Oro: 2 ragioni che spiegano le vendite di quest'anno - Borsa&Finanza

Oro: 2 ragioni che spiegano le vendite di quest’anno

Oro: 2 ragioni che spiegano le vendite di quest'anno

Le quotazioni dell’oro quest’anno hanno seguito un percorso anomalo, con cali di oltre l’8% a circa 1.675 dollari l’oncia. Il prezzo è ben lontano dal record storico conseguito ad agosto del 2020 di 2.089 dollari, in piena crisi pandemica, e di questo passo si avvia alla peggiore performance annuale dal 2015. Anche altri mercati che hanno come riferimento l’oro stanno soffrendo molto. In base ai dati rilasciati da Refinitiv Lipper, i fondi comuni d’investimento e gli ETF, ad esempio, hanno conosciuto deflussi per 12 settimane consecutive, la striscia più lunga dopo quella di una serie di prelievi netti per 13 settimane conclusasi a maggio 2021.

L’anomalia sta nel fatto che il 2022 è stato un anno molto turbolento sotto diversi aspetti. La guerra Russia-Ucraina, la politica monetaria estremamente aggressiva delle Banche centrali per frenare l’inflazione più violenta degli ultimi 40 anni, il ritorno del Covid-19 e la crisi degli approvvigionamenti sono stati materiale sufficiente per mettere i mercati finanziari costantemente sotto pressione. Quanto basterebbe in teoria per attirare gli investitori verso il bene rifugio per eccellenza, ruolo che l’oro ricopre per tradizione. Anche nei periodi in cui l’inflazione si mantiene alta erodendo il potere d’acquisto e i risparmi, gli investitori tendono a comprare il metallo giallo, essendo che conserva sempre il suo valore intrinseco.

 

Oro: ecco perché è sceso quest’anno

Questa volta invece l’oro è fallito nella veste di porto sicuro per gli operatori di mercato. Le motivazioni sono da ricondurre a due fattori principali. Il primo riguarda l’aumento dei tassi d’interesse della Federal Reserve. La Banca Centrale americana ha incrementato il costo del denaro per quattro volte consecutive a partire da marzo di quest’anno e si accinge a farlo per la quinta volta nella riunione di settembre che inizia domani. Adesso i tassi federali si trovano nell’intervallo 2,25%-2,50% e mercoledì potrebbero arrivare al 3%-3,25%, scontando un aumento almeno di 0,75 punti percentuali.

Tutto ciò ha portato il rendimento dei titoli di Stato americani al 4%. Questo ha un significato estremamente importante, perché i Treasury Bond sono assets completamente senza rischio e quindi un bene rifugio esattamente come lo è l’oro. Di conseguenza, l’investitore si è posto la domanda: per quale motivo detenere un’attività come l’oro che non produce alcun rendimento sottoforma di cedole o dividendi, quando è possibile comunque ottenere lo stesso obiettivo con una che invece è redditizia? La risposta è stata data dal mercato, con gli investitori che hanno preferito dirottarsi verso i T-Note americani.

Una seconda motivazione che ha allontanato il mercato dal metallo prezioso deriva dalla forza del dollaro USA. Da inizio anno il biglietto verde ha guadagnato posizioni contro tutte le principali valute, con il Dollar Index che ha ottenuto una performance quasi del 15%. Questo significa che comprare oro è divenuto più dispendioso, essendo la materia prima quotata in dollari, soprattutto per gli investitori non americani. La logica conseguenza è stata una diminuzione di domanda.

 

Cosa si aspettano gli analisti sul metallo giallo

Quali sono le prospettive dell’oro nei prossimi mesi? Secondo Tai Wong, senior trader di Heraeus Precious Metals a New York, il metallo giallo sarà vulnerabile fino a quando la Fed non la smette di alzare i tassi d’interesse. Anche gli analisti di JP Morgan vedono prezzi dell’oro in discesa almeno fino a 1.650 dollari l’oncia nel quarto trimestre di quest’anno, sulla base della convinzione che la Banca Centrale a stelle e strisce non riuscirà a rallentare la velocità con cui aumenta il costo del denaro. Tuttavia, la banca d’affari statunitense stima che l’oro risalirà fino a 1.820 dollari l’oncia entro la fine del prossimo anno.

 

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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