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Economia globale: Roubini annuncia un’altra catastrofe, BofA gli va dietro

Economia globale: Roubini annuncia un'altra catastrofe, BofA gli va dietro

L’economia globale rischia un atterraggio duro, secondo il professore di economia alla New York University Nouriel Roubini. Il “Dr. Doom”, così soprannominato per le sue continue visioni ribassiste, ha affermato in un vertice aziendale tenuto dall’Australian Financial Review che le Banche centrali dovranno alzare i tassi d’interesse molto di più di quanto avevano inizialmente previsto per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%. A suo giudizio, il costo della vita si manterrà alto, perché i prezzi delle materie prime rimarranno elevati quest’anno, a causa soprattutto dell’esacerbarsi della guerra Russia-Ucraina e dell’incremento della domanda dalla Cina a seguito della riapertura delle attività economiche.

L’economista è stato tra quelli che avevano previsto la crisi dei debiti sovrani dell’eurozona nel 2011 ed è l’autore del libro recente “La grande catastrofe”, dove elenca le minacce che incombono sul futuro: stagflazione, guerre, cambiamenti climatici, pandemie, computerizzazione massiccia. Tra l’altro ritiene che l’intelligenza artificiale, tanto in voga in questo momento con un autentica guerra commerciale tra le più grandi aziende del mondo, finirà per sterminare posti di lavoro. L’ulteriore previsione catastrofica di quest’oggi sopraggiunge in un momento in cui l’inflazione si sta mostrando particolarmente arcigna e che potrebbe costringere la Federal Reserve a tornare all’aggressività di qualche mese fa, con il rischio di provocare una forte recessione nell’economia americana.

 

Economia: anche BofA pessimista, ma non come Roubini

Il giudizio di Roubini sull’economia trova appoggio nell’opinione di diverse grandi banche d’investimento che ultimamente si sono espresse vedendo l’immediato futuro a tinte fosche, con forti ripercussioni nei mercati finanziari. Proprio oggi, l’amministratore delegato di Bank of America ha dichiarato, sempre allo stesso summit in cui ha partecipato Roubini, che gli Stati Uniti raggiungeranno una recessione tecnica nel terzo trimestre.

Tuttavia, il CEO ha precisato che la contrazione non sarà profonda e che i tassi d’interesse inizieranno a scendere nel secondo trimestre del prossimo anno. Quindi, Moynihan si aspetta che ci saranno tre trimestri di crescita negativa negli Stati Uniti, con flessioni che varieranno tra lo 0,5% e l’1,1%. Il settore dei consumi però dovrebbe mantenere un buono stato di forma. “A nostro avviso, la recessione si basa su un rallentamento lato aziendale o commerciale, non su un rallentamento lato consumatore”, ha affermato. In sostanza, “più che una recessione profonda sarà una recessione tecnica e molti non se ne accorgeranno neppure”, ha concluso.

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Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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