Il sistema bancario italiano è ancora una volta scosso da un terremoto: Unicredit ha lanciato un’OPS (offerta pubblica di scambio) totalitaria su Banco BPM. L’istituto guidato da Andrea Orcel è di nuovo grande protagonista nel risiko bancario, dopo l’assalto iniziato a settembre alla rivale tedesca Commerzbank. L’obiettivo è consolidare la posizione come secondo polo bancario italiano, alle spalle di Intesa Sanpaolo, sfruttando la grande liquidità generata da anni di ottima gestione e di rafforzamento della struttura patrimoniale ed economica dell’azienda. La banca ha precisato che l’offerta è autonoma e indipendente dall’investimento effettuato in Commerzbank. Le azioni Banco BPM sono salite di oltre 3 punti percentuali durante la mattinata alla Borsa di Milano, mentre il titolo Unicredit è scivolato di oltre il 3%. Commerzbank invece affonda di oltre il 5% alla Borsa di Francoforte.
Unicredit: l’offerta per Banco BPM
L’offerta pubblica di acquisto comporterà un esborso di 10,1 miliardi di euro, ma sarà totalmente in azioni. In sostanza, è stato offerto agli azionisti di Banco BPM un rapporto di concambio di 0,175 azioni di nuova emissione Unicredit per ogni azione esistente dell’istituto di credito guidato da Giuseppe Castagna. Il prezzo è di 6,657 euro per azione, il che implica un premio pari allo 0,5% rispetto all’ultima chiusura delle azioni BPM di 6,644 euro. Inoltre, se si tiene conto dei prezzi del 6 novembre, prima dell’annuncio dell’OPA di Banco BPM su Anima Holding, il premio è del 15% e sale al 20% considerando gli aggiustamenti per gli acconti sui dividendi. Le previsioni sul completamento dell’offerta sono per il mese di giugno 2025, con la piena integrazione completata entro approssimativamente i 12 mesi successivi. L’OPS sarà subordinata alle autorizzazioni da parte degli organismi regolamentari e dell’assemblea degli azionisti delle due banche.
Unicredit-Banco BPM: cosa significa una fusione
Una combinazione tra Unicredit e Banco BPM avrebbe un grande significato nel panorama bancario italiano e non solo. Secondo quanto comunicato da piazza Gae Aulenti, la transazione rafforzerà la posizione del gruppo in Italia, assicurando gli investimenti per la clientela, nei canali di distribuzione e nella tecnologia di Banco BPM. Unicredit riconosce la grande performance operativa di Banco BPM, ma ritiene che attraverso l’integrazione verrà rafforzata in maniera significativa grazie a una migliore efficienza, maggiori investimenti, una copertura dei rischi più efficace e una posizione di capitale più forte.
I vantaggi arriveranno per tutti, recita il comunicato. Gli azionisti di Banco BPM avranno una performance più forte grazie al valore creato attraverso la generazione di significative sinergie e dalla maggiore diversificazione del gruppo combinato dal punto di vista geografico, della clientela e delle attività. I clienti di Banco BPM potranno accedere direttamente a una rete internazionale e a un’offerta di prodotti più completa e attraente, con soluzioni e servizi su misura per individui, corporate e PMI. I dipendenti delle due banche otterranno un chiaro percorso di crescita e sviluppo professionale all’interno di un gruppo europeo con l’accesso a 13 mercati, mentre nel contempo avranno maggiore sicurezza e stabilità lavorativa. Tutto il sistema bancario sarà rafforzato in virtù dell’unione di due importanti banche italiane che lo renderanno maggiormente competitivo, mentre il sistema bancario europeo riceverà un input importante per un maggiore consolidamento. Ne trarrà vantaggio anche l’economia italiana, in quanto l’integrazione aiuterà il Paese a svilupparsi, supportando la crescita e l’internalizzazione dei gruppi imprenditoriali.
