A partire dal 1° gennaio 2023, la Croazia ha abbandonato la kuna e a dieci anni dal suo ingresso nell’Unione europea, è entrata nell’area Schengen e ha adottato l’euro. Il periodo di doppia circolazione, con un cambio di 1 euro per 7,5 kune, si è concluso il 14 gennaio, ma banconote e monete in kune possono essere cambiate in euro presso l’Agenzia finanziaria e gli uffici postali fino al 30 giugno e nelle banche commerciali fino al 31 dicembre.
Il primo effetto avvenuto nell’ex repubblica jugoslava, peraltro ampiamente previsto, è stato l’immediato aumento dei prezzi di prodotti e servizi. La Commissione definisce comunque un “passaggio riuscito” quello dalla kuna all’euro: la Croazia è diventata in questo modo il ventesimo Paese dell’eurozona. Ma quali sono gli altri diciannove e quali erano le valute sostituite dall’euro?
Le valute sostituite dall’euro
La moneta unica europea è attualmente adottata da 20 dei 27 Stati membri dell’Unione aderenti all’UEM, l’Unione economica e monetaria dell’Unione europea. Le vecchie valute ora sostituite dall’euro sono le seguenti:
- ATS: scellino austriaco
- BEF: franco belga
- CYP: lira cipriota
- DEM: marco tedesco
- EEK: corona estone
- ESP: peseta spagnola
- FIM: marco finlandese
- FRF: franco francese
- GRD: dracma greca
- HRK: kuna croata
- IEP: sterlina irlandese
- ITL: lira italiana
- LTL: litas lituano
- LUF: franco lussemburghese
- LVL: lats lettone
- MTL: lira maltese
- NLG: fiorino olandese
- PTE: escudo portoghese
- SIT: tallero sloveno (tolar)
- SKK: corona slovacca
Tra queste ci sono alcune valute storiche come il franco francese (il primo franco “a cavallo” fu battuto il 5 dicembre 1360) e il fiorino olandese (il suo iniziale periodo di circolazione è fatto risalire al 1355), naturalmente non al pari della sterlina britannica che rimane la valuta più vecchia del mondo ancora in uso.
In realtà, i Paesi che adottano l’euro sono 26 in totale. Anche se non appartengono all’Unione, Kosovo e Montenegro hanno accettato unilateralmente la moneta unica come valuta ufficiale dal 2022: prima utilizzavano il marco tedesco. Lo stesso vale per i microstati come Andorra, il Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano, che in passato utilizzavano, rispettivamente, il franco francese e la peseta spagnola (per Andorra), il franco (per Monaco), la lira italiana, sammarinese e vaticana.
C’è poi il caso dei territori legati a Francia, Spagna e Portogallo. Fanno parte dell’area dell’euro Mayotte e la Riunione nell’Oceano Indiano, Saint Pierre e Miquelon nell’Oceano Atlantico, la Guyana francese in Sud America, le isole caraibiche della Guadalupa e della Martinica, le isole Canarie, Ceuta e Melilla in Marocco, le Azzorre e Madeira nell’Atlantico.
Quali Paesi europei non hanno l’euro?
Dei ventisette attuali Stati membri dell’Unione europea, sette utilizzano ancora una valuta nazionale diversa dall’euro, principalmente in Scandinavia e nell’est dell’Europa:
- Bulgaria: lev bulgaro (BGN)
- Danimarca: corona danese (DKK)
- Polonia: złoty (PLN)
- Repubblica Ceca: corona ceca (CZK)
- Romania: leu romeno (RON)
- Svezia: corona svedese (SEK)
- Ungheria: fiorino ungherese (HUF)
Bulgaria e Romania sono i due principali Paesi che stanno aspirando a far parte della zona euro. Viceversa i cittadini danesi e svedesi hanno rifiutato l’euro con i referendum del 2000 e del 2003. In Danimarca il risultato finale ha contato il 53,1% di contrari e il 46,9% di favorevoli; in Svezia i no hanno raggiunto il 55,9% e i sì appena il 42%.
I candidati per entrare nell’Unione europea (ma non necessariamente nell’eurozona per portare a 28 i Paesi complessivi che adottano la moneta unica) sono invece l’Albania (al momento con il lek albanese), la Bosnia ed Erzegovina (marco bosniaco o marco convertibile), la Moldavia (leu moldovo), la Macedonia del Nord (dinaro nord-macedone o denar) e la Serbia (dinaro serbo o dinar).
Più complicata è invece la situazione per la Turchia (in particolare dopo il terremoto del 6 febbraio, la lira turca ha raggiunto il minimo storico ed è diventata la valuta più costosa tra quelle dei mercati emergenti) e l’Ucraina con la sua hryvnia ucraina. Chi invece non soddisfa ancora in pieno i requisiti richiesti per l’adesione all’UE è la Georgia: il Paese caucasico adotta il lari, eccetto nelle zone dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud dove è in uso il rublo russo. Infine, la Svizzera e il Liechtenstein, insieme all’enclave italiana di Campione d’Italia (che ha anche l’euro) e a quella tedesca di Büsingen am Hochrhein, continuano ad usare il franco svizzero (CHF).