L’intelligenza artificiale (IA) sta riscrivendo le regole del gioco nel mondo del lavoro, basta guardarsi attorno per accorgersene. Il suo campo d’azione si allarga a macchia d’olio lasciando ipotizzare un futuro in cui le macchine saranno sempre più capaci di svolgere compiti un tempo di competenza umana.
Ma quali sono le reali conseguenze di tale evoluzione sul fronte lavorativo? Scopriamo insieme quali sono le professioni destinate a scomparire da qui a breve, quelle che resistono strenuamente e le nuove opportunità che l’IA porta con sé, secondo la pubblicazione della Banca d’Italia di ottobre.
Intelligenza Artificiale, quali lavori rischiano di scomparire
L’IA non è solo una tecnologia futuristica; è una forza travolgente che sta già trasformando il mercato del lavoro. Alcuni settori stanno vivendo una vera e propria rivoluzione, sempre più evidente con l’andare avanti dei giorni. E questo inizia a preoccupare le professioni storicamente consolidate destinate a scomparire definitivamente, se l’Intelligenza artificiale continuerà ad estendersi con questa velocità.
Nel settore contabile, ad esempio, l’automazione è inarrestabile: le piattaforme di contabilità avanzata ora possono gestire in modo autonomo compiti complessi, come la registrazione delle spese e la riconciliazione dei conti, senza alcun bisogno di risorse umane.
La preoccupazione di perdere il lavoro è avvertita anche da chi lavora nel campo delle telecomunicazioni. Gli assistenti virtuali e i chatbot stanno infatti sostituendo i tradizionali operatori di call center, rendendo obsoleti i ruoli che un tempo garantivano un’occupazione sicura.
Non se la passano bene neppure le professioni amministrative. Le segretarie e gli assistenti stanno affrontando una crescente competizione con software di pianificazione automatizzata che semplificano l’organizzazione delle agende e delle comunicazioni aziendali.
Quali professioni resistono
Nonostante l’avanzata dell’IA, ci sono professioni che sembrano destinate a resistere e a prosperare. Lavori manuali come idraulici, giardinieri, falegnami e fabbri richiedono una manualità e una creatività che l’IA non può replicare.
Tali professionisti non solo risolvono problemi pratici, ma si adattano a situazioni uniche e complesse, mostrando una versatilità che le macchine non possono eguagliare.
Anche i lavapiatti, e le professioni manuali in genere, pur essendo soggetti a un rischio di automazione, non saranno mai completamente sostituiti. Il motivo è abbastanza semplice: mentre i robot possono gestire compiti ripetitivi, il tocco umano e la capacità di risolvere problemi in tempo reale rimangono insostituibili.
Dunque, se da un lato alcuni lavori scompariranno con l’Intelligenza artificiale, dall’altro la richiesta di lavoratori specializzati che possiedono abilità tecniche specifiche è destinata a crescere, creando un’ampia gamma di opportunità per chi è disposto a mettersi in gioco.
Morale della favola? Tale professioni riscopriranno presto un nuovo slancio. In un mondo in cui il lavoro manuale sta guadagnando nuova dignità, sarà fondamentale valorizzare queste competenze, che diventano sempre più rare in un mercato del lavoro dominato dalla tecnologia.