Sul mercato dei titoli di Stato della Gran Bretagna sta succedendo qualcosa di importante. I rendimenti a breve dei Gilt sono aumentati al livello più alto degli ultimi 30 mesi e a un ritmo superiore rispetto a quello dei bond a lunga scadenza. Per la precisione, le obbligazioni pubbliche a 2 anni hanno visto un rendimento crescere dello 0,15%, arrivando a 0,71%.
Il segnale che gli investitori stanno lanciando è chiaro: la Bank of England si appresta ad aumentare i tassi d’interesse già nel prossimo meeting del 3 novembre. Era stata proprio la Banca Centrale a far capire questo, allorché il suo Governatore Andrew Bailey nella giornata di domenica aveva affermato che l’istituto dovrà agire presto per arrestare le pressioni inflazionistiche. Da lunedì quindi si è scatenata una vendita dei titoli pubblici con la risalita rapida dei rendimenti.
BoE: rialzo dei tassi già a novembre?
La BoE quindi diventerà più aggressiva. Le attese da parte di investitori e analisti è di un aumento del costo del denaro a novembre fino a un quarto di punto, dallo 0,1%. Entro la fine dell’anno inoltre è possibile anche un ulteriore ritocco fino allo 0,5%. A quel punto Londra avrà preparato il terreno per il 2022 per il ritiro del suo piano di acquisto di obbligazioni entro febbraio e per il riporto dei tassi all’1% entro agosto.
Il cambio di programma è netto, se si considera che prima della riunione di settembre la Banca Centrale prevedeva in realtà solamente un aumento dal minimo storico entro l’estate del prossimo anno. L’inflazione però preoccupa molto il Governatore Bailey, dal momento che ha raggiunto livelli non sostenibili a lungo termine, con il rischio di trasformarsi in stagflazione.
La crisi energetica sta devastando il Paese e la crescita forsennata delle quotazioni delle materie prime andrà inevitabilmente a riflettersi sui prezzi di fabbrica, danneggiando quindi il consumatore. Nei giorni scorsi Londra è stata scossa dal fallimento di 2 società energetiche sostenute da BP Plc che fornivano 250 mila clienti. Pure Planet e Colorado Energy infatti hanno dichiarato il default per cessata attività il 13 ottobre, aggiungendosi a 12 imprese operanti nei servizi dell’energia elettrica che da questa estate sono fallite. Quello che si vorrebbe evitare è che nei prossimi mesi la lista si allunghi.
BoE: le opinioni degli analisti sull’aumento dei rendimenti
Gli analisti sembrano concordi nel ritenere che gli ultimi aumenti dei rendimenti sul mercato riflettono un atteggiamento maggiormente da falco tenuto in questo frangente storico da parte dell’istituto centrale londinese. Theo Chapsalis, capo della strategia tariffaria del Regno Unito presso NatWest Markets, afferma che gli investitori posizionati per una curva dei rendimenti più ripida erano stati costretti a gettare la spugna.
Secondo Antoine Bouvest, strategist di ING, per alcuni operatori di mercato una serie di aumenti dei tassi accelerata potrebbe rivelarsi un errore, come dimostra la mancanza di un calo maggiore del prezzo dei Gilt a lunga scadenza. L’esperto sostiene anche che l’economia questo inverno si troverebbe ad affrontare parecchi venti contrari e una stretta monetaria aggiunta, a quella fiscale, non sarebbe molto salutare per il consumatore britannico.