L’Arabia Saudita potrebbe anticipare i tempi della ripresa della produzione: Wti sotto quota 60
Deboli le borse europee. In picchiata il petrolio. In rialzo l‘Euro, così come lo spread. Dall’Arabia Saudita la notizia che la produzione completa riprenderà prima del previsto (entro 3 settimane, dicono) ha invertito l’impennata del prezzo del greggio, ieri aumentato di oltre il 20% portando il Wti sopra i 63 $ (praticamente un apprezzamento di quasi 10 dollari al barile in una giornata) e il Brent molto vicino ai 70$. A contribuire alla frenata del petrolio anche il via libera da parte della Casa Bianca, dell’Opec e dell’Arabia Saudita stessa a mettere a disposizione le riserve strategiche per calmierare i prezzi del greggio, dopo gli attacchi yemeniti di sabato scorso agli impianti della Saudi Aramco rallentandone la produzione. Ma se l’emergenza petrolio sembra già rientrata, gli investitori guardano con più timore alla crisi geopolitica che potrebbe innescarsi, dato che negli ultimi cinque mesi i rapporti tra Stati Uniti e Iran, che sostiene i ribelli autori del blitz, sono sempre più complicati, dopo la rottura del patto sul nucleare da parte di Donald Trump, la ripresa dell’arricchimento dell’uranio da parte di Teheran, le tensioni sul golfo di Hormuz e, ultimo, l’attacco dei ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, alla compagnia di stato dell’Arabia Saudita, paese amico degli Usa.
In questo contesto l’Europa ha chiuso debole, con Piazza Affari peggiore tra i listini del Vecchio Continente in quella che è di fatto anche la vigilia dell’intervento della Fed atteso per domani sera. Il Dollaro si è indebolito, tornando a 1,1065 nel rapporto con l’Euro dopo l’1,1008 raggiunto lunedì. Sterlina ancora sotto quota 0,89 con la moneta unica nel giorno in cui Boris Johnson e Angela Merkel hanno avuto una conversazione telefonica: entrambi hanno convenuto che serve accelerare i tempi per trovare un accordo che permetta l’uscita dall’Ue del Regno Unito per il 31 ottobre. Oro di nuovo sopra i 1.500, Bund stabile, Btp in lieve rialzo, come lo spread, tornato a crescere dopo la scissione di Matteo Renzi dal Partito Democratico.
EQUITY
Dax 12.372 (-0,06%)
Con l ‘indice Zew superiore alle attese e in ripresa anche se in territorio ancora negativo, Francoforte chiude molto vicino allo zero. Il minimo di oggi, 12.303 punti, è anche il più basso degli ultimi sette giorni. Prevale ancora l’impulso ribassista registrato ieri, da tenere d’occhio i supporti a 12.090.

Grafico Dax by Trading View
Ftse Mib 21.801 (-0,76%)
Maglia nera tra le borse europee, Piazza Affari viene trascinata giù dalle materie prime (prese di beneficio dopo i picchi di ieri), il settore bancario e le costruzioni. A 21.782 ha raggiunto i minimi dal 4 settembre scorso. L’andamento è simile al Dax. Riesce il rimbalzo ad Atlantia il giorno del Cda sul cui tavolo ci sono le dimissioni dell’Amministratore delegato Giovanni Castellucci.
Cac40 5.615 (+0,24%)
Unico listino positivo, Parigi mantiene i valori della vigilia pur aggiornando i minimi degli ultimi 7 giorni (come Francoforte) in una giornata priva di spunti macroeconomici.
Ibex 9.004 (-0,53%)
Si conferma la più debole tra le borse europee, con un trend che resta negativo nel breve e nel lungo termine. Per la prima volta nelle ultime cinque sedute è scivolato al di sotto dei 9.000 punti
VALUTE
Il sentiment economico in ripresa anche per l’Eurozona, con Zew a -22,4 a settembre, superiore al -37,4 atteso e al -43,6 del mese di agosto, contribuisce alla ripresa dell’euro nei confronti del dollaro, tornato abbondantemente sopra l’1,10 dopo il minimo di 1,099 raggiunto durante gli scambi asiatici, aspettando il taglio dei tassi della Fed: previsti 25 punti base subito e altri 25 verso la fine dell’anno. I dati macro americani hanno registrato un aumento della produzione industriale superiore alle attese pari allo 0,6% a livello mensile ad agosto. In crescita anche la produzione manifatturiera mese su mese: ad agosto +0,5%, superiore allo 0,2% stimato.
Strappa i nuovi minimi da giugno la Sterlina nei confronti della moneta unica, a 0,884, i mercati stanno scommettendo sull’uscita entro il 31 ottobre ma previo accordo con Bruxelles, in particolare sul tema del backstop, argomento trattato anche oggi da Boris Johnson, al telefono con Angela Merkel.
Euro / Dollaro 1,1062 (+0,57%). Euro / Sterlina 0,8855 (+0,07). Euro / Franco Svizzero 1,097 (+0,52%).

Grafico Euro / Dollaro by Trading View
MATERIE PRIME
Come accennato, dopo i 63 dollari al barile raggiunti alla vigilia il prezzo del Wti è crollato, scivolando fin sotto quota 60 nel corso delle contrattazioni delle borse europee, sulle voci di una possibile ripresa della produzione del greggio più rapida del previsto dopo l’attacco dei ribelli yemeniti agli impianti Aramco, che ne hanno dimezzato la produzione. Il petrolio, va ricordato, arrivava da un periodo in cui il prezzo era bloccato in area 55 dollari al barile, la stessa Arabia Saudita ne aveva di recente tagliato la produzione. I timori maggiori, per gli investitori, rimangono sulle tensioni geopolitiche tra Usa e Iran anche se Donald Trump, almeno per il momento, ha deciso di restare alla finestra e aspettare l’incontro, ancora da confermare tra lui e il presidente iraniano Hassan Rohani a margine dell’assemblea dell’Onu la prossima settimana. Vertice che anticipa, di fatto, la ripresa delle trattative commerciali con la Cina, primo compratore del petrolio iraniano.
Oro di nuovo sopra i 1.500 dollari l’oncia ma dentro i valori della vigilia, il rame perde lo 0,5% ma resta sopra la soglia dei 2,6, scambiando a metà delle contrattazioni di Wall Street a 2,62 dollari per libbra.

Grafico Petrolio Wti by Trading View
TASSI D’INTERESSE
Qualche movimento al rialzo per lo spread, dopo l’addio di Matteo Renzi al Pd e le possibili ripercussioni sul nuovo governo: il differenziale ha chiuso a 140 punti base. Cresce anche il rendimento del Btp che supera quota 0,9, chiudendo a 0,93%. Resta in area -0,48% il Bund tedesco.