Stasera la Fed dovrebbe tagliare i tassi dello 0,25%. Pioggia di trimestrali e dati macroeconomici
Rimandati a settembre. Cina e Stati Uniti rinviano a dopo l’estate il loro braccio di ferro sulle trattative commerciali dopo gli ultimi due giorni svoltisi a Shanghai, Wall Street reagisce prudente, travolta dalle trimestrali e aspettando il taglio dei tassi della Fed mentre le borse europee chiudono moderatamente positive, sulla scia di una raffica di dati macroeconomici su cui la Bce dovrà riflettere per forza di cose per un possibile intervento sul costo del denaro, a cominciare dall’inflazione che rallenta in Eurozona, Italia e Francia. Dati che, assieme alla ripresa delle trattative tra Pechino e Washington (negli Stati Uniti), renderanno il mese di settembre sicuramente ricco di appuntamenti.
Euro Dollaro stabile, lieve ripresa per la Sterlina anche se resta sopra la soglia dello 0,9 nel cambio con la moneta unica, petrolio che supera i 58 dollari al barile sostenuto dai nuovi dati sulle scorte. L’oro torna in area 1.420 dollari l’oncia mentre il Bund tedesco raggiunge un nuovo record storico negativo: -0,44%.
EQUITY
Dax 12.189 (+0,34%)
Stabile il tasso di disoccupazione in Germania al 5%, con un aumento di mille unità a luglio, un dato più basso rispetto alle duemila attese ma in aumento se confrontato al calo, sempre di mille unità, del mese precedente. Migliori del previsto le vendite al dettaglio su base mensile con un 3,5% a giugno migliore dello 0,5% degli analisti e del -1,7% di maggio. Rispetto a un anno fa però le cifre restano negative: -1,6% a fronte del 3,8 del mese precedente. Segnali di un’economia che nel breve periodo sta mostrando piccoli segnali di ripresa, grazie anche a una disoccupazione che rimane ai minimi di sempre, ma in netto rallentamento nel lungo termine.
Ftse Mib 21.398 (+0,56%)
Crescita zero per il Pil nel secondo trimestre: 0% su base annuale, 0% anche su base trimestrale. L’economia italiana rimane stagnante, un dato di debolezza che va ad aggiungersi anche all‘inflazione che rallenta, 0,5% anno su anno rispetto allo 0,7% del mese precedente. Positivi i dati che riguardano il lavoro, con la disoccupazione che scende ai minimi da marzo 2012, a 9,7%.
Cac 40 5.518 (+0,14%)
La crescita rallenta anche in Francia: Pil su base annuale +1,1% a fronte del +1,2% del mese precedente. Stessi valori per quanto riguarda l’inflazione, sempre anno su anno: un 1,1% che delude l’1,3% atteso e inferiore all’1,2% di giugno.
Ibex 8.971 (-0,17%)
Prodotto interno lordo protagonista anche in Spagna, dove il ritorno alle urne a oltre due mesi dalle elezioni è sempre più reale. lo 0,5% su base trimestrale delude le stime degli analisti ed è un chiaro segnale di rallentamento guardando lo 0,7% del mese precedente. +2,3% su base annuale, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto a giugno.
VALUTE
Euro / Dollaro sostanzialmente stabile anche se l’1,116 raggiunto oggi è il massimo delle ultime 4 sedute. L’attesa per la Fed è troppo grande anche per la raffica di dati macro inerenti all‘Eurozona, che comunque indeboliscono, leggermente, la moneta unica: come detto inflazione che rallenta a 1,1% (dato precedente: 1,3%), lieve miglioramento per il tasso di disoccupazione: 7,5% a fronte del 7,6% di giugno. Scende l’indice dei principali prezzi al consumo su base annua: lo 0,9% rilevato è inferiore all’1% atteso e al 1,1% precedente. Giù anche il Pil: 1,1% annuale (da 1,2%) e 0,2% su base mensile (da 0,4%). Ancora sotto pressione la Sterlina, che rimane sopra quota 0,9 nel cambio con l’Euro.
Euro / Dollaro 1,1126 (-0,32%). Euro / Sterlina 0,9109 (-0,16%). Euro / Franco Svizzero 1,1017 (-0,28%)
COMMODITY
I 58,79 dollari al barile rappresentano il massimo delle ultime due settimane. Il prezzo del petrolio torna a crescere grazie ai nuovi dati sulle scorte di greggio, -8,496 milioni di barili, ben oltre i -2,588 milioni attesi e sui minimi del 2019, da verificare se questo impulso possa in qualche modo imporre una direzione chiara al Wti, che nel mese di luglio non ha offerto spunti significativi, rimanendo ben al di sotto della soglia dei 60$.
Raggiunge i 1.434,35 dollari l’oncia l’oro, per poi ritracciare sotto i 1.430, a quota 1.423 per quello che rimane un trend positivo a lungo termine ma con rallentamento che potrebbe generare uno spunto negativo anche se di brevissimo periodo. Sempre sotto i 2,7 dollari per libbra il rame, che aggiorna i minimi dal 10 luglio scorso a 2,658 dopo il rinvio a settembre dei colloqui tra Usa e Cina (tra i principali compratori del metallo rosso).
TASSI D’INTERESSE
Nuovo minimo storico del Bund tedesco, a -0,44% che rivede al ribasso il precedente record a 0,417%. A incidere l’asta di stamattina del decennale al -0,416% ma anche l’imminente intervento della Fed, con i dati macro tedeschi poco mossi. Arretra di due punti lo spread, a 197, nonostante il ddl della Giustizia abbia diviso il governo, costretta a interrompere il Consiglio dei Ministri, rendimento dei Btp a 1,53%.