Fine 2020 la data più plausibile per una prima intesa. Le borse europee arretrano, Moody’s taglia l’outlook del sistema bancario tedesco. Petrolio oltre i 58 dollari al barile
Arretrano le borse europee. Si allungano i tempi per un accordo commerciale tra Usa e Cina. Marzo 2019 era stato inizialmente identificato come il mese cruciale per la chiusura delle trattative. Poi si è passati a dopo l’estate e sembrava che il mese di novembre, in concomitanza con l’Apec in Cile (poi cancellato per gli scontri e le proteste nel paese contro il governo), potesse essere il momento in cui mettere nero su bianco quanto meno la prima parte dell’intesa. Stando a fonti Reuters, oggi si parla di fine 2020 come termine ultimo in cui verrà completato parzialmente l’accordo. Insomma, l’incertezza torna a dominare i mercati, complice il disegno di legge a sostegno dei manifestanti democratici di Hong Kong approvato da entrambe le camere del Congresso degli Usa, mossa poco gradita da Pechino e che di conseguenza mette ulteriore tensione nei rapporti tra Trump il presidente Xi.
Sul fronte macro è stata un’altra giornata scarsa di spunti per l’Eurozona, mentre il dollaro si mantiene stabile sia nel cambio con l’euro, sia con la sterlina. Sale invece ancora il prezzo del petrolio, pronto a superare quota 58 dollari al barile.
EQUITY
Dax 13.137 (-0,16%)
Pesa su Francoforte il giudizio di Moody’s, che ha abbassato a “negativo” da “stabile” l’outlook del sistema bancario tedesco, perché la redditività e la complessiva affidabilità di credito delle banche della Germania è destinata a peggiorare nei prossimi 12-18 mesi, almeno secondo la banca d’affari americana. L’indice è molto vicino a scivolare sotto i 13.000 punti. Nella seduta odierna aggiornati i minimi degli ultimi 17 giorni. Cattive notizie per Thyssenkrupp, che perde il 13% nella seduta odierna dopo aver registrato una perdita netta in aumento per il 2019 e il declassamento delle previsioni per il 2020.

Grafico Thyssenkrupp by TradingView
Ftse 23.279 (-0,31%)
Andamento identico a quello di Francoforte. Nelle ultime sette sedute Piazza Affari ha perso i 3% dall’impulso ribassista del 12 novembre scorso, giorno in cui ha aggiornato i massimi dell’anno. Telecom il miglior titolo, con guadagni vicini ai 3 punti percentuali seguito dai bancari con lo spread di nuovo a 150 punti base. In luce l’intero comparto telecomunicazioni e quello dei viaggi-intrattenimento. Tra i peggiori, i settori del chimico, della tecnologia e delle costruzioni, con Fca titolo peggiore, -3,78%, appesantita dalla notizia della causa mossa da Gm.
Cac 40 5.881 (-0,22%)
Ai minimi dal 5 novembre scorso, come Milano e Francoforte contiene le perdite in una seduta sostanzialmente prudente e priva di spunti significativi, se si esclude il dato pubblicato oggi sulla fiducia dei consumatori per l’attività economica in Francia, stabile a novembre con 100 punti rilevati, in linea con le attese e superiore ai 99 di ottobre. Il dato proviene da un’indagine effettuata presso circa 2.300 intervistati. Scivola nel finale sotto la parità Peugeot, in mattinata positiva e apparentemente non coinvolta, quantomeno in borsa, dalla disputa tra Gm ed Fca.
Ibex 9.214 (-0,12%)
Come Milano, anche Madrid ha lasciato per strada il 3% dal 12 novembre scorso. Il nuovo saldo della bilancia commerciale è pari a -4,26 miliardi di euro, a fronte del -3,99 miliardi della precedente rilevazione.
VALUTE
Il mercato valutario è sostanzialmente invariato: dollar index ancora in area 98 per il biglietto verde. Euro dollaro stabile nonostante una stima lampo pubblicata dalla Commissione Ue abbia mostrato una lieve ripresa della fiducia dei consumatori tra ottobre e novembre. Perdite ridotte per la sterlina dopo la pubblicazione dei dati relativi all’indebitamento netto del settore pubblico nel Regno Unito, aumentato a 10,51 miliardi di sterline nell’ottobre 2019 dagli 8,24 miliardi dello stesso mese dell’anno scorso, e al di sopra delle aspettative del mercato di 8,60 miliardi di sterline.
Euro Dollaro 1,1061 (-0,1%). Euro Sterlina 0,8569 (-0,3%). Euro Franco Svizzero 1,097 (+0,04%).

Grafico Euro Dollaro by TradingView
MATERIE PRIME
Supera la resistenza nonché soglia psicologica dei 58 dollari al barile, il petrolio, a contrattazioni chiuse delle borse europee. Sostenuto dalle scorte sotto le attese e dai focolai di tensione sparsi nel Medioriente, aspettando l’Opec il 5 e il 6 dicembre, il Wti vola a 58,2 $ per un rally del 2,07% (e +6% nelle ultime due sedute) a fronte di dati macro americani contrastanti, tra richieste di sussidio per la disoccupazione superiori alle attese, un indice della produzione della Fed di Filadelfia in crescita oltre le previsioni, come l’indice delle vendite delle case già esistenti. In calo il prezzo dell’oro a 1.465 dollari l’oncia ma in linea con i valori delle ultime sedute. Rame a 2,62 dollari per libbra, in ribasso dello 0,8%.

Grafico Petrolio Wti by TradingView
TASSI D’INTERESSE
Bund tedesco stabile in area -0,32%, il Btp decennale raggiunge i minimi dall’8 novembre con un rendimento dell’1,14%. Lo spread si ritrae a 150 punti base alla fine degli scambi delle borse europee, che sono i livelli precedenti all’exploit dei 170 toccati giovedì e venerdì scorso. All’interno della maggioranza la tensione continua: “Siamo in difficoltà” dice Luigi Di Maio leader del M5S che deve decidere sulla piattaforma Rousseau se correre alle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria. Intanto, Carlo Calenda lancia il suo partito: si chiamerà Azione. Obiettivo: il 10%.