FCA RITIRA L'OFFERTA, RENAULT CROLLA IN BORSA - Borsa&Finanza

FCA RITIRA L’OFFERTA, RENAULT CROLLA IN BORSA

Ha perso oltre il 6% nella borsa di Parigi il titolo Renault, dopo il ritiro della proposta di fusione da parte di Fca avvenuto a tarda notte, a seguito delle indiscrezioni riportate precedentemente da Bloomberg e dal Wall Street Journal. In rosso anche Nissan e Mitsubishi, gli alleati nipponici del gruppo francese: rispettivamente giù dell’1,7% e del 5,86% nell’indice Nikkei di Tokyo. Fiat Chrysler è riuscita a recuperare terreno dopo un’apertura pesante, -2,53%, che aveva trascinato al ribasso anche la controllante Exor, riportandosi sopra la parità proprio verso la fine delle contrattazioni a Piazza Affari (+0,09%).

SPUNTA UN NUOVO NOME: HYUNDAI
E adesso? Adesso che il tavolo è saltato per quello che di fatto avrebbe potuto diventare uno dei maggiori gruppi mondiali di automobili, paradossalmente il gruppo italoamericano ne esce rinforzato. Il mercato credeva fermamente nell’operazione e lo dimostrano i guadagni registrati in questi giorni da entrambe le compagnie. In particolare, secondo gli analisti, Fca si è dimostrata una potenziale protagonista di nozze in un settore, quello automobilistico, che patisce molto più di altri la crisi economica globale, complice la conversione all’elettrico che riguarda l’intero comparto e che richiede enormi investimenti. Ecco perché Renault avrebbe lasciato comunque porte aperte per nuove trattative. Ed ecco perché, soprattutto, c’è chi suggerisce già una pista per una nuova proposta di fusione: quella che conduce alla coreana Hyundai.

LA NOTA DI FCA
“Il Cda ha deciso di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata a Groupe Renault”, si legge nella nota del gruppo italoamericano-. Fca continua a essere fermamente convinta di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. E’ tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo. Fca esprime sincera gratitudine a Groupe Renault, in particolare al suo presidente, al suo amministratore delegato e agli Alliance Partners per il loro costruttivo impegno in merito a tutti gli aspetti della proposta di Fca. Il Gruppo continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente”.

IL RUOLO DEL GOVERNO FRANCESE
La proposta di Fca, presentata a inizio settimana,sarebbe dovuta essere il primo passo verso la nascita di uno dei maggiori gruppi mondiali di automobili. E invece si è risolto, almeno per il momento, in un nulla di fatto. Questo matrimonio non s’ha da fare e a dirlo, in buona sostanza, è stato il governo francese. “Le nozze non si celebreranno a qualsiasi condizione” aveva detto il ministro dell’Economia Bruno Le Maire. Per Parigi, la proposta iniziale era troppo sbilanciata a favore di Fiat Chrysler. E così ha fissato dei paletti: una sede operativa in Francia. Garanzie sui siti e sull’occupazione industriale, tradotto: la promessa che nessuna fabbrica sarebbe stata chiusa. Ma soprattutto una poltrona nel nuovo Cda per un rappresentate governativo, e su questo punto l’idea di Fca era ben diversa: un consiglio paritetico con quattro membri per parte, John Elkann presidente, un esponente Renault come amministratore delegato, con un 7,5% di quota pubblica francese, la metà di quella attuale.

“PRESSIONI INACCETTABILI DALL’ITALIA”
Ufficialmente, il governo francese si è limitato a prendere atto del ritiro dell’offerta, assicurando di aver lavorato costruttivamente e favorevolmente al progetto, “puntando il dito” contro Nissan, il cui sostegno esplicito era ancora da ottenere, poiché nella riunione di mercoledì sera aveva annunciato di volersi astenere da ogni giudizio. C’è da dire che la stampa transalpina, qualche giorno fa, aveva scritto di “pressioni inaccettabili” da parte dell’Italia, roba da: “La proposta è questa: prendere o lasciare”. Posizione, quella del governo, da cui il gruppo francese aveva cercato (e cerca ancora) di smarcarsi. “L’operazione arriva al momento giusto, con logica industriale e finanziaria” in questo modo si era espresso il Cda di Renault il giorno in cui Fiat Chrysler aveva ufficializzato la proposta. Renault che, nella nota di oggi, ringrazia “Fca per gli sforzi e Nissan per l’approccio costruttivo”. Come a dire, il problema non era la casa automobilistica giapponese, ma qualcun altro.

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Redazione

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