La Securities and Exchange Commission accende un faro sul tema dei conflitti d’interesse che coinvolgono gli ETF e gli intermediari finanziari. La massima Autorità di Borsa americana sta indagando sui pagamenti che vengono effettuati da parte dei fondi a broker-dealer e altri intermediari. Il problema sorge nel momento in cui un intermediario raccomanda un ETF rispetto a un altro, o a un fondo comune d’investimento.
In quel caso potrebbe manifestarsi una situazione in cui il cliente viene dirottato su un prodotto per cui vi è un chiaro conflitto d’interesse. Questo potrebbe configurarsi come una pratica di vendita, secondo alcuni legali, tuttavia la SEC vuole che se dovesse esserci un conflitto questo vada rivelato e messo a conoscenza del consumatore.
SEC: una battaglia lunga per i conflitti d’interesse
Per molti anni la SEC ha cercato di fare luce sulla condivisione delle entrate dei fondi comuni. Nel febbraio del 2018 aveva lanciato un programma che consentiva un’amnistia generale nei confronti delle società che avevano segnalato all’Autorità di aver selezionato in modo improprio classi di azioni di fondi con commissioni pagate da ETF o fondi comuni per coprire i costi di distribuzione. Con 79 consulenti si era giunti a un accordo nel 2019, mentre con il resto si sono avviate cause legali. Nello stesso tempo la Commissione di Borsa USA ha messo sotto pressione i consulenti per gli investimenti per non aver reso noto completamente le compartecipazioni di entrate ricevute dai fondi comuni.
In tale ambito vi sono state alcune multe come quella di 4,6 milioni di dollari comminata ad Ameritas Advisor Services per non aver rivelato i conflitti d’interesse determinati dalla compartecipazione alle entrate ricevute in merito agli investimenti dei clienti in determinati fondi comuni e del mercato monetario. Secondo Vanessa Horton, direttore regionale associato della Divisione degli esami della SEC, la Commissione continuerà a concentrarsi sul fatto che gli investitori siano stati collocati in classi di fondi azionari ad alta commissione.
Chi sono ETF e fondi che hanno segnalato conflitti d’interesse
Chi sono gli ETF e i fondi che hanno reso note le commissioni di compartecipazione o l’intenzione di addebitarle? Il mese scorso Morgan Stanley Wealth Management ha comunicato che intende addebitare le commissioni alle entrate agli sponsor di ETF a gestione attiva ma non agli ETF passivi. Quelli attivi pagano fino a un massimo di 10 punti base sul totale delle attività della clientela.
Con la commissione di gestione del fondo, si accresce anche il tasso di compartecipazione. Il comunicato afferma che, dal momento che Morgan Stanley riceve commissioni di compartecipazione alle entrate da ETF attivi e non da ETF passivi, vi è un conflitto d’interesse per promuovere e raccomandare la prima categoria di asset.
LPL Financial ha affermato di aver incassato fino a 600 mila dollari all’anno da vari sponsor di fondi comuni, ETF, rendite e contratti di assicurazione sulla vita. Tra i fornitori di ETF che pagano per avere i loro prodotti disponibili senza commissioni di transazione sulla piattaforma di LPL Financial troviamo American Century, Invesco e State Street Global Advisors.
Il più grande negozio di ETF, iShares, ha affermato che BlackRock ha effettuato pagamenti molto significativi per l’intermediario e ciò ha determinato conflitti d’interesse tra lo stesso intermediario e i suoi clienti, spinti a preferire i fondi iShares rispetto ad altri investimenti.