Il fallimento della Silicon Valley Bank (SVB) ha tramortito i mercati finanziari creando le condizioni per una crisi sistemica, ma ha messo in difficoltà la Fed e la BCE. Le due Banche centrali erano dirette imperterrite ad aumentare in maniera aggressiva i tassi d’interesse fino a quando l’inflazione non si sarebbe avviata verso l’obiettivo di lungo termine del 2%. Quanto accaduto nel mondo bancario in questi giorni ha completamente cambiato lo scenario. La Federal Reserve si è trovata costretta a vanificare la sua politica di riduzione del bilancio, mettendo a disposizione un bazooka di svariate centinaia di miliardi di dollari per le banche, che secondo le previsioni di JPMorgan potrebbe arrivare fino a 2.000 miliardi di dollari. Mentre la BCE comincia a chiedersi se l’atteggiamento tutto a trazione falco tenuto fino a questo momento non vada rivisto. L’inflazione rimane un problema prioritario, ma forse lo è ancora di più evitare di rivivere la catastrofe del 2008, di cui ancora oggi se ne pagano le conseguenze.
Crack SVB: ecco cosa farà la Fed
Questa settimana sarà cruciale per il mercato, in quanto la Fed si riunirà per le sue decisioni di politica monetaria. Fino a prima del crack di SVB, gli investitori cominciavano a scontare il ritorno a una stretta di 50 punti base a causa della vischiosità dell’inflazione e della straordinaria forza del mercato del lavoro.
Oggi il quadro è mutato. Secondo un sondaggio realizzato da Reuters, 76 economisti su 82 intervistati si aspettano un rialzo dello 0,25%. Ciò riflette il maggiore crollo settimanale dei rendimenti dei Treasury Bond a due anni dalla grande crisi del 2008. L’ipotesi che la Fed si prenda una pausa viene contemplata solo da 5 economisti, nonostante le grandi turbolenze nel settore bancario. L’istituto guidato da Jerome Powell insomma dovrà cercare un equilibrio tra la lotta all’inflazione ancora ostica e scongiurare una crisi finanziaria dalle proporzioni enormi. Pertanto, il compromesso dello 0,25% potrebbe essere la soluzione più opportuna.
“Le turbolenze finanziarie dell’ultima settimana daranno alla Fed qualche dubbio sull’opportunità di aumentare i tassi”, ha detto Bill Adams, capo economista della Comerica Bank. “Ma i responsabili politici della Fed hanno ripetuto più volte di essere più preoccupati di alzare i tassi troppo poco che di alzarli eccessivamente”. Andando oltre il meeting di marzo, 56 economisti su 64 hanno affermato di aspettarsi almeno un altro rialzo di un quarto di punto nel secondo trimestre. Le incertezze però sono ancora tante. “Vediamo una notevole incertezza sul percorso della Fed a marzo e oltre”, ha detto David Mericle, capo economista per gli Stati Uniti di Goldman Sachs, uno dei pochi a prevedere una pausa a marzo. “È difficile essere troppo fiduciosi a questo punto”, ha aggiunto.
Crack SVB: ecco cosa farà la BCE
La scorsa settimana la Banca Centrale Europea ha alzato il costo del denaro di 0,50 punti percentuali, giustificando la mossa con una scarsa probabilità di contagio per ciò che sta avvenendo oltreoceano. A maggio però le cose potrebbero essere diverse e molto dipenderà da come il mercato finanziario avrà assorbito il colpo del fallimento delle banche USA.
Goldman Sachs si aspetta che tra due mesi la BCE procederà a un incremento dei tassi di 25 basis point, in uno “scenario di stress del settore bancario e di inflazione di fondo elevata”. In una nota della scorsa settimana, gli economisti della banca d’affari americana hanno scritto che “ulteriori rialzi dei tassi sono probabili nonostante la volatilità dei mercati finanziari, perché il rischio di un grave contagio del settore bancario sembra ancora limitato e l’inflazione di base probabilmente rimarrà forte nei prossimi mesi”.
Secondo gli analisti di HSBC, l’istituto guidato da Christine Lagarde effettuerà due strette di 0,25 punti percentuali sia a maggio che a giugno, mentre prima del crack SVB si aspettavano un aumento dello 0,5% a maggio. Invece, JP Morgan ancora si attende un rialzo di 50 punti base a maggio, pur avvertendo di un rischio al ribasso sulle sue previsioni per via dell’attuale volatilità dei mercati finanziari.