E venne il giorno del rimbalzo, dopo cinque sedute negative nelle ultime sei. I timori per le tensioni tra Usa e Cina rimangono, in Italia la pressione sullo spread resta alta sia per la risposta che il ministro delle Finanze Giovanni Tria dovrà produrre entro domani alla Commissione Ue come spiegazione per non aver ridotto il debito l’anno scorso, sia per una crisi di governo che non appare più così lontana, complici alcuni rumors che danno già due date proposte per le elezioni anticipate: 22 e 29 settembre, con il M5S disposto a cedere alla lega proprio il dicastero dell’Economia. E in una giornata priva di dato macro significativi, le borse europee aprono in rialzo e permangono in territorio positivo anche a metà mattinata, aspettando l’apertura di Wall Street che molto dipenderà dalla diffusione del preliminare del Pil su base trimestrale alle 14,30.
Continua la seduta sui livelli della vigilia l‘euro/dollaro, riportando una variazione pari a -0,06%. Lieve calo dell‘oro, dopo la giornata di acquisti di ieri. Cerca il rimbalzo anche il petrolio, dopo tre sedute sostanzialmente piatte o negative.
Stabile lo spread, fermo a 280 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 2,64%.
EQUITY
Dax a 11.908 punti (+0,6%)
Mezzo punto percentuale di guadagni per Francoforte, dove al centro del dibattito c’è Jens Weidmann favorito tra i candidati a sostituire Mario Draghi come governatore della Bce. Una nomina che potrebbe comportare un rischio per l’Italia: l’attuale presidente della Bundesbank infatti è sempre stato all’opposizione nei confronti dei provvedimenti adottati dalla Banca Centrale Europea che hanno sostenuto in particolare i paesi del Sud Europa.
Ftse Mib a 20.083 (+0,59%)
Timidi guadagni per il listino milanese, che cerca di interrompere la scia ribassista sostenuta da tre cali consecutivi avviata dall’impulso ribassista di lunedì e all’interno di un trend negativo avviato il 17 aprile scorso dopo aver toccato il massimo dell’anno. Apprezzabile il rialzo per i comparti media (+1,37%), servizi finanziari (+1,21%) e materie prime (+1,16%).
Cac40 a 5.242 punti (+0,39%)
Anche Parigi resiste in un contesto molto vicino a una crisi di governo dopo la vittoria alle Europee di Marine Le Pen che ha portato al tonfo di -1,7% nella giornata di ieri.
Ibex a 9.156 (+0,84%)
Gli unici dati macro di rilievo riguardano la Spagna, tutti preliminari: inflazione a 0,2%, in netto calo rispetto all’1% di aprile. In calo anche l’indice dei prezzi alla produzione: 0,8% al di sotto dell’1,2% atteso e dell’1,5% del mese scorso. Scende anche l’indice armonizzato dei prezzi al consumo e le vendite al dettaglio su base annuale: 1,1% rispetto all’1,4% di aprile. L’indice di Madrid si trova all’interno di una lateralità avviata da inizio maggio, dove si stanno susseguendo ripetuti impulsi rialzisti e ribassisti.
VALUTE
Debole tentativo di recupero da parte dell’Euro nei confronti del Dollaro dopo tre sedute negative che l’hanno trascinato lontano da quota 1,12. La moneta unica rimane stabile anche nei confronti della Sterlina dopo aver raggiunto il massimo apprezzamento da gennaio il giorno dopo le dimissioni di Theresa May. Lieve recupero anche sul Franco Svizzero.
Euro/Dollaro 1,1138 (+0,07%). Euro/Sterlina 0,8817 (+0,02%). Euro/Franco Svizzero 1,124 (+0,19%).
COMMODITY
Era dal 12 marzo che il petrolio non scendeva sotto i 57 dollari al barile, valori raggiunti nuovamente ieri in una giornata di profondo rosso per il prezzo del greggio. Che oggi cerca il rimbalzo, riavvicinandosi a quota 60. Sono sempre le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina a influenzare positivamente o negativamente l’andamento dell’oro nero. Anche in virtù del fatto che oggi Pechino è tra i primi compratori del petrolio, mentre gli Usa sono i maggiori produttori.
Oro in lieve calo, fisiologico dopo i rialzi della giornata di ieri, in cui le forti vendite sui mercati internazionali hanno inevitabilmente portato in territorio positivo gli acquisti del metallo giallo. A metà mattinata il valore è di 1.277 dollari l’oncia (-0,27%).
Non si arresta il trend negativo del mese di maggio che riguarda il rame, rimasto in stato di lateralità tra marzo e aprile. Il metallo rosso è ai minimi dal 25 gennaio per quella che è la terza seduta negativa consecutiva, a 2,633 dollari per libbra (-0,84%). Anche in questo caso, pesano le tensioni Usa-Cina, essendo il colosso asiatico il maggior consumatore al mondo di rame.
TASSI D’INTERESSE
Lo spread permane in area 280 punti, con il rendimento del BTP decennale che nel corso della mattinata scende a 2,60%. Tutto fa presagire a una giornata poco mossa in attesa della risposta che l’Italia dovrà dare alla richiesta di chiarimenti dei commissari europei sulla mancata riduzione del debito nel 2018. Da mercoledì, via all’iter per la procedura di infrazione. Poi, cinque settimane di tempo per mettersi in regola, con una manovra bis.