La guerra Russia-Ucraina ha avuto un impatto devastante sugli investimenti e i gestori dei fondi hanno deciso di chiudere definitivamente la loro presenza nel Paese guidato da Vladimir Putin. Questo è un segno eloquente del fatto che gli operatori di mercato si aspettano che Mosca non tornerà nuovamente nei mercati finanziari per un periodo di tempo abbastanza lungo. Dall’inizio di marzo, le sanzioni occidentali hanno in pratica bloccato miliardi di dollari e molti fondi si sono trovati nella situazione di avere le proprie partecipazioni imbrigliate.
La chiusura della Borsa di Mosca per un certo periodo e il divieto agli stranieri di commerciare nel mercato russo hanno reso pressoché impossibile effettuare negoziazioni. Gli investitori esteri alla fine del 2021 detenevano circa 170 miliardi di dollari nelle attività russe e, da quando è scoppiato il conflitto bellico, colossi come JP Morgan, BlackRock, Amundi, UBS, BNP Paribas, Abrdn, Schroders e Pictet hanno tutti congelato fondi incentrati sulla Russia. Tuttavia, ancora non è chiaro se questi saranno chiusi definitivamente.
Fondi: chi ha chiuso i rapporti con la Russia
Tra gli investitori che hanno deciso di tagliare i ponti con la Russia vi è la branca finanziaria dell’istituto di credito danese Danske Bank, che a partire dalla fine del mese scorso ha iniziato a liquidare i suoi 3 fondi russi e anche dell’Europa orientale. La società ha comunicato che la riapertura dei fondi non è contemplata, in quanto non rappresenterebbe il migliore interesse degli azionisti. Questo a causa di un conflitto che si fa sempre più esacerbato e che comporta sfide con la liquidità e il regolamento degli investimenti. Danske ha aggiunto anche che il valore dei fondi era basso e non vi erano prospettive di crescita per il futuro. Tuttavia, il costo della liquidazione sarà assorbito interamente dalla società.
In fuga dalla Russia sarà anche Nordea Funds, che lascerà tutti gli investimenti russi liquidando il suo fondo, con il primo pagamento ai detentori delle quote previsto per la fine di agosto. La società ha affermato che le partecipazioni del fondo potrebbero richiedere una tempistica lunga, in funzione della situazione del mercato e delle misure restrittive imposte dall’Occidente.
Il gestore patrimoniale svedese Carnegie Fonder ha comunicato che venderà i suoi fondi russi una volta che le negoziazioni riprenderanno. L’azienda ha puntualizzato che finché il mercato rimane chiuso è difficile prendere decisioni sul futuro del fondo, in particolare perché la gran parte delle partecipazioni è in mano ai risparmiatori pensionistici svedesi. Di conseguenza la società deve fare tutto il possibile per preservare i loro risparmi. Ad ogni modo, la decisione di chiudere il fondo per nuovi investimenti è dettata dal fatto che è praticamente impossibile fare un’analisi sul mercato finanziario russo e sulle società, essendo che il futuro del Paese non si preannuncia molto promettente.
Una risposta
E Amundi , con Russian Equity E2 EUR C
(LU1883868140), cosa ha in mente di fare?