Il Registro delle opposizioni non basta: l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha ufficialmente avviato l’iter per introdurre nuove e più stringenti regole che puntano a mettere un freno al cosiddetto CLI spoofing, il sistema più utilizzato per aggirare il Registro. L’obiettivo è contrastare il telemarketing selvaggio e le chiamate spam, tutelando gli utenti da continue telefonate moleste e indesiderate. L’AGCOM ha lanciato una consultazione pubblica per far adottare dei sistemi in grado di identificare i numeri falsi e quelli falsamente provenienti dall’estero.
Cos’è il CLI spoofing e come contrastarlo
CLI è un acronimo che sta per Calling Line Identity, ovvero identificazione della linea chiamante: chi fa spoofing falsifica un identificativo di telefono, nascondendo il numero estero dietro il prefisso italiano e un numero tipico di un determinato operatore telefonico, ad esempio i 348 e 349 di Vodafone e i 320 e 322 di Wind oppure lo 051 di Bologna e lo 06 di Roma. Grazie a questa tecnica, l’utente viene costantemente ingannato sull’identità di chi lo sta chiamando e accetta la telefonata del numero fisso o mobile sconosciuto poiché identico in tutto e per tutto a quello di un normale numero italiano. Allo squillo della società di telemarketing che agisce sotto falsa identità, si è portati a rispondere perché si matura la convinzione che potrebbe essere qualsiasi persona e non un call center.
Le chiamate estere con numeri italiani fasulli arrivano soprattutto da call center dislocati in Europa dell’Est e in Nord Africa. È ancora più difficile identificare e bloccare le CLI che chiamano dall’Italia ma con un numero alterato: in questi casi è complicato per l’operatore riuscire ad identificare come falso il numero perché pur non trovandosi all’interno degli archivi, viene sottratto e acquistato in un mercato irregolare riciclando un identificativo conosciuto ma inattivo. La soluzione, trovata già in altre nazioni, è una doppia verifica incrociata con il supporto di software AI. L’unica pratica lecita consentita rimane quella delle chiamate estere non in roaming con trasferimento di chiamata.
Cosa farà l’AGCOM per fermare il telemarketing selvaggio
In una nota pubblicata sul suo portale ufficiale, l’Authority “ritiene necessario stabilire l’obbligo, per gli operatori nazionali, di bloccare le chiamate illegittime internazionali in entrata mascherate con numero telefonico nazionale, ossia quelle con prefisso italiano di rete fissa e con numeri cellulari italiani”. Quindi saranno gli operatori nazionali di telefonia mobile (TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Iliad, oltre agli operatori virtuali come PosteMobile e Sky Mobile) a dover bloccare le chiamate internazionali con il falso prefisso italiano. Il Garante richiama le compagnie al loro ruolo di mediazione tra chi chiama e chi risponde. La consultazione pubblica dura 30 giorni e richiede tre mesi di tavolo tecnico e sei per l’implementazione: le nuove norme saranno quindi adottate dopo l’estate del 2025.
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha già diffidato TIM richiamando la società “al rispetto degli obblighi previsti dal Codice di condotta sulle attività di teleselling e telemarketing”. Il riferimento è alle segnalazioni di alcuni utenti, riportate dal programma televisivo Striscia la notizia, che hanno ricevuto proposte di cambio di contratto dai call center partner di TIM “in violazione dei requisiti di trasparenza previsti dal Codice stesso”. Nello stesso provvedimento, l’AGCOM ha infine individuato “misure di trasparenza e corretta informazione relative alle condizioni economiche e tecniche delle offerte di servizi telefonici e di connettività, tra le quali, in particolare, la valutazione di una serie di bollini per certificare la velocità della connessione 5G”.
Dallo STIR/SHAKEN alla legge Naegelen in Francia
Il Codacons esprime soddisfazione per le misure annunciate dal Garante perché “una parte consistente delle telefonate commerciali ricevute dagli italiani arriva oramai da operatori ubicati all’estero che, non essendo assoggettati alla normativa nazionale, operano nella piena illegalità”. Di fronte all’estendersi di questo fenomeno, l’associazione dei consumatori chiede “di adottare da subito misure di contrasto, così come hanno fatto altri paesi come ad esempio Francia, Regno Unito e USA, considerando che i gestori telefonici possono già da ora inserire sulle reti protocolli tecnici in grado di bloccare le chiamate non correttamente identificate”.
Il modello citato dal Codacons si chiama STIR/SHAKEN: è un insieme di protocolli e procedure messo a punto da Italtel che permette alle compagnie telefoniche di identificare i numeri falsi, evitando lo spoofing, le robocall e ogni forma di chiamata indesiderata. In Francia è entrata in vigore nel 2023 la legge Naegelen (loi Naegelen, dal nome del suo creatore, il deputato Christophe Naegelen) che introduce obblighi stringenti per gli operatori e un meccanismo di autenticazione dei numeri per rafforzare i diritti dei consumatori. L’operatore telefonico è obbligato dalla legge a bloccare le chiamate fraudolente: in caso contrato, è ritenuto direttamente responsabile e deve rimborsare tutte le somme prelevate agli utenti.