EDF naviga in cattive acque. Mentre il Tesoro francese, che già possiede l’84% della compagnia elettrica, si appresta a lanciare un’OPA per il resto delle azioni, la società riporta nel primo semestre una perdita record di 5,3 miliardi di euro, lanciando a sua volta un profit warning per il resto dell’anno. Le vendite in realtà sono cresciute del 67% su base annua a 66,2 miliardi di euro grazie al rally energetico, ma l’azienda ha dovuto comprare più energia rispetto al solito, pagando lo scotto degli alti prezzi di mercato. Così l’EBITDA è sceso a 2,7 miliardi di dollari, un crollo del 75% rispetto ai primi sei mesi del 2021.
All’origine di tutto questo vi sono i problemi di produzione che ha rilevato il gruppo, con l’interruzione di 12 delle sue 56 centrali nucleari per ragioni legati alla corrosione. A queste si sono aggiunge le motivazioni concernenti la manutenzione programmata in 18 dei suoi reattori. E inoltre vi è da considerare il contributo da parte dello Stato per contenere il costo delle bollette dovuto al rincaro energetico.
Per il secondo semestre la situazione sarà ancora peggiore, con l’impatto sui profitti quantificabile in circa 24 miliardi di euro che avrà il calo produttivo. “Con l’impennata dei prezzi all’ingrosso, l’EBITDA sarà ancora più debole nella seconda metà dell’anno”, ha riferito il direttore finanziario Xavier Girre. Mentre l’Amministratore Delegato Jean-Bernard Lévy, ha affermato che il mercato energetico europeo, che ha funzionato bene nei periodi normali, con la guerra Russia-Ucraina ha subito un cambiamento e quindi ha bisogno di una revisione totale.
EDF: il piano del Governo per rilanciare l’azienda
La situazione di EDF adesso si fa particolarmente complicata. Secondo gli analisti, la società ha bisogno di capitale fresco per rifinanziare alcuni debiti che giungono a scadenza il prossimo anno. A settembre il Governo lancerà un’OPA di 9,8 miliardi di euro per appropriarsi di tutto il capitale della società, con il delisting dalla Borsa di Parigi che dovrebbe avvenire nel mese di ottobre.
Questo è solo il primo passo, ma poi bisognerà muoversi con molta rapidità verso grandi progetti aziendali. Il piano dell’Eliseo è quello di costruire almeno altri sei reattori nucleari nei prossimi decenni, rimarcando ancora di più il ruolo della Francia nel settore, mentre nel resto d’Europa si continua a mostrare una certa riluttanza. Tutto questo si inquadra nell’ottica di una riduzione delle emissioni di carbonio che tutto il Continente sta cercando di perseguire come obiettivo. La Gran Bretagna sta provando a muoversi nella stessa direzione della Francia, infatti ha commissionato a EDF la costruzione di ulteriori reattori.