Ism sotto le attese e inferiore al dato di ottobre. Piazza Affari maglia nera in Europa: -2,28%
Trump e i dazi. Wall Street, infine l’Ism manifatturiero. Così i mercati sprofondano. In primis Piazza Affari, la peggiore tra le borse europee, dove lo spread risale in scia alle tensioni sulla questione del Meccanismo Salva Stati.
L’indice rilevato dall’Institute of Supply Management di novembre, che registra l’entità dell’attività manifatturiera, è sceso a 48,1. Un calo di per sé poco rilevante considerato il 48,3 di ottobre, ma ben al di sotto delle aspettative del mercato, che avevano previsto un punteggio di 49,2, molto più vicino alla soglia di quota 50, che sta a registrare un indice in espansione. Oltre a deludere attese e dato precedente, la lettura indica il quarto mese consecutivo di declino dell’attività manifatturiera, sostanzialmente a causa di un calo più marcato di nuovi ordini e occupazione.

Grafico Ism Manifatturiero Usa by TradingEconomics
Giù occupazione, nuovi ordini e arretrati
In calo anche le attività dei nuovi ordini (47,2 contro i 49,1 in ottobre), giù anche l’occupazione (46.6 contro 47.7), inventari (45,5 contro 48,9), e arretrati di ordini (43 vs 44.1). Inoltre, si sono ridotti i nuovi ordini di esportazione (47,9 contro 50,4), anche la produzione continua a diminuire anche se a un ritmo più lento (49,1 vs 46,2) mentre l’indice dei prezzi, come quello dell’Ism manifatturiero, è rimasto al di sotto della soglia di 50 (46,7 contro 45.5). D’altra parte, le consegne dei fornitori sono aumentate a 52 da 49,5.
Appena cinque le industrie in espansione
Delle 18 industrie manifatturiere, solo cinque hanno registrato una crescita a novembre: abbigliamento, pelletteria e prodotti alleati; Prodotti alimentari, bevande e tabacco; Prodotti di carta; Produzione varia; e prodotti informatici ed elettronici. Le 13 industrie che segnalano una contrazione a novembre – elencate in ordine – sono: prodotti in legno; Stampa e attività di supporto correlate; Mobili e prodotti correlati; Tessili; Prodotti in metallo fabbricato; Attrezzature per il trasporto; Metalli primari; Materie plastiche e gomma; Petrolio e carbone; Prodotti minerali non metallici; macchine; Prodotti chimici; e apparecchiature elettriche, elettrodomestici e componenti. “Il commercio globale rimane la questione intersettoriale più significativa. Tra i sei grandi settori industriali, i prodotti alimentari, bevande e tabacco rimangono i più forti, mentre i prodotti in metallo sono i più deboli. Nel complesso, il sentimento di questo mese è neutrale rispetto alla crescita a breve termine “, afferma Timothy R. Fiore, presidente dell’Institute for Supply Management.
Movimenti di mercato
Già incerta a causa dell’annuncio di Donald Trump per quanto riguarda i dazi nuovamente applicati su Brasile e Argentina, Wall Street ha accentuato le perdite dopo la pubblicazione dell’Ism manifatturiero, raggiungendo minimi intraday a 3.110 per quanto riguarda l’S&P500, una trentina di punti in meno rispetto all’apertura. Anche il dollaro ha perso terreno, ritracciando sotto quota 98, con un rosso dello 0,4%. Ne approfitta l’euro, da 1,1002 a 1,1089, a ridosso della soglia psicologica dell’1,11, per un guadagno dello 0,6%.

Grafico Euro Dollaro by TradingView
Ma a farne le spese maggiori sono i mercati europei. Che avevano avviato le contrattazioni in territorio positivo complice la buona chiusura di Tokyo. Ma come detto, il mix Trump-dazi-Ism è stato letale soprattutto per Piazza Affari, già appesantita da Juventus e dall’incertezza legata al dibattito politico, teso, del meccanismo salva stati. Milano ha chiuso le contrattazioni in rosso del 2,28%, abbondantemente sotto i 23.000 punti e ai minimi da fine ottobre.