAQ con la sigla BMBL.

 

Gli altri social: da Grindr a Truth di Donald Trump

Dopo Match e Bumble, anche Grindr – l’app di dating focalizzata sul mondo LGBTQIA+ e appartenente al gruppo cinese Kunlun – sbarcherà a Wall Street tramite la SPAC Tiga Acquisition Corp. con una valutazione di 2,1 miliardi di dollari. Mancano ancora all’appello Tumblr, Reddit (ma la piattaforma ha annunciato l’intenzione di quotarsi, probabilmente sull’indice NYSE), TikTok (il social dei giovanissimi della società cinese ByteDance) e il discusso Truth.

Trump Media & Technology Group (TMTG), la società dell’ex Presidente degli Stati Uniti che ha lanciato questo social alternativo “per resistere alla tirannia della Big Tech” e ai siti dei giganti della Silicon Valley che gli hanno chiuso gli account sulle loro piattaforme, ha stretto un accordo con la SPAC DWAC (Digital World Acquisition Corp.) per arrivare presto sul NASDAQ. Ma con o senza “The Donald”, qualunque siano le prospettive e i piani per il futuro, gli investimenti nei social network quotati in Borsa rimangono un vero e proprio dilemma.

 

AUTORE

Alessandro Zoppo

Alessandro Zoppo

Ascolta musica e guarda cinema da quando aveva 6 anni. Orgogliosamente sannita ma romano d'adozione, Alessandro scrive per siti web e riviste occupandosi di cultura, economia, finanza, politica e sport. Impegnato anche in festival e rassegne di cinema, Alessandro è tra gli autori di Borsa&Finanza da aprile 2022 dove si occupa prevalentemente di temi legati alla finanza personale, al Fintech e alla tecnologia.

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