Per i risparmiatori italiani amanti dei titoli di Stato quello attuale potrebbe essere un buon momento per tornare a guardare ai Btp in ottica di rendimento a scadenza. Dopo i lunghi anni della Zirp (Zero interest rate policy), il tasso dei governativi è tornato in territorio positivo e le obbligazioni del Belpaese sono arrivate a offrire fino al 4,8% nell’ultima parte dello scorso anno (Btp decennale). Oggi il rendimento offerto è meno attraente, al 3,9%. Tuttavia per il 2023 gli analisti si attendono volatilità e nuovi rialzi.
La volatilità non è un problema per chi acquista i Btp per portarli a scadenza, incassando le cedole e il valore nominale del titolo (salvo che l’Italia vada in default). Può esserlo per chi voglia o debba vendere i titoli ai prezzi di mercato prima della scadenza. A un aumento dei rendimenti corrisponde infatti una riduzione nel prezzo dell’obbligazione maggiore quanto più lontana è la scadenza. Per contro, una riduzione dei tassi di interesse porta a una rivalutazione del valore dei titoli di Stato già in circolazione.
Quanto costa ai Btp il rialzo dei tassi
Per capire quando valore possano perdere in Borsa i titoli di Stato italiani bisogna fare un calcolo matematico. Raffaele Zenti, della società di consulenza indipendente AdviseOnly ha inserito i risultati in una tabella. L’effetto di un rialzo dei tassi di 50 punti base, per esempio, costa il 4,3% di valore a un Btp decennale, lo 0,5% a un Bot, il 13,7% a un titolo cinquantennale. Al contrario, se i tassi di interesse scendessero di 50 punti base, il prezzo dell’obbligazione si muoverebbe con le stesse percentuali ma al rialzo.

Come potrebbero muoversi i tassi di interesse
Quali sono le previsioni degli analisti sull’andamento dei titoli di Stato italiani? Nessuno ha la sfera di cristallo ma le attese per il 2023 stimano la presenza di volatilità e quindi la possibilità che i tassi di interesse sulle obbligazioni del Belpaese tornino a salire oltre il 4% con conseguente discesa dei prezzi dalle quotazioni attuali. Secondo S&P Global Ratings il tasso dei Btp a 10 anni potrebbe arrivare poco oltre il 5% nel 2024. Dal quasi 4% attuale, il punto percentuale di differenza potrebbe costare l’8,7% alla quotazione del decennale, l’1,6% al biennale il 12,4% al quindecennale. La buona notizia è che il livello del 5% rappresenta un livello di guardia. Considerando l’entità del debito pubblico italiano – oltre 2.700 miliardi di euro – per Flavio Carpenzano, direttore degli investimenti in reddito fisso di Capital Group, un tasso di interesse superiore al 5% potrebbe innescare dubbi sulla sostenibilità e costringere la Bce a intervenire per evitare indesiderati allargamenti degli spread in Eurozona.