“Con questa acquisizione di uno dei nostri obiettivi storici, rafforziamo la nostra posizione in Italia, e al contempo incrementiamo ulteriormente il valore che possiamo creare per i nostri stakeholder in quel mercato così come per i nostri azionisti”, ha affermato l’amministratore delegato Orcel. L’Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi che la aiutino a sviluppare la propria economia e a competere contro gli altri principali blocchi economici. Grazie al lavoro svolto negli ultimi tre anni, Unicredit è ora ben posizionata per rispondere anche a questa sfida”.
Unicredit-Banco BPM: i benefici della fusione in numeri
In termini numerici, Unicredit prevede un incremento dell’utile per azione di una percentuale high single digit entro due anni dalla conclusione dell’offerta, grazie a sinergie di ricavi e costi. Al riguardo, il gruppo beneficerà di sinergie di costo al lordo delle imposte di circa 900 milioni di euro all’anno, ovvero circa il 14% della base di costo italiana della combinazione al 2023. Quanto alle sinergie di ricavo, la stima è di circa 300 milioni di euro l’anno. Il ritorno sull’investimento aggiustato per il rischio è stimato in oltre il 15%. I crediti deteriorati netti rispetto al totale saranno mantenuti attorno all’1,5%. Gli oneri di integrazione saranno di circa 2 miliardi di euro al lordo delle imposte da sostenere il primo anno, mentre le rettifiche su crediti aggiuntive per circa 0,8 miliardi di euro al lordo delle imposte, che consentiranno un miglioramento del rapporto di copertura dei crediti deteriorati e delle esposizioni in bonis di Banco BPM.
Dividendi e buyback
Molti si chiedono quanto questa operazione possa impattare sulla ricca politica di distribuzione dei dividendi e dell’acquisto di azioni proprie di Unicredit. La società ha precisato che gli obiettivi indicati nell’ultima guidance sono confermati. Unicredit ambisce a mantenere le aspettative relative all’ammontare dei dividendi assoluti e al dividendo per azione nel 2025 e 2026 e rimane impegnata a utilizzare e/o restituire il capitale in eccesso entro il 2027. Riguardo il buyback, la banca avvierà il restante programma del 2024 dopo la chiusura dell’offerta prevista a giugno 2025.
E Commerzbank?
L’OPS lanciata su Banco BPM mette in dubbio le reali intenzioni di Unicredit su Commerzbank, in un clima molto difficile vista l’ostilità del governo tedesco. Orcel ha detto agli analisti che la partecipazione nella banca tedesca è per ora solo un investimento. “Possiamo sederci per un po’. Non sta distogliendo il management, non ci sta chiedendo nulla. Speriamo che la nostra presenza spinga Commerzbank a sbloccare molto del valore che sappiamo di avere, più velocemente”, ha detto. “Vista l’accoglienza che abbiamo avuto, dobbiamo avere pazienza. Questa decisione richiederebbe tempo perché penso sia importante rispettare il processo elettorale in Germania”. Ricordiamo che Berlino sta vivendo una crisi di governo e a febbraio del 2025 i tedeschi saranno chiamati al voto per eleggere un nuovo parlamento.
Orcel ha precisato anche che gli accordi con le due banche non avverranno mai allo stesso tempo. Quindi, l’integrazione con Banco BPM sarebbe realizzata una volta chiuso un accordo con Commerzbank, se mai dovesse concretizzarsi. “È improbabile che Orcel possa effettuare entrambe le transazioni contemporaneamente. Questo invia un messaggio che forse l’operazione Commerzbank è un po’ più difficile di quanto inizialmente previsto”, ha affermato Kian Abouhossein, responsabile della ricerca azionaria delle banche europee e della copertura IB globale di JPMorgan Chase. “Bisogna anche ricordare che, da un punto di vista normativo, c’è molto rischio di esecuzione e l’autorità di regolamentazione esaminerà le dimensioni della banca, il rischio operativo e la capacità del management di integrare due banche allo stesso tempo”.