Christine Lagarde torna a parlare della possibilità di aumentare i tassi d’interesse nella prossima riunione della Banca Centrale Europea (BCE) a settembre. Il numero uno dell’Eurotower in un’intervista al quotidiano francese Le Figaro ha lasciato aperta la strada anche all’ipotesi di una pausa, che non per questo dovrebbe essere definitiva. “Siamo in un ambiente di incertezza e rivaluteremo la situazione e la nostra azione incontro per incontro”, ha affermato. “Siamo impegnati a riportare l’inflazione al nostro obiettivo in modo tempestivo e per questo abbiamo bisogno di una politica sufficientemente restrittiva in termini di livello e durata”.
Europa: dati su inflazione e PIL incoraggianti
I dati macroeconomici dell’eurozona di questa mattina hanno dato delle indicazioni importanti. L’inflazione di luglio si è raffreddata, con l’IPC che è passato dal 5,5% al 5,3% su base annua, come nelle attese, ma che è scivolato al -0,1% su base mensile ben oltre lo 0,3% che si aspettava il consensus. Il PIL trimestrale è aumentato dello 0,3% dalla crescita nulla nel precedente trimestre e ha superato le stime dello 0,2%. Mentre il PIL annuale è cresciuto dello 0,6%, in discesa rispetto all’1,1% precedente, ma oltre lo 0,5% delle attese.
Questi risultati significano che si allontana la possibilità che l’Europa cada in recessione, ma non necessariamente sono un segnale positivo in ottica BCE. Infatti, la Banca centrale potrebbe vedere davanti a sé la strada più libera per aumentare i tassi d’interesse senza preoccuparsi troppo dei contraccolpi sull’economia. La stessa Lagarde aveva parlato nell’intervista di “dati piuttosto incoraggianti” relativamente alla crescita di Francia, Germania e Spagna.
BCE: cosa succederà ai tassi d’interesse a settembre?
Quindi, cosa bisogna aspettarsi nei prossimi incontri della BCE dopo la pausa estiva? Nell’ultimo meeting, l’istituto centrale ha alzato di un quarto di punto al 4,25% il costo del denaro, ma il tono utilizzato da Lagarde è stato molto più accomodante rispetto agli ultimi mesi. Gli economisti ora si aspettano che Francoforte aumenterà ancora i costi di finanziamento, anche se non necessariamente a settembre.
Nei giorni scorsi, gli analisti di Goldman Sachs hanno affermato che “mentre la presidente Lagarde ha fatto riferimento alla possibilità di una pausa più spesso ed esplicitamente di quanto ci si aspettasse, ha anche segnalato che il Consiglio direttivo sta attribuendo un peso significativamente maggiore all’inflazione dei servizi (che rimane ferma) rispetto ai dati sull’attività (che si è fortemente indebolita)”.
Gli analisti di Morgan Stanley sono convinti che la BCE effettuerà un’altra stretta di 25 punti base a settembre, ma poi non andrà oltre. “Date le nostre aspettative sull’inflazione e sulla crescita, manteniamo la nostra opinione che la BCE effettuerà un altro rialzo di 25 punti base a settembre e si fermerà lì”, hanno scritto gli esperti della banca americana.
Dello stesso avviso risultano gli analisti di Citigroup, secondo cui “a meno che le proiezioni della BCE per l’inflazione complessiva non scendano al di sotto del 2% per il 2025, il Consiglio non può concludere che i tassi siano sufficientemente restrittivi”. Pertanto, “se deve aumentare i tassi almeno una volta di più, ci sembra più logico farlo a settembre (quando le proiezioni saranno pubblicate) piuttosto che a ottobre (quando l’inflazione core sarà probabilmente scesa in modo più convincente)”, hanno scritto